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Per discutere sulle sigle dei cartoni ed altro...
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MessaggioInviato: sab 6 ott 2007, 14:04 
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Località: Velletri RM
Mah, penso che ogni industriale/produttore/imprenditore arrivi a un punto in cui deve decidere in quale settore buttarsi di più e in quale meno. Ovvio che il settore sigle, seppur di successo, è pur sempre di nicchia, e quindi uno dei primi ad essere scartati. Quindi non vedo perché demonizzare uno che ha commesso un errore di valutazione. Considerando anche che all'epoca non c'erano le analisi di mercato che ci sono oggi, né i fan che possono far udire la propria voce come noi facciamo su internet... Ecco, oggi sarebbe da demonizzare

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Il mio medico dice che ho la ghiandola del dovere malformata e una deficienza congenita della fibra morale e che quindi sono esentato dall'incarico di salvare universi. (Douglas Adams)


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MessaggioInviato: sab 6 ott 2007, 14:12 
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Località: Il regno della regina Stefania Mantelli
Magenta ha scritto:
Mah, penso che ogni industriale/produttore/imprenditore arrivi a un punto in cui deve decidere in quale settore buttarsi di più e in quale meno. Ovvio che il settore sigle, seppur di successo, è pur sempre di nicchia, e quindi uno dei primi ad essere scartati. Quindi non vedo perché demonizzare uno che ha commesso un errore di valutazione. Considerando anche che all'epoca non c'erano le analisi di mercato che ci sono oggi, né i fan che possono far udire la propria voce come noi facciamo su internet... Ecco, oggi sarebbe da demonizzare


be' anche questo è un pensiero abbastanza condivisibile :roll:

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MessaggioInviato: sab 6 ott 2007, 19:47 
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dancasti ha scritto:
ora, se io fossi un industriale e pubblicassi una marea di dischi che vendono moltissimo e molti altri (sigle) che vendono abbastanza (ma senza arricchirmi), probabilmente abbandonerei i secondi... g:-?

Hai ragione... è logica di mercato, stessa cosa che ho detto io con parole diverse (i dischi di metà '80 vendevano di meno dei precedenti), sempre che la ragione sia questa (in fondo stiamo solo facendo delle ipotesi... poi magari si erano semplicemente stufati di proseguire questo tipo di mercato :D ).

Il fatto che il sig. Petrossi, oggi come oggi, non voglia (per nessun motivo) "cedere" i provini d'epoca se non per magna pecunia mi fa pensare che il motivo di tutto è sempre quello.
E stiamo parlando di semplici demo (solo Zara proponeva provini completi e questo lo sappiamo tutti) destinati a un pubblico di nicchia. :|


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MessaggioInviato: sab 6 ott 2007, 20:47 
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Dico la mia:
io ho conosciuto il mitico Olimpio Petrossi, e trovo che sia una persona mitica. Ha una cultura e una competenza musicale incredibile, ma allo stesso tempo è molto umile, e ha sempre parlato con gran rispetto di tutti gli artisti con cui ha avuto a che fare.

Ovviamente è una persona e non un Dio, e come tale ha sicuramente commesso qualche sbaglio, ma l'amore e la passione che tutt'ora nutre per le sigle ha dell'incredibile. Non dimentichiamo che ha lanciato personaggi che si sono ritrovati a vendere milionate di dischi nel giro di poche settimane di lavoro.

C'è chi ha approfittato della situazione, e chi no. Alcuni artisti con cui ha fatto produzioni si sono preoccupati troppo di invidie e rivalità, altri no.
Alcuni artisti accettavano le sue critiche e i suoi consigli, altri manco morti.

Di conseguenza le voci che giravano su di lui, già all'epoca, erano sia positive che negative, ci scommetto.

Per Yusa: ricordati che Olimpio, per quanto fondamentale all'epoca, non era nè il presidente nè il titolare della RCA. Se chi sganciava il dinero ha deciso di chiudere con le sigle da un giorno all'altro, non credo che lui potesse fare molto per impedirlo.

Mi schiero dalla sua parte, senza indugi di sorta.
L'ottima opinione che mi sonoi fatto su di lui, è frutto sia delel ore in sua compagnia, che delle ore in compagnia degli artisti sigleschi che ha prodotto. Ho parlato sia con chi lo ama che con chi lo odia, e ho tratto le mie conclusioni. Lo stesso dovreste fare voi.
E' troppo facile schedare una persona senza conoscerla e/o senza aver sentito entrambe le campane.

