Ora che il topic è stato moderato e sono stati cancellati gli insulti gratuiti che mi sono stati rivolti da chi non se lo può permettere, posso andare avanti.
frank.drebin ha scritto:
la mia domanda e questa:
oggi, le serie corrispondenti al genere citato (Pollyanna, Sarah, Maya...)
esistono ma non arrivano in Italia perché non c'è più una AVM,
oppure non vengono più neanche realizzate in origine?
Esistono e non arrivano in Italia, purtroppo.
L'ultimo che mi è capitato sotto gli occhi, ad esempio, e che mi pare sia stato già citato è
Emily of New Moon [Kaze no Shoujo Emily], tratto dai libri della scrittrice canadese Lucy M. Montgomery.
Da mesi sto tempestando di e-mail Fabrizio Margaria per serie come queste e non mi arrendo. Anche perché, in questo caso, la protagonista Emily assomiglia molto, dal mio punto di vista, alla grande doppiatrice Emanuela Pacotto e quindi non può che essere doppiata da lei (con la voce di Mary de
Il giardino segreto per esempio), peraltro l'ho già avvertita e anche Emanuela è d'accordo con me.
Un altro esempio, ancora inedito, è
Meiken Lassie, da poco è stato prodotto lo splendido anime di
Shoujo Cosette - Les miserables, hanno già citato
Glass no kamen 2005 etc. etc.
frank.drebin ha scritto:
Per capire se vengono importate solo queste famose serie 'commerciali', legate ai gadget, oppure se è proprio cambiata la concezione
del cartone animato, adeguandosi ai tempi ed ai gusti delle nuove generazioni
La prima che hai detto, purtroppo.
Dal mio punto di vista è il pubblico che si è adeguato a quello che propone la tv e non il contrario.
grezza ha scritto:
AVM (sigla che sembra citata in senso dispregiativo nel testo, anzichè di comodo come Cd'A, CdR, SR/RH...)
No, non volevo assolutamente intendere questo, ma il fatto che l'acronimo è stato poi storpiato in quello che ho scritto.
grezza ha scritto:
Nel secondo periodo, diciamo dal '90 in poi, complice il disinteresse progressivo della RAI e le novità con il contagocce delle piccole TV, AVM si è trovata a gestire di fatto una sorta di monopolio, voluto o meno, ed è venuta a mancare anche da parte sua la volontà di differenziare l'offerta.
Questo però solo dal punto di vista dell'interprete femminile, visto riguardo le voci maschili e i musicisti c'è stata varietà.
grezza ha scritto:
ma quello di chi è cresciuto con una grande varietà di cartoni animati e telefilm a disposizione e che ha visto valori profondi e temi interessanti anche nei robottoni, non solo nelle serie tratte dai romanzi
Non posso che concordare con te, essendo cresciuto anche io con una varietà di serie forse ancora più grande, visto che gli anni '90 non solo hanno permesso di conoscere le nuove serie ma anche quelle del decennio precedente, visto che quelle Mediaset venivano comunque replicate sulle sue reti, mentre quelle Doro (e co.) trovavano ampio spazio nelle reti locali, soprattutto poi per chi ha avuto la fortuna di ricevere Tele Roma Europa (nuova Super3) che mi ha permesso di conoscerle (quasi) tutte.
Se ho citato principalmente quelle tratte dai romanzi è perché sono l'esempio più lampante.
grezza ha scritto:
C'è poi da far notare la differenza tra i tagli e gli adattamenti all'italiana e le censure mirate operate da un certo periodo in poi in Fininvest.
Onestamente le seconde mi danno molto più fastidio, ma anche su questo possiamo concederle il beneficio del dubbio e pensare che fosse costretta da imposizioni della rete.
Sono totalmente (e ovviamente) contro gli stravolgimenti ed è proprio per questo che vorrei sfatare questo mito.
Dal mio punto di vista, non per le censure di rito ma per gli stravolgimenti, bisogna chiedersi alcune cose. Perché alcune serie (stesso target, stessi temi, stesso periodo) hanno avuto una sorte e altre ne hanno avuto un'altra?
La risposta sta nel fatto che certi adattatori (che avevano poco a che fare con la Manera, lei non è mai stata adattatrice, se non per il fatto che dovessero fare capo a lei) sono andati fuori di testa e da mitomani hanno cominciato a riscrivere la storia secondo il loro buon gusto.
Esempio: due serie adattate, entrambe, nel 1999.
Kodomo no omocha e
Hanayori dango. Capostruttura della fascia ragazzi è sempre la signora Manera. Il primo, tranne le piccole censure di rito e qualche nome cambiato (cosa che succedeva dagli anni '70), è rimasto più o meno intatto. Il secondo è stato stravolto. Perché? Perché il primo è stato adattato da certi individui, il secondo da Nicola Carrassi... e guarda caso, ogni volta che una serie ha subito uno stravolgimento, c'era di mezzo il suo nome. Aveva addirittura instaurato un filo diretto con l'autrice giapponese di Marmalade Boy e insieme hanno stravolto l'edizione italiana.
La signora Manera non ha impedito questi stupri (avrebbe perso il posto di lavoro? Qualunque sia la ragione non l'ha fatto), questo è vero.
grezza ha scritto:
Io onestamente non dico "Torna Alessandra", perché ormai il suo tempo l'ha fatto e 20 anni a dirigere un settore così importante sono comunque molti.
Il "Torna Alessandra" finale non vuole essere riferito tanto a lei, quanto a quello che ha creato e quello che con lei c'è stato. Pertanto è più una speranza per dei miglioramenti.
Nell'articolo, infatti, non cito volutamente Fabrizio Margaria perché non me la voglio prendere con lui, altrimenti commetterei lo stesso errore che è stato fatto nei confronti della signora Manera negli anni precedenti.
Nell'articolo quello che prendo di mira è la tv di Margaria e quindi ciò che lui rappresenta, non lui stesso.
Se in futuro ci saranno miglioramenti, sarò il primo a complimentarmi con lui, non lo demonizzo di certo.
Anche se Italia1 ormai ha altri scopi e, secondo me, non va più considerata.
Sembra passato