ivan ha scritto:
Se la gestione delle sigle è passata da lui ad AVM i daveniani possono solo che baciarsi le manine, altrimenti dubito che un personaggio come Cri, in mano sua, sarebbe durato più di 3-4 sigle.
No aspetta... che vuoi dire con "
Se la gestione delle sigle è passata da lui ad AVM"?
La gestione delle sigle
NON è passata da nessuno a nessuno. Se tutti (e non solo i daveniani) possono solo che baciarsi le mani è perchè la gestione Five Record ha proseguito quello che stava facendo da circa un lustro.
Da come dici sembra che finita la gestione delle sigle RCA (1986 circa?), il testimone sia passato alla neonata Five Record, ma non è così.
La gestione Five Record non ha fatto altro che fare la stessa cosa che faceva dal 1981 circa; anni fa elaborai una media delle sigle annue di quest'ultima e questa, dalla nascita del Fivelandia, è rimasta più o meno la stessa (parlo di sole sigle) anche dopo la morte della gestione RCA. Un incremento c'è stato negli anni '90 con gli Amici in Tv, ma prima no.
Pertanto è logico pensare che RCA, con l'esserci o il non esserci, non abbia minimamente influito sull'avanzamento della diretta concorrente... in poche parole se c'era o non c'era, la gestione Five Record non se n'è manco resa conto.
E' quello che piace pensare ad alcuni che la fine delle sigle RCA abbia sviluppato il mercato delle sigle Fininvest, ma effettivamente non è così, anche perchè cronologicamente non è così.
Il fatto che tra Five Record e le altre case discografiche (non necessariamente RCA) non ci sia stata un'effettiva concorrenza lo dimostra anche il fatto che la signora Manera si sia servita di autori che facevano anche sigle per queste altre etichette. Un esempio fra tutti è Detto Mariano, celebre autore delle sigle di Gundam, Astroganga, Mazinga Z (arrang. italiano), I bonbon di Lilly:
D. Nel 1985, però, ha fatto "Il grande sogno di Maya" e "Dolce Kathy" per la Fininvest.
R. Sì ed è un ricordo che conservo con molto piacere. Sia con Alessandra Valeri Manera, autrice dei testi, che con Cristina D’Avena si creò un rapporto splendido. Pensa che smisi non per mia volontà ma perché avevo gli impegni che mi strozzavano. Curai la realizzazione e l’arrangiamento dei brani. Incidemmo prima Il grande sogno di Maya e poi Dolce Kathy.
[...] Come d’accordo andai a casa di Alessandra Valeri Manera, la quale, conoscendo bene storia e psicologia dei personaggi aveva già scritto il testo. Mi raccontò tutto sulla serie, ed io, trovando il tutto di mio gradimento me ne tornai a casa dove iniziai a scrivere la canzone. [...]
D. Il suo parere su Alessandra Valeri Manera…
R. Incontrai poche volte la Valeri Manera, due o tre in tutto, e sempre andai a casa sua a Milano Due. La prima volta, quando mi invitò per farmi leggere il testo de “Il grande sogno di Maya”, mi trovai davanti ad una bella, simpatica e giovane signora, mi fece accomodare, e dopo i primi brevi, dovuti convenevoli, entrò subito nel vivo. Mi diede una copia del testo e lo leggemmo insieme. Il testo era professionalmente perfetto, voglio dire: era in metrica, aveva le rime nei punti giusti, era scritto in maniera semplice per un pubblico infantile pur avendo una sua raffinatezza. Io non avevo avuto modo di vedere il cartone, il testo però, me lo faceva chiaramente immaginare. Dalle telefonate che riceveva e da piccoli aneddoti raccontati in quella sede riuscivo a percepire che Alessandra Valeri Manera era come si suol dire “una potenza” a Canale 5, ma poiché anch’io nel mio piccolo mi sentivo, da giovane megalomane, “una potenza”, non avrei avuto alcuna difficoltà a chiederle di cambiare qualcosa nel testo, magari fingendo (come a volte facevo) di essere aiutato nella composizione musicale. Non in questo caso però, in questo caso non ce n’era alcun bisogno, il testo lo considerai “perfetto” e quello cantato da Cristina D’Avena è lo stesso, anche nelle virgole, letto quel giorno a casa di Alessandra.