Se la gestione delle sigle è passata da lui ad AVM i daveniani possono solo che baciarsi le manine, altrimenti dubito che un personaggio come Cri, in mano sua, sarebbe durato più di 3-4 sigle.

Le sigle, in RCA e in Five Records, seguivano due politiche diametralmente opposte, per quanto i buoni risultati ci siano stati da ambo le parti.


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MessaggioInviato: sab 6 ott 2007, 21:49 
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ivan ha scritto:
Se la gestione delle sigle è passata da lui ad AVM i daveniani possono solo che baciarsi le manine, altrimenti dubito che un personaggio come Cri, in mano sua, sarebbe durato più di 3-4 sigle.

No aspetta... che vuoi dire con "Se la gestione delle sigle è passata da lui ad AVM"?
La gestione delle sigle NON è passata da nessuno a nessuno. Se tutti (e non solo i daveniani) possono solo che baciarsi le mani è perchè la gestione Five Record ha proseguito quello che stava facendo da circa un lustro.
Da come dici sembra che finita la gestione delle sigle RCA (1986 circa?), il testimone sia passato alla neonata Five Record, ma non è così.
La gestione Five Record non ha fatto altro che fare la stessa cosa che faceva dal 1981 circa; anni fa elaborai una media delle sigle annue di quest'ultima e questa, dalla nascita del Fivelandia, è rimasta più o meno la stessa (parlo di sole sigle) anche dopo la morte della gestione RCA. Un incremento c'è stato negli anni '90 con gli Amici in Tv, ma prima no.
Pertanto è logico pensare che RCA, con l'esserci o il non esserci, non abbia minimamente influito sull'avanzamento della diretta concorrente... in poche parole se c'era o non c'era, la gestione Five Record non se n'è manco resa conto.

E' quello che piace pensare ad alcuni che la fine delle sigle RCA abbia sviluppato il mercato delle sigle Fininvest, ma effettivamente non è così, anche perchè cronologicamente non è così. :wink:

Il fatto che tra Five Record e le altre case discografiche (non necessariamente RCA) non ci sia stata un'effettiva concorrenza lo dimostra anche il fatto che la signora Manera si sia servita di autori che facevano anche sigle per queste altre etichette. Un esempio fra tutti è Detto Mariano, celebre autore delle sigle di Gundam, Astroganga, Mazinga Z (arrang. italiano), I bonbon di Lilly:
    D. Nel 1985, però, ha fatto "Il grande sogno di Maya" e "Dolce Kathy" per la Fininvest.

    R. Sì ed è un ricordo che conservo con molto piacere. Sia con Alessandra Valeri Manera, autrice dei testi, che con Cristina D’Avena si creò un rapporto splendido. Pensa che smisi non per mia volontà ma perché avevo gli impegni che mi strozzavano. Curai la realizzazione e l’arrangiamento dei brani. Incidemmo prima Il grande sogno di Maya e poi Dolce Kathy.

    [...] Come d’accordo andai a casa di Alessandra Valeri Manera, la quale, conoscendo bene storia e psicologia dei personaggi aveva già scritto il testo. Mi raccontò tutto sulla serie, ed io, trovando il tutto di mio gradimento me ne tornai a casa dove iniziai a scrivere la canzone. [...]

