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Per discutere sulle sigle dei cartoni ed altro...
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Ricordiamoci che Lady Oscar fù anche PRIMO in classifica a Super Classifica Show per diverse settimane. Le sigle le seguivano, amavano e compravano anche i grandi/genitori. I cartoni all'epoca erano comunque ancora un fenomeno, una forma di intrattenimento "diversa" da poter seguire con passione. Ho visto un'infinità di cartoni insieme ai miei fratelli e mia madre (per esempio lei fù una grande patita di Lady Oscar, Candy Candy e Daltanious) :D


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MessaggioInviato: lun 5 dic 2011, 20:07 
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cavaliere ha scritto:
Ricordiamoci che Lady Oscar fù anche PRIMO in classifica a Super Classifica Show per diverse settimane. Le sigle le seguivano, amavano e compravano anche i grandi/genitori. I cartoni all'epoca erano comunque ancora un fenomeno, una forma di intrattenimento "diversa" da poter seguire con passione. Ho visto un'infinità di cartoni insieme ai miei fratelli e mia madre (per esempio lei fù una grande patita di Lady Oscar, Candy Candy e Daltanious) :D


Di superclassifica show devo dire che non so niente, però nelle classifiche settimanali pubblicatate da hitparadeitalia.it risulta in classifica per una decina di settimane e la posizione massima raggiunta fu la (ottima) 6. Nella classifica di fine anno invece è alla 57.


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MessaggioInviato: lun 5 dic 2011, 20:14 
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FDiv88 ha scritto:
Certo che cambiano da 70.000 a 700.000 ma se una qualsiasi canzone riesce a fare 700.000 bene se ne fa 70.000 va bene lo steso. Le case discografiche hanno già applicato questo discorso per altri cantanti, non sono mie congetture. La stessa RCA ha già applicato questo discorso per gli LP di Heidi.


andrà bene per te... ma non per la RCA se fosse stato il dato di Lady Oscar ai tempi.
di fatto quando le vendite sono calate non ne hanno più pubblicate.
è chiaro, o no?
anzi, guarda... non rispondere neanche, dai... :work:

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MarMa ha scritto:
FDiv88 ha scritto:
Certo che cambiano da 70.000 a 700.000 ma se una qualsiasi canzone riesce a fare 700.000 bene se ne fa 70.000 va bene lo steso. Le case discografiche hanno già applicato questo discorso per altri cantanti, non sono mie congetture. La stessa RCA ha già applicato questo discorso per gli LP di Heidi.


andrà bene per te... ma non per la RCA se fosse stato il dato di Lady Oscar ai tempi.
di fatto quando le vendite sono calate non ne hanno più pubblicate.
è chiaro, o no?
anzi, guarda... non rispondere neanche, dai... :work:


Il punto è che, forse non è tanto chiaro per te, ma la RCA sembra già essere scesa al di sotto di questa mole di vendita per gli LP di Heidi (100.000 copie complessive in due, stando alla Stampa)..quindi certe soglie di vendita erano considerate redditizie per la RCA già nel 1978!
Zara dice che nel frattempo le vendite non superavano le 50.000 copie e hanno dato loro altre sigle!


Ultima modifica di FDiv88 il lun 5 dic 2011, 20:22, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: lun 5 dic 2011, 20:21 
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perché continui a parlami di LP?
(LP = 33 giri)

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Perchè anche è sempre un prodotto discografico per cui ci sono dei costi e al di sotto di una certa mole di vendita non conviene andare. Se è redditizio un LP con quella mole di vendita perchè non dovrebbe esserlo un 45 giri finito anche in classifica, come accaduto per altre sigle che hanno spronato la produzione di altre?
Certo che mi ritorna in mente il discorso del 10.000.000 diventati 110.000.000 spero di no ma non vorrei che i dati dell'ultima intervista siano stati volutamente gonfiati dall'appassionato, il dubbio mi viene perchè: come mai i dischi che hanno venduto 50.000 copie non sono finiti in classifica? al contrario di altri dello stesso periodo con la stessa mole di vendita?

Mi sembra più che lecito che sia un dubbio...


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MessaggioInviato: lun 5 dic 2011, 20:28 
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FDiv88 ha scritto:
Perchè anche è sempre un prodotto discografico per cui ci sono dei costi e al di sotto di una certa mole di vendita non conviene andare.