[...]
Quando scrivo una canzone, per aiutare il complesso della realizzazione, do sempre al cantante un provino cantato (ahimè) da me. Quindi, quando venne in sala di registrazione, arrivò con il brano già pronto per essere registrato. Sapendo a priori che Cristina “doveva” essere la cantante per voleri “superiori” rimasi piacevolmente colpito dal fatto che lei non si sentisse affatto protetta da questa situazione apparentemente favorevole, perché arrivò con il brano preparato in modo altamente professionale. Nella mia vita, così come mi trovavo in quel momento, e cioè con un cantante davanti al microfono ed io in regia ad ascoltare come cantava, mi ci sono trovato con artisti come Celentano, Battisti, Mina etc. etc. etc. ed il mio istinto primordiale è sempre stato quello di collaborare con loro, soprattutto in quella fase, per rendere artisticamente migliore il risultato finale. Con Cristina, mi ritrovai ad avere ben poche cose da dire perché la dolcezza istintiva e l’intonazione naturale della sua voce, richiedevano ben poco per il miglioramento del risultato finale. Per la seconda canzone invece, dopo l’ottima accoglienza fatta dalla Five Record alla realizzazione de “Il grande sogno di Maya”, mi venne proposto (se non ricordo male da Alessandra Valeri Manera), di scrivere una nuova canzone per una seria in allestimento dal titolo “Le avventure della dolce Katy”. Questa volta però quella canzone, sempre con il testo preventivamente scritto da Alessandra, la scrissi proprio per Cristina perché non la inquadravo più nell’ottica di essere “obbligato” a farlo ma con quella più piacevole di essere “contento” di farlo.
Un'apertura, da parte di Five Record, verso altri dell'ambiente c'è stata. Amiamo pensare che con la fine di RCA sia stato definitivamente negato ai vecchi autori, contro la loro volontà, di proseguire in questo campo.
In tutti questi anni ormai che frequento i forum non mi è mai capitato di leggere una domanda del genere: "
E se anche ai nostri amati vecchi interpreti/compositori mancava la voglia di continuare a fare sigle di cartoni?". Abbiamo sempre dato per scontato che i vecchi interpreti abbiano finito di comporre/cantare sigle controvoglia, ma non abbiamo mai considerato l'opzione inversa. Un caso è certo, Georgia Lepore non ha voluto continuare perchè voleva, giustamente, fare altro, ma gli altri?
Chi, dei vecchi, ha osato di più, ad esempio, ha trovato posto in Five Record, non è il solo caso di Detto, ritroviamo Giampi Daldello, Paola Orlandi, Nadia Biondini, Vince Tempera, Mario Pagano... perchè?
Girava la notizia che all'epoca fu offerto a Zara di comporre anche sigle per AVM ma che rifiutò. Questa notizia non l'ho più riletta, probabilmente è infondata, come se ne sono lette tante in questi anni.
Del resto sappiamo anche (come si legge poco sopra nelle parole di Detto Mariano) che la linea politica adottata dall'alto dei capi Fininvest era quella di puntare esclusivamente su Cristina, quindi deduciamo che posto per una ulteriore interprete femminile non ci fosse. Allo stesso modo il coro dei bambini era quello dei Piccoli Cantori (quindi non ci sarebbe stato posto per le Mele)... ma il resto? Ci sono dei buchi nella ricostruzione dell'evoluzione della storiografia siglesca che, in effetti, nessuno, fino ad adesso, ha saputo riempire fondatamente. Purtroppo da anni ci limitiamo a ipotizzare e ipotizzare e ipotizzare...

Come ultimamente qualcuno ha suggerito, delle belle interviste chiarificatorie sarebbero l'ideale.