    D. Il suo parere su Alessandra Valeri Manera…
    R. Incontrai poche volte la Valeri Manera, due o tre in tutto, e sempre andai a casa sua a Milano Due. La prima volta, quando mi invitò per farmi leggere il testo de “Il grande sogno di Maya”, mi trovai davanti ad una bella, simpatica e giovane signora, mi fece accomodare, e dopo i primi brevi, dovuti convenevoli, entrò subito nel vivo. Mi diede una copia del testo e lo leggemmo insieme. Il testo era professionalmente perfetto, voglio dire: era in metrica, aveva le rime nei punti giusti, era scritto in maniera semplice per un pubblico infantile pur avendo una sua raffinatezza. Io non avevo avuto modo di vedere il cartone, il testo però, me lo faceva chiaramente immaginare. Dalle telefonate che riceveva e da piccoli aneddoti raccontati in quella sede riuscivo a percepire che Alessandra Valeri Manera era come si suol dire “una potenza” a Canale 5, ma poiché anch’io nel mio piccolo mi sentivo, da giovane megalomane, “una potenza”, non avrei avuto alcuna difficoltà a chiederle di cambiare qualcosa nel testo, magari fingendo (come a volte facevo) di essere aiutato nella composizione musicale. Non in questo caso però, in questo caso non ce n’era alcun bisogno, il testo lo considerai “perfetto” e quello cantato da Cristina D’Avena è lo stesso, anche nelle virgole, letto quel giorno a casa di Alessandra.
    [...]
    Quando scrivo una canzone, per aiutare il complesso della realizzazione, do sempre al cantante un provino cantato (ahimè) da me. Quindi, quando venne in sala di registrazione, arrivò con il brano già pronto per essere registrato. Sapendo a priori che Cristina “doveva” essere la cantante per voleri “superiori” rimasi piacevolmente colpito dal fatto che lei non si sentisse affatto protetta da questa situazione apparentemente favorevole, perché arrivò con il brano preparato in modo altamente professionale. Nella mia vita, così come mi trovavo in quel momento, e cioè con un cantante davanti al microfono ed io in regia ad ascoltare come cantava, mi ci sono trovato con artisti come Celentano, Battisti, Mina etc. etc. etc. ed il mio istinto primordiale è sempre stato quello di collaborare con loro, soprattutto in quella fase, per rendere artisticamente migliore il risultato finale. Con Cristina, mi ritrovai ad avere ben poche cose da dire perché la dolcezza istintiva e l’intonazione naturale della sua voce, richiedevano ben poco per il miglioramento del risultato finale. Per la seconda canzone invece, dopo l’ottima accoglienza fatta dalla Five Record alla realizzazione de “Il grande sogno di Maya”, mi venne proposto (se non ricordo male da Alessandra Valeri Manera), di scrivere una nuova canzone per una seria in allestimento dal titolo “Le avventure della dolce Katy”. Questa volta però quella canzone, sempre con il testo preventivamente scritto da Alessandra, la scrissi proprio per Cristina perché non la inquadravo più nell’ottica di essere “obbligato” a farlo ma con quella più piacevole di essere “contento” di farlo.

Un'apertura, da parte di Five Record, verso altri dell'ambiente c'è stata. Amiamo pensare che con la fine di RCA sia stato definitivamente negato ai vecchi autori, contro la loro volontà, di proseguire in questo campo.
In tutti questi anni ormai che frequento i forum non mi è mai capitato di leggere una domanda del genere: "E se anche ai nostri amati vecchi interpreti/compositori mancava la voglia di continuare a fare sigle di cartoni?". Abbiamo sempre dato per scontato che i vecchi interpreti abbiano finito di comporre/cantare sigle controvoglia, ma non abbiamo mai considerato l'opzione inversa. Un caso è certo, Georgia Lepore non ha voluto continuare perchè voleva, giustamente, fare altro, ma gli altri?
Chi, dei vecchi, ha osato di più, ad esempio, ha trovato posto in Five Record, non è il solo caso di Detto, ritroviamo Giampi Daldello, Paola Orlandi, Nadia Biondini, Vince Tempera, Mario Pagano... perchè?

Girava la notizia che all'epoca fu offerto a Zara di comporre anche sigle per AVM ma che rifiutò. Questa notizia non l'ho più riletta, probabilmente è infondata, come se ne sono lette tante in questi anni.

Del resto sappiamo anche (come si legge poco sopra nelle parole di Detto Mariano) che la linea politica adottata dall'alto dei capi Fininvest era quella di puntare esclusivamente su Cristina, quindi deduciamo che posto per una ulteriore interprete femminile non ci fosse. Allo stesso modo il coro dei bambini era quello dei Piccoli Cantori (quindi non ci sarebbe stato posto per le Mele)... ma il resto? Ci sono dei buchi nella ricostruzione dell'evoluzione della storiografia siglesca che, in effetti, nessuno, fino ad adesso, ha saputo riempire fondatamente. Purtroppo da anni ci limitiamo a ipotizzare e ipotizzare e ipotizzare... :| Come ultimamente qualcuno ha suggerito, delle belle interviste chiarificatorie sarebbero l'ideale. :)


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 Oggetto del messaggio: Re: Demetan ma che fine hai fatto?
MessaggioInviato: sab 6 ott 2007, 21:56 
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Possiamo unire questa discussione con l'altra su Petrossi, nel primo post c'è un'intervista che può risultare utile. :wink:


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MessaggioInviato: sab 6 ott 2007, 22:10 
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La discussione si sta facendo molto interessante … soprattutto per uno come me ignorante di questa materia :D :D

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MessaggioInviato: sab 6 ott 2007, 22:31 
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Oddio... davvero quel provino non è mai esistito?
Chi ha diffuso la diceria?