(a parte il contorto costrutto grammaticale) non mi pare sia la risposta alla domanda che ti ho fatto prima...

si parla di dati di vendita di 45 giri e continui a replicare parlando di 33 giri (di Heidi)

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MarMa ha scritto:
FDiv88 ha scritto:
Perchè anche è sempre un prodotto discografico per cui ci sono dei costi e al di sotto di una certa mole di vendita non conviene andare.


(a parte il costrutto grammaticale) non mi pare sia la risposta alla domanda che ti ho fatto prima...

si parla di dati di vendita di 45 giri e continui a replicare parlando di 33 giri (di Heidi)


-_- la rispota era riferita al parlare di prodotti discografici in generale per la RCA, di cui fanno parte anche gli LP. Spesso, da alcuni untenti, si è parlato di dischi in generale al di sotto del quale la RCA non è scesa...non sempre si è parlato specificatamente di 45 giri..ma di dischi di cui fanno parte anche gli LP.
Forse quel dischi di sigle RCA era da intendersi restrittivamente ai 45 giri e allora il discorso degli Lp non c'entra, se si parla però di dischi sigleschi della RCA senza specificare 45 giri (a meno che non mi sia sfuggito in qualche rigola ma si è parlato anche in genrale dei dischi) allora anche i dati dell'LP di Heidi diventano dati al di sotto del quale la RCA è scesa validi come esempio per prodotti discografici sigleschi della RCA.

Limitatamente ai 45 giri, i dischi con 50.000 copie del 1983 dovrebbero essere nelle classifiche annuali insieme agli altri dischi con la stessa mole di vendite, perchè non ci sono?

Io credo che ci sia da fare luce...ecco tutto..e dato che a molti non mancano le occasioni per parlare a Zara, confiudando nbella buona fede nel non traviare i dati, credo che possa essere un'occasione per fare luce...tutto qua!


Ultima modifica di FDiv88 il lun 5 dic 2011, 20:36, modificato 1 volta in totale.

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FDiv88 ha scritto:

-_- la rispota era riferita al aprlare di prodotti discografici in generale per la RCA, di cui fanno parte anche gli LP. Spesso, da alcuni untenti, si è parlato di dischi in generale al di sotto del quale la RCA non è scesa...non sempre si è parlato specificatamente di 45 giri..ma di dischi di cui fanno parte gli LP.
Forse quel dischi di sigle era da intendersi restrittivamente ai 45 giri e allora il discorso degli Lp non c'entra, se si parla però di dischi sigleschi della RCA senza specificare 45 giri (a meno che non mi sia sfuggito in qualche rigola ma si è parlato anche in genrale dei dischi) allora anche i dati dell'LP di Heidi diventano dati al di sotto del quale la RCA è scesa.


perché ovviamente a te pare corretto paragonarmi dati di vendita di due prodotti differenti?
non c'entra un bene amato se appartengono alla stessa "categoria"... sono due

quanto vendono le mele?
sicuramente i cachi di meno...
ma sì, tanto sempre di frutta di tratta

no comment.
inutili altri sproloqui...

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MarMa ha scritto:
FDiv88 ha scritto:

-_- la rispota era riferita al aprlare di prodotti discografici in generale per la RCA, di cui fanno parte anche gli LP. Spesso, da alcuni untenti, si è parlato di dischi in generale al di sotto del quale la RCA non è scesa...non sempre si è parlato specificatamente di 45 giri..ma di dischi di cui fanno parte gli LP.
Forse quel dischi di sigle era da intendersi restrittivamente ai 45 giri e allora il discorso degli Lp non c'entra, se si parla però di dischi sigleschi della RCA senza specificare 45 giri (a meno che non mi sia sfuggito in qualche rigola ma si è parlato anche in genrale dei dischi) allora anche i dati dell'LP di Heidi diventano dati al di sotto del quale la RCA è scesa.


perché ovviamente a te pare corretto paragonarmi dati di vendita di due prodotti differenti?
non c'entra un bene amato se appartengono alla stessa "categoria"... sono due

quanto vendono le mele?
sicuramente i cachi di meno...
ma sì, tanto sempre di frutta di tratta

no comment.
inutili altri sproloqui...


il punto è: perchè per gli LP è possibile scendere e per i 45 giri no se c'è ugualmente un guadagno che supera ampliamente i costi, in un caso come in un'altro? I prodotti sono differenti ma essendo anche prodotti discografici hanno anche delle comunanze (maggiori del caco e della male ^^), in questo caso l'ottenere un guadagno e riconoscimenti oltre una certa soglie di vendite.

intanto, sti 45 giri del 1983 vendendu le 50.000, nelle classifiche, perchè non sono insieme ad altri 45 giri che hanno venduto questa mole di vendite?..dobbiamo girarci per molto, visto che è da un po' che lo posto?


