Ora, a parte che DanCasti insiste ogni volta a voler imporre il suo pensiero (cosa di cui davvero non si può più), la questione a me interessa non poco, come ho spesso tenuto a ribadire. Teo Teo, è un fatto di Epoche, credo. E di ricette che ogni Epoca si dà, a sua misura. Noi le interpretiamo. Ci proverò anch'io, con molta umiltà. La nostra, di Epoca, ha avuto un impatto folgorante con qualcosa di stravolgente, oltre che nuovo; di avvolgente, oltre che stravolgente; di diretta presa sul piccolo telespettatore, oltre che avvolgente. Io mi ricordo ancora cosa pensai quando vidi Goldrake per la prima volta, ed ero poco meno che un moccioso quattrenne: <<Oh cos'è questo cosone???>>. Questo cosone era qualcosa che sfuggiva al controllo e alla comprnesione dei miei, e pure dei miei fratelli, molto più grandi di me. Sapevo, insomma (ed ero piccolo) che si trattava di qualcosa di nuovo. Di mio. Fatto per me. Nessuno me lo aveva detto, ma lo sapevo, noi bimbi degli anni Settanta, lo sapevamo, Dio Santo... Quei cosoni erano lì per noi, eravamo noi che li interpretavamo, noi sapevamo chi erano. Gli adulti erano impreparati persino a starci accanto, nell'esegesi che pretendevano popoli come lo Yamatai, gli Akron o gli Azzariti. Per non parlare di Valdaster o degli stessi adepti del Principato di Zeon... I grandi no, ma noi sì. Eccome... Insomma. Una Rivoluzione Copernicana nel modo di fare cartoni animati. Le stereotipie a cui qualcuno ha fatto più o meno cenno per quel che riguarda le nuove generazioni e le serie giunte dopo, si sono reiterate successivamente, e da lì in poi non si può più parlare di Invasioni Giapponesi, perché solo noi abbiamo preso (e straordinariamente subito) la Prima (vera) Invasione. Il resto c'è stato, è stato reso anche più veloce, a volte persino più bellino (mi si passi lo stridere), ma è qualcosa che c'è stato sempre e comunque dopo. Tutto c'è stato, ma dopo. Soltanto dopo. Dopo... Quei cartoni animati non nipponici che tu rammenti (alcuni dei quali trovo straordinari, intendiamoci) non avevano quasi mai la capacità di andare oltre la superficialità di trama. Erano tutte storie, per così dire, orizzontali: te le vedevi e restavi sulla stessa linea di pensiero, non ti consentivano di esplorarti parti più profonde. Erano cartoni che ti divertivano, ma non ti muovevano. Altra cosa per vicende che io considero invece verticali; dove ci si andava dentro, si poteva colludere con i personaggi, sperimentando (la dico grossa, ma la dico) persino l'empatia per ciò a cui si assisteva. Bellissimi "The secret Lives of Waldo Kitty", "La Famiglia Mezil", "Luni, il Lupo col Dentone", "Butch Cassidy e i Sundance Kids", "Bird Man", "Gli Erculoidi" e così via... Ma quando si ha (e la si ebbe) l'opportunità di vedere (e in qualche modo di capire, inconsapevolmente, di veder per primi, anche prima dei genitori) "Atlas UFO Robot", "Baldios", "Gundam", Babil Junior" o "Mazinga Z", si tratta (e si trattò) di un segno d'Epoca. E quindi? Molto semplice. Dopo di noi, tanti. Prima di noi, nulla. Noi stessi, bimbi dell'Epoca, fummo l'Indicatore massimo di questo momento storico. Piccolo, se vuoi, ma psicologicamente importantissimo, se siam qua a scriverne. Esatto, comunque: noi siamo stati i primi a rincorrere la nostra generazione attraverso la televisione e i ricordi che ne portiamo dietro. Siamo stati meno in strada? Forse, ma non credo più di tanto. Parlando al singolare esperienziale, io non facevo altro che stare per la via a combinare cazzate, ad un solido e orgoglioso stato brado. Eppure quei cartoni, per tutta la trama della vicenda della mia infanzia, mi ridanno intere parti di me ancora oggi. Mi hanno segnato psicologicamente, e stavolta non faccio neppure cenni all'affetto grande che ad essi mi lega. Noialtri siamo stati, quello sì, tanto di più alla televisione, magari, ma in un momento (storico) che ci ha consentito di viverci contemporaneamente le strade, le piazze, tutto un mondo che era (ancora) nostro. Come amo affermare (e pure affermarmi, per narcisismo fedele), fu un Imprinting Culturale tout court, del tutto singolare, niente affatto ripetibile. Purtroppo? Per buona sorte? Non lo so, ma il mio pensiero è questo. Se comunque la mia risposta non ti soddisfa, ti rimando a chi mi ha anticipato nell'intervenire, ho visto scritte tutte cose molto sensate e che in sostanza molto condivido. Sempre che non ci si riferisca a DanCasti che, com'è noto, non fa che imporre il suo solito, logoro, noioso, desueto e a tratti spettrale pensiero. Che poi: anche a chiamarlo pensiero... WATTA Old Style TAKEO
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
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