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MessaggioInviato: dom 7 ott 2007, 0:06 
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Yusaku ha scritto:
... Pertanto è logico pensare che RCA, con l'esserci o il non esserci, non abbia minimamente influito sull'avanzamento della diretta concorrente... in poche parole se c'era o non c'era, la gestione Five Record non se n'è manco resa conto...


Sono d'accordo con te eccetto che su questo punto. Inevitabilmente se la RCA ha smesso di produrre sigle, la Five Record ci ha guadagnato: oltre al mercato che era solo suo ha preso anche quello di RCA (ovviamente non sono i bambini a preferire una casa discografica o l'altra) però i genitori non credo che comprassero tutto e se, fino al 1986, i bambini se dovevano scegliere un disco su due (perché i genitori non ne prendevano più di uno) questo poteva essere RCA o Five Record, dal 1986 in poi, anche se un bambino doveva scegliere un disco solo, sempre Five era :lol:
Quindi che la Five non sia entrata in campo in questa decisione di mercato della RCA (scelta comprensibile del resto, giacché casa discografica generica) è sicuramente vero ma che ne abbia tratto dei profitti non ce ne dimentichiamo.

Yusaku ha scritto:
...Girava la notizia che all'epoca fu offerto a Zara di comporre anche sigle per AVM ma che rifiutò. Questa notizia non l'ho più riletta, probabilmente è infondata, come se ne sono lette tante in questi anni...


Non vorrei dire una stupidata (così almeno se ho torto mi smentite quest'idea :D ) ma dalle interviste lette qua e là, mi pare di aver capito che nel gruppo verso il 1986 era un po' passata la volontà di continuare a lavorare insieme (fortunatamente poi tornata :) ).


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MessaggioInviato: dom 7 ott 2007, 0:15 
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In realtà, Yusa, abbiamo qualche certezza in più sul fronte RCA.
Tra il 1984 e il 1985 hanno luogo scelte drastiche non solo in RCA, ma in alcuni dei suoi principali interpreti. E precisamente:
- Alla fine del 1984 la RCA decide di non rinnovare il contratto ai suoi interpreti di sigle: è la prova che la RCA non intende più investire nel settore.
- Georgia Lepore, ormai cresciuta, non ne vuole più sapere di fare la cantante.
- Riccardo Zara e Clara Serina si separano in modo burrascoso. Ne risentono direttamente la produttività dei Cavalieri del Re, oltre alla vena creativa di Riccardo. I Cavalieri passano alla Durium, che però, sfortunatamente, fallisce poco dopo (1986).

Ma resta soprattutto una domanda. Perché Riccardo Zara, il più grande autore italiano di sigle di cartoni, non ha più fatto sigle per 15 anni? Fu una sua scelta (anche dettata da motivi familiari) o davvero tutte le case discografiche gli chiusero la porta in faccia?
Ammettiamo pure che le Reti Mediaset fossero monopolizzate dalla Five Record. Bene. Ma perché la Five Record non fece un contratto a Zara, che era tra l'altro di Milano?
La Rai, Junior TV e Odeon trasmisero molti nuovi cartoni tra il 1985 e il 1990. Perché non si avvalsero del lavoro dei Cavalieri o dei Superobots?

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MessaggioInviato: dom 7 ott 2007, 2:11 
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siglomane ha scritto:
Ma resta soprattutto una domanda. Perché Riccardo Zara, il più grande autore italiano di sigle di cartoni, non ha più fatto sigle per 15 anni? Fu una sua scelta (anche dettata da motivi familiari) o davvero tutte le case discografiche gli chiusero la porta in faccia?
Ammettiamo pure che le Reti Mediaset fossero monopolizzate dalla Five Record. Bene. Ma perché la Five Record non fece un contratto a Zara, che era tra l'altro di Milano?
La Rai, Junior TV e Odeon trasmisero molti nuovi cartoni tra il 1985 e il 1990. Perché non si avvalsero del lavoro dei Cavalieri o dei Superobots?