Ultima modifica di FDiv88 il lun 5 dic 2011, 20:42, modificato 1 volta in totale.

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FDiv88 ha scritto:
il punto è: perchè per gli LP è possibile scendere e per i 45 giri no se c'è ugualmente un guadagno che supera ampliamente i costi? I prodotti sono differenti ma essendo anche prodotti discografici hanno anche delle comunanze (maggiori del caco e della male ^^).



usa pure le due doti deduttive per arrivarci...
auguri.

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MarMa ha scritto:
FDiv88 ha scritto:
il punto è: perchè per gli LP è possibile scendere e per i 45 giri no se c'è ugualmente un guadagno che supera ampliamente i costi? I prodotti sono differenti ma essendo anche prodotti discografici hanno anche delle comunanze (maggiori del caco e della male ^^).



usa pure le due doti deduttive per arrivarci...
auguri.


Vabbè... tolto il discorso LP (che poteva essere inteso anche come discorso generale riferito a tutti i supporti discografici..visto che già prima altri hanno fatto il confronto LP/45 giri..successivamente si parla di dischi RCA in generale, non che sia così anormale intenderlo in generale visto che già prima si era fatto il paragone -_-)... ritornando ai 45 giri:
Un'altra cosa da cui è nato il dubbio è: 700.000 copie e posizione 57? 50.000 copie per altri dello stesso periodo e per questi niente classifica? e le certificazioni? (dopo 50.000 scattava il disco d'oro) vediamo cosa dice il tuo d'intuito, visto che in merito non si è ancora pronunciato!
Sarebbe normale che un appassionato volesse gonfiare per far risaltare il più possibile il proprio idolo, rispetto ad un'intervistatore neutro della Stampa.
Credo che un dubbio rimanga...

Non amo molto i dati gonfiati, per la stessa Cristina ho "sgonfiato" i dati (da 500.000 a 50.000 con fonti)...mi sembra più giusto, visto che si parla sempre di dati tutto sommato ampi, per cui non mi sembra che si denigri mostruosamente, visto che parliamo di dati con certificazioni! Da appassionato dovrebbe venire spontaneo avere dei dubbi e voler far luce per capire a fondo la verità delle cose! Anche se dovesse venire fuori quano pronosticato, questo non smonta "i miti", nè l'ampia popolarità goduta.


Ultima modifica di FDiv88 il lun 5 dic 2011, 21:45, modificato 2 volte in totale.

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A livello di curiosità, lo estrapolo dal poema di prima.
Questo è un articolo del 1981 che attesta la crisi discografica di quel periodo.

http://www.archiviolastampa.it/componen ... _18190311/

Le due crisi della musica Dischi e canzone italiana (02.01.1981)
Le due crisi della musica Dischi e canzone italiana Si guarda a Sanremo come un'ancora di salvezza Le due crisi della musica Dischi e canzone italiana

