Uno dei raduni più belli, uno dei più intensi, divertenti. Un raduno davvero pieno. Pieno di vita e di sorrisi, di sole e di canzoni, di spazio. Pieno di giovani e meno giovani interpretazioni di vita. Attesa.
Vado controcorrente. L'arrivo dei Cavalieri è stato molto bello lì per lì, è vero, non però quando gli applausi cominciavano a farsi imbarazzanti, infiniti, lunghissimi, e stavano quasi per divenire una barriera che distanziava noi e loro, in quell'immensa stanza che radunava quattro tavolate di oltre 20 persone ciascuna. No. Occoreva unirsi, mescolarsi, uscire da quell'interludio di applausi che sarebbe stato inevitabilmente ripercorso più tardi, a melodia in corso... Tutti lo sapevamo, questo...
La curiosità dei Cavalieri stessi io l'ho letta nei loro occhi non appena essa è cominciata a farsi stupore e, da lì, a divenire meraviglia. Sì, ok, lo sapevano che ci sarebbe stata tanta gente ad accoglierli; gente lì per loro, proprio per loro, tutta per loro, ma vederci tutti insieme, nella matta "Casa matta" ad attendere nient'altro che di batter le mani, li ha deliziosamente sconvolti. Applauso immenso, però, e quindi, che ognuno ha fatto a suo modo, in una posizione più o meno defilata, quasi fosse una maniera per correggere tanti altri applausi purtroppo mancati in questi anni, colmati dalla produzione di questo CD. Stupore. Meraviglia. Non ancora esauriti.
Accese schiere di adrenalina e di piacevolezza intente a suggerire a tutti quanto fossimo belli. L'ho pensato spesso, ieri: <<Dio mio, come e quanto siamo belli... Che spettacolo! Che spettacolo! Un conto è dire che è tutto bellissimo, un conto è dire che è uno spettacolo!>>. Gratitudine.
Un rapporto autentico con coloro che ci piacciono, con la gente che ci piace, senza dover intercedere con miti idealizzati e benvoluti solo dai sogni. No... No, affatto. No. Ricardo Zara mostra di sè quello che davvero è, e offre a chi parla con lui non tanto il paradigma di un artista, quanto la persona che c'è e vive dietro l'artista, e magari, più esattamente, dentro l'artista. E scopri l'uomo. Un uomo che Grezza definisce come uno zio a cui venivamo affidati da piccoli (davvero un'immagine che si contrae a perfezione, caro). E' qualche anno, oramai, che conosco il leader dei Cavalieri del Re, è qualche anno che posso dire di averci stabilito un rapporto di (quasi) amicizia, eppure ogni volta si dimostra fiero di parlare, di raccontare, di essere un uomo che ti accoglie più che colui che sognavo, da piccolo, di conoscere quando leggevo sui dischi 'sto nome, Zara, così strano e lontano per me, toscano rampante. Jonathan poi: <<Oh, ma ci sei anche tu! Ah, lo sapevo! Mamma mia, quanta gente... Che bellezza... Ma che ti devo dire, Marco? Che siete pazzi te l'ho già detto? Sì? Bene...>> E giù risate. Proprio come volevo, proprio come mi andava di vivere un rapporto così, in una giornata. Umano, mai a distanza, dove potessi anche stranirmi, e non estranearmi, per tante cose... Guiomar, simpaticissima, addirittura mi consiglia di stare attento a non macchiarmi la cravatta con Devilman perchè <<... è troppo bella, davvero troppo bella>>. Qualche parola anche con Clara, e ci mancherebbe! Clara con cui condivido un pensiero di fondo: <<Vedi, Clara, non sai niente di niente al mondo... Quando una cosa ti piace, però, la fai, ti ci metti di impegno e la fai... La fai perchè che ti piace lo sai! Lo sai! Non sai nient'altro ma quello lo sai! E' il sentire che ti piace qualcosa, quel sentire che diviene strumento di conoscenza, di motivazione, che ti accende... E a noi tutti, qua, fare questo CD piaceva proprio>>. Luce.
Tutto questo sentire, poi, è stato nobilitato dalle canzoni eseguite dai Cavalieri, nella cornice perfetta della "Casa matta", luogo principe che mi ricorderò in eterno anche perchè legherò questo momento di memoria non solo ai Cavalieri, ma anche all'aver conosciuto tanta gente nuova, da Grezza a Exawatt, da Magenta a Monyk 78, da Tommy Aku al grandissimo Ingek, fino a tanti altri. Cornice che si faceva più netta, col tempo, mentre le conferme umane del Forum (DanCasti, Tetsuya, Bem, Ikebana, Filgalaxy999, Chobin, Ponta, Lalabel, Nanà, Ikebana, Queenhimika eccetera) davano umana relazione, al solito. Non li rammento tutti perchè il fatto stesso di essere 98 persone a pranzo dà dimensione di quanto possa essere scoraggiante mettersi a definire in dettaglio la così folta "KBL's list". Sicurezza.
A ballare. A cantare. A parlare. A ricordare. A brindare. A ridere, anche... A ridere! A ridere! Abbiamo passato delle ore a commuoverci ridendo! Guardate che non è mica cosa da tutti e da tutti i giorni, eh...
Mi si permetta, però, di rivolgere un ultimo pensiero caldo e importante, oltre ai vari KBL, OFM, Hiroshi, Calendarman, Tarrasque eccetera per l'organizzazione, a quell'infingardo, truffatore, doppiogiochista, infame e ladro di Hokuto no Rao, che raramente, in vita mia, ho visto così felice, soddisfatto, sereno... e vero.
WATTA
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
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