Domande molto interessanti che andrebbero poste ai diretti interessati... :?

In effetti la discussione ha preso una piega molto interessante e indagatoria.

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MessaggioInviato: dom 7 ott 2007, 19:13 
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Credo che la RTI sia partita in quarta con la sua scuderia.
Gli artisti che Yusa ha citato, e che provenivano da RCA e Fonit, hanno fatto ben poco alla Five Records.

Tempera e Mariano non hanno certo campato un gran chè coi lavori commissionati da AVM...

Semplicemente le due principali etichette discografiche di sigle non vendevano più abbastanza per tenere assieme quel fottìo di grandi artisti, e li ha licenziati.

La Five ha cominciato da zero nei primi anni '80, si è creata un suo stuolo di artisti, e quelli poi hanno proseguito via via, anche perchè la Mediaset comprava le serie tv e si produceva in casa la sigla, cosa che RCA e Fonit non hanno mai potuto fare. C'è una bella differenza!
RCA e Fonit campavano esclusivamente dalla vendita dei dischi, Mediaset campava ANCHE con la vendita dei dischi Five. Globalizzazione.


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Messaggi: 2938
Località: Alessandria
mi permetto di dire la mia e lo faccio con cognizione di causa dal momento che ho avuto modo di parlare con Zara diverse volte. I Cavalieri non hanno smesso di canatare perchè Riccardo e Clara si separarono : si sono seprarati alla fine dell' 83 (se ricordo bene) ma decisero ugualmente di continuare a cantare (basta pensare a Lo specchio magico, ai provini venuti dopo, al Christmas Dance ecc..) e la voglia di cantare è dimostrato dal fatto che accettarono di realizzare 3 sigle per la Duruim! è vero, a Riccardo fù proposto di scrivere (e NON canatare) per la Five, ma rifiutò perchè secondo lui il "periodo sigle" era morto e finito con il meccanismo della RCA. era deluso, amareggiato, impautiro?....non lo so! ma disse che non era più "il loro periodo". se la RCA fosse rimasta in piedi sicuramente avrebbero continuato ad occuparsi di sigle, anche se non so per quanto tempo; ma passare ad una nuova generazione non ci pensava.


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Yusaku ha scritto:
... Pertanto è logico pensare che RCA, con l'esserci o il non esserci, non abbia minimamente influito sull'avanzamento della diretta concorrente... in poche parole se c'era o non c'era, la gestione Five Record non se n'è manco resa conto...[\quote]

clay ha scritto:
Sono d'accordo con te eccetto che su questo punto. Inevitabilmente se la RCA ha smesso di produrre sigle, la Five Record ci ha guadagnato: oltre al mercato che era solo suo ha preso anche quello di RCA (ovviamente non sono i bambini a preferire una casa discografica o l'altra) però i genitori non credo che comprassero tutto e se, fino al 1986, i bambini se dovevano scegliere un disco su due (perché i genitori non ne prendevano più di uno) questo poteva essere RCA o Five Record, dal 1986 in poi, anche se un bambino doveva scegliere un disco solo, sempre Five era :lol:
Quindi che la Five non sia entrata in campo in questa decisione di mercato della RCA (scelta comprensibile del resto, giacché casa discografica generica) è sicuramente vero ma che ne abbia tratto dei profitti non ce ne dimentichiamo. [\quote]

Concordo pienamente con questa tesi. La dipartita RCA può non aver variato il numero di sigle prodotto da Five Record, e questo era prevedibile, ma non il numero delle copie vendute.
Mi spiego: Five Record produce le sigle per i cartoni trasmessi dalla Fininvest. Questi, al di là dei palinsesti, hanno mantenuto un numero costante negli anni e quindi il numero di sigle è variato lievemente seguendo in numero i cartoni messi in onda. E questo al di là delle vendite. Con la scomparsa del maggior concorrente è chiaro che il numeo di copie vendute sia aumentato.
Ma questo aumento non vuol dire che si siano comprate più serie per farne le sigle. Questo spiegherebbe la costanza di produzione rilevata da Yusaku nella casa di AVM.


siglomane ha scritto:
Ma resta soprattutto una domanda. Perché Riccardo Zara, il più grande autore italiano di sigle di cartoni, non ha più fatto sigle per 15 anni? Fu una sua scelta (anche dettata da motivi familiari) o davvero tutte le case discografiche gli chiusero la porta in faccia?
Ammettiamo pure che le Reti Mediaset fossero monopolizzate dalla Five Record. Bene. Ma perché la Five Record non fece un contratto a Zara, che era tra l'altro di Milano?
La Rai, Junior TV e Odeon trasmisero molti nuovi cartoni tra il 1985 e il 1990. Perché non si avvalsero del lavoro dei Cavalieri o dei Superobots?


Questa domanda è così bella che meriterbbe una discussione in sede separata.

Ps
Io modificherei il titolo della discussione, quello che c'è ora mi pare un pò riduttivo.
Qualcosa tipo INDAGINE SU P. o ANALISI DELLE FIGURA DI P NELL'INDUSTRIA DISCOGRAFICA :lol: .......no via l'ultimo no.

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siglomane ha scritto:
Ma perché la Five Record non fece un contratto a Zara, che era tra l'altro di Milano?

cavaliere ha scritto:
è vero, a Riccardo fù proposto di scrivere (e NON canatare) per la Five, ma rifiutò perchè secondo lui il "periodo sigle" era morto e finito con il meccanismo della RCA.

Confermato allora quello che avevo letto anni fa... contento e, allo stesso tempo, rattristato perchè penso che dalla collaborazione di Riccardo con Five Record sarebbe potuto nascere qualcosa di buono.
Ma non parlo solo di qualità artistica, perchè è ovvio che, quelle scritte da Riccardo, sarebbero state ottime sigle, così come dalla collaborazione con Mariano Detto è uscito quel capolavoro di Maya... parlo di altro.
Penso infatti che un contratto di metà anni '80 con Five Record e, quindi, la possibilità di avere oggi qualche sigla cantata da Cristina D'Avena ma scritta da Riccardo Zara, avrebbe evitato molti equivoci e, da parte di molti, un diverso atteggiamento nei confronti della suddetta cantante... chissà. :-)

Per troppa gente (a parer mio ovviamente) l'accostamento Cristina D'Avena e Riccardo Zara equivale a un ossimoro, se poco poco avessimo avuto una collaborazione, è molto probabile che certi atteggiamenti nel tempo sarebbero stati diversi.

siglomane ha scritto:
Oddio... davvero quel provino non è mai esistito?
Chi ha diffuso la diceria?

Pare Gianni Soru, che ha "curato" quell'intervista.

clay ha scritto:
Inevitabilmente se la RCA ha smesso di produrre sigle, la Five Record ci ha guadagnato: oltre al mercato che era solo suo ha preso anche quello di RCA (ovviamente non sono i bambini a preferire una casa discografica o l'altra) però i genitori non credo che comprassero tutto e se, fino al 1986, i bambini se dovevano scegliere un disco su due (perché i genitori non ne prendevano più di uno) questo poteva essere RCA o Five Record, dal 1986 in poi, anche se un bambino doveva scegliere un disco solo, sempre Five era

No... non volevo dire il contrario. E' chiaro che Five Record abbia tratto un maggiore guadagno dai dischi di quello che avrebbe avuto con un altro tipo di concorrenza. L'influenza nulla esercitata da RCA su Five Record, di cui parlavo, riguardava l'esistenza dell'una rispetto all'altra e, quindi, l'effettiva attività operativa e vitale delle due, che è sempre stata ben distinta. Su questo punto di vista (e quindi tralascendo gli introiti) non credo ci sia stata alcuna ripercussione sostanziale. :-)

ivan ha scritto:
Gli artisti che Yusa ha citato, e che provenivano da RCA e Fonit, hanno fatto ben poco alla Five Records.

Ma questo non vuol dire niente. Poco o non poco, loro hanno comunque fatto qualcosa, altri no. :-)


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MessaggioInviato: mer 31 ott 2007, 14:09 
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Iscritto il: lun 6 ago 2007, 15:04
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Sarebbe bello organizzare alle convention una sezione dedicata espressamente alle sigle, con mostre di pezzi rari, interviste e dibattiti, oltre alla presenza dei grandi nomi, da Tempera a AVM, da Carucci a Petrossi. Magari potremmo fare un pò di luce su queste oscure vicende...


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