ROMA — Sebbene manchi più d'un mese all'appuntamento, l'industria della musica leggera guarda al Sanremo '81 come ad un'ancora dì salvezza. Le vendite natalizie sono andate male e la crisi del mercato discografico si è ulteriormente aggravata. Dicono i grossi negozianti di dischi: «Quest'anno ne abbiamo venduti il venti per cento in meno rispetto al Natale 79. E le richieste si sono concentrate sul jazz, sulla musica pop e sul repertorio americano». Non per niente, nell'ultima classifica del più diffuso settimanale specializzato troviamo soltanto Riccaro Fogli (Io amo però...) nella graduatoria dei dieci «45 giri» più venduti: conferma questa tendenza la Hit Parade radiofonica dove la presenza italiana è limitata a due soli interpreti. «Ventidue anni fa — dice Domenico Modugno — prima dell'esplosione di Volare, esisteva una cattiva canzone italiana. Oggi non esiste più, né buona, né cattiva. E' arrivato il momento di non farsi più condizionare dalle mode imposte dalle multinazionali straniere. Oltre a ciò si deve rivedere, prima di tutto, la politica della nostra industria discografica se non si vuole che la canzone italiana scompaia per sempre dal mercato internazionale». All'estero, in questo momento, la produzione italiana trova ancora un po' di spazio in Germania, con Milva, e in Sudamerica. Il tramonto del genere melodico le sta facen- do perdere quota anche in Giappone. Ecco perché si riguarda al Sanremo con interesse; in più la televisione di Stato (nel timore di venire scavalcata dalle emittenti private) ha deciso di ritrasmettere per intero le tre serate del Festival. Le cose in questo momento non vanno bene neppure per la musica seria. «Neanche questa — dicono sempre i negozianti — ha attratto, nel periodo natalizio, l'interesse del pubblico. Si sono venduti più o meno gli stessi dischi del repertorio classico che si vendono negli altri mesi dell'anno». E dire che la musica seria, o colta, rappresenta in Italia l'il per cento del fatturato discografico. •L'industria discografica italiana è in crisi — afferma Guido Rignano, presidente dell'Associazione dei Fonografici — perché il mercato non si è sviluppato come ci si aspettava a causa della pirateria, ossia della riproduzione abusiva da parte di piccoli e grossi speculatori, e per il diffondersi della "moda" delle copie private: i ragazzi per risparmiare acquistano a rotazione un disco e poi se lo passano per registrarlo. Oggi la produzione "pirata" in Italia supera largamente il venti per cento della produzione regolare, mentre negli altri Paesi del Mercato Comune non raggiunge il 4-5 per cento. A differenza della pirateria che si può combattere, il fenomeno delle copie private è più officile da estirpare. Contro la pirateria, sono all'esame del Parlamento due progetti di legge. In certi Paesi orientali, come a Singapore, la pirateria ha praticamente fatto morire l'industria locale della musica registrata». Il fatturato annuo della nostra industria discografica si aggira attorno ai 150 miliardi e quello del mercato dei «falsi» è valutato sui 40 miliardi. Oggi in Italia si vendono 17 milioni di «nastri, (nel '66: mezzo milione di pezzi): 29 milioni di «45 giri» contro i 34 milioni del '69: e 20 milioni di long-playing. Questa stima, che si riferisce all'intera produzione, leggera e classica, è del 1979 e comprende anche i «falsi». «/ dischi prodotti dall'industria pirata — sostiene il presidente dell'Afi — provocano squilibri nei prezzi al dettaglio e ciò disorienta l'acquirente. E poi c'è il problema delle tasse. Sebbene non si possa negare che la musica è cultura, la nostra industria non gode delle stesse aliquote fiscali accordate all'editoria». Alla critica di importare troppa musica straniera, come reagite? «Non si può arginare l'importazione — ribatte Rignano — perché significherebbe impedire ai giovani di esprimere il proprio gusto. Comunque. l'Italia continua ad esportare all'estero la musica tradizionale. Ma forse si apre qualche spiraglio: la critica straniera infatti comincia ad interessarsi ad Edoardo Bennato. Angelo Branduardi. Francesco De Gregori, Fabrizio De André.


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Tra i dati dei 45 giri, nella classifica annuale del 1982, Claudio Cecchetto era alla posizione 31/100 con Ska Chou Chou.. in questa intervista dice di aver venduto 300.000 copie (http://www.alessandrorobecchi.it/index. ... cecchetto/).
Io lo prendo con le "pinze", ma cercherò gli altri dati dei 45 giri più venduti di quello stesso anno in modo da avere dei punti di riferimento maggiori.


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I dischi 45 giri vendevano di più, dai caxxo! Esistevano anche i mangiadischi portatili dei 45 giri, te li portavi anche a casa degli amici....cosa che per gli LP non si poteva fare. Il 45 giri aveva tutta un'altra vita, costava di meno, avevi solo la canzone che ti piaceva senza sorbirti una compilation, magari, che non era interessante e i genitori lo acquistavano per i propri figli perchè costava meno del 33. E altre mille motivazioni. Tu insisti su questi due benedetti LP perchè hai in mano i dati della Stampa e ti sei incartato su quelli. Dati a parte noi c'eravamo in quegli anni e vivevamo gli eventi, sappiamo quali canzoni sentivi anche nella sala d'aspetto del dottore, piuttosto che sull'autobus :lol:


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cavaliere ha scritto:
I dischi 45 giri vendevano di più, dai caxxo! Esistevano anche i mangiadischi portatili dei 45 giri, te li portavi anche a casa degli amici....cosa che per gli LP non si poteva fare. Il 45 giri aveva tutta un'altra vita, costava di meno, avevi solo la canzone che ti piaceva senza sorbirti una compilation, magari, che non era interessante e i genitori lo acquistavano per i propri figli perchè costava meno del 33. E altre mille motivazioni. Tu insisti su questi due benedetti LP perchè hai in mano i dati della Stampa e ti sei incartato su quelli. Dati a parte noi c'eravamo in quegli anni e vivevamo gli eventi, sappiamo quali canzoni sentivi anche nella sala d'aspetto del dottore, piuttosto che sull'autobus :lol:



dovevi inserire la risposta entro i tag SPOILER ! :work:

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Mea culpa! :mrgreen:


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FDiv88, apprezzo le tue "ricerche" e il dubbio che hai sulle cose, sicuramente in tanti casi le cifre sono state "pompate" e fai bene a dubitare... Ma che Lady Oscar abbia venduto 70.000 copie è impossibile. Sarebbe cambiata la storia :D rispetto a com'è andata...
Se sei dell'88 forse non ti puoi rendere conto dell'impatto che ebbe Lady Oscar; la canzone dei Puffi non è la stessa cosa.
La sovraesposizione successiva della D'Avena (e attuale) ti può fuorviare, il fatto che oggi vada a cantarla in tv in prima serata ogni tre mesi :mrgreen: ti può far pensare che fossero più o meno simili come popolarità, ma non è così. Anche oggi una canzone come quella dei Puffi è considerata una canzoncina per bambini, quella dei Cavalieri è considerata un vero mito. Parlo di NON appassionati alle sigle, per esempio miei coetanei.

E poi ripeto anche qui: nemmeno i Puffi hanno venduto 50.000 copie. Questa (anche se non ne sono così persuaso) sostieni che fosse la cifra minima per il disco d'oro; ma la soglia successiva all'epoca penso fosse almeno 250.000. Tu sostieni 100.000 ma non è così: leggiti questa risposta del 2001 di Luzzatto Fegiz http://forum.corriere.it/fegiz_files/07-10-2001/copie_vendute_e_classifiche-20179.html Dice che in quell'anno (2001) il disco d'oro corrispondeva a 50.000 copie e quello di platino a 100.000 copie... Beh, rispetto agli anni 80 si erano già ridotti sicuramente(le cifre del lettore che scrive a Fegiz sono sballate, ma comunque rispetto agli anni 80 erano calate).

Quindi la canzone dei Puffi essendo disco d'oro, rientrava nella fascia tra disco d'oro e disco di platino, che non credo affatto fosse 100.000 ma di più.


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Aiuto stanno crescendo di lunghezza anche i miei post :D è contagioso.


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Non ti preoccupare, verrai abbattuto prima che il virus ti contagi in modo definitivo......"uno" è più che sufficiente. :D


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Ho appena scoperto che si era già parlato di questo nel 2004, avanzando dati ipotizzati da me (che rimangono teorici).

Sigle in Classifica anni 70/80
viewtopic.php?f=1&t=1321&start=0

Fa.Gian disse:

Fa.Gian. ha scritto:
Scusate, ma a quanto sapevo io "Candy Candy" aveva venduto quasi 100.000 pezzi ed era stato uno dei successi maggiori, superiore perfino a "Lady Oscar" (70.000 copie vendute)


Forse, in conclusione, per ora, è meglio lasciare le cose nel dubbio senza scannarci ^^
Comunque se intorno al 1983 i 45g RCA non superavano le 50.000 (magari venduti nel giro di 2 anni, invece di 1...questo potrebbe giustificare l'assenza nelle classifiche) già questo smentirebbe che dal 1984 il dato scese al di sotto delle 100.000 e che invece la RCA, prima del 1984, produsse più 45 giri al di sotto di questa soglia.

Per quanto riguarda le soglie, sono sempre state di doppio in doppio..nel 2001 e anche negli anni 90 c'erano state si delle modifiche ma lievi...anche nel caso in cui ci fosse un platino alle 200.000, a 100.000 sarebbe dovuto scattare il doppio disco d'oro.
Se il disco d'oro si otteneva ad ogni superamento delle 50.000 copie, un disco che vende 50.000, quando arriva a 100.000 ha nuovamente superato ulteriori 50.000 copie, in assenza di certificazioni veniva dato un nuovo disco d'oro per il nuovo superamento. Per i Puffi, non si parla di un secondo superamento..ha vinto UN disco d'oro non DUE. La soglia delle oltre 50.000 per il disco d'oro, attestava ogni superamento di 50.000 copie, se si superava una seconda volta..un altro disco d'oro. E' per forza di cose, ricompreso tra 50.001 e 100.000 (senza andare oltre).

Per il 1982 ho trovato due classifiche annuali.
quella di hitparadeitalia:
- http://www.hitparadeitalia.it/hp_yends/hpe1982.htm
e questa (depurata degli anni lavorativi...hitparadeitalia ha un sistema di conteggio diverso prendendo in considerazione gli anni lavorativi, es: 1981/1982 poi 1982/1983):
- http://www.retro80.ru/music/Italy/Singles/1982.htm
I dati delle classifiche settimanali riportati, invece, sono quasi gli stessi in entrambi, salvo dei 5 al posto di 6, può darsi che siano meri errori di battitura. Hitparadeitalia riporta delle Top10 settimanali complete.


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MessaggioInviato: mar 6 dic 2011, 7:51 
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Ma scusate se Zara afferma che Lady Oscar ha venduto più di 500.000 dischi, prima che il fenomeno del settore si spegnesse fino a far vendere circa 50.000 copie a sigla... pensate che stia non dicendo il vero o che chi ha scritto l'intervista, vi invito a leggere chi è :D :D, abbia cambiato solo il primo valore e non il secondo?

FDiv88 ha ragione chi afferma che in quel periodo quelle canzoni si sentivano alla Radio quotidianamente, le sentivi alla festa da ballo, le compravi nei mercatini e i negozi di dischi vendevano... eccome se vendevano, ma nessuno che le trasmettesse o le ascoltasse pensava ad un revival cartoonesco o ad un omaggio, erano semplicemente brani che si ascoltavano. Per assurdo potremmo affermare che il primo concetto netto di musica per bambini cominciò a nascere con l'arrivo al successo di Cristina d'Avena.

I CdR o Tempera li ascoltavano tutti, senza che si pensasse che fosse roba per bambini... il primo concerto che vidi di Cristina fu nel 1984 e c'erano solo bambini delle elementari. Senza nulla recriminare alla d'Avena, semplicemente le cose andarono così. :D :D


Hiroshi e mettici qualche dato anche tu! :D :D


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MessaggioInviato: mar 6 dic 2011, 11:43 
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cavaliere ha scritto:
Non ti preoccupare, verrai abbattuto prima che il virus ti contagi in modo definitivo......"uno" è più che sufficiente. :D

Grazie :mrgreen:


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MessaggioInviato: mar 6 dic 2011, 12:04 
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FDiv88 ha scritto:
Forse, in conclusione, per ora, è meglio lasciare le cose nel dubbio senza scannarci ^^
(...)
Per quanto riguarda le soglie, sono sempre state di doppio in doppio..nel 2001 e anche negli anni 90 c'erano state si delle modifiche ma lievi...anche nel caso in cui ci fosse un platino alle 200.000, a 100.000 sarebbe dovuto scattare il doppio disco d'oro.

Sono d'accordo con te quando dici che è il caso di lasciar perdere, perché finché qualcuno non sa con certezza (e non con supposizioni... il disco d'oro forse era a 50.000, quello di platino forse a 100.000, ma a 100.000 ci doveva essere almeno il doppio d'oro ecc ecc) come fossero certificate le vendite nel 1982, e le soglie per i vari riconoscimenti, è inutile continuare. Anche perché ti ripeto che si leggono in giro dati "contrastanti", per esempio che Renato Zero nel 1986 conquistò il disco d'oro per 100.000 copie... Quindi o qualcuno porta dati certi, o è inutile parlarne.


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MessaggioInviato: mer 14 dic 2011, 9:21 
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Spero mi perdonerete se intervengo senza aver letto tutta la discussione...

Innanzitutto ecco il dato promesso a FDiv88: per Heidi a me risulta una tiratura di 1.500.000 copie. Fonte ufficiosa siae. Non so quanto sia precisa, ma l'ordine di grandezza c'è :P

E poi la risposta facile:

FDiv88 ha scritto:
Limitatamente ai 45 giri, i dischi con 50.000 copie del 1983 dovrebbero essere nelle classifiche annuali insieme agli altri dischi con la stessa mole di vendite, perchè non ci sono?

La spiegazione è semplice e nota: i dati di vendita negli anni '80 erano elaborati (per usare un elegante eufemismo) dalle riviste specializzate, nella compilazone delle loro classifiche, tant'è che non c'erano due riviste con la stessa classifica. In questa operazione venivano penalizzate (altro splendido eufemismo) le sigle dei cartoni, specie nei primi anni '80 se si trattava di serie in onda sulle tv private. Questo lo sa chiunque abbia lavorato nel settore.

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Cuore d'acciaio, mente geniale e rischio da affrontare, ma chi non ha coraggio non può sfidare il cielo come noi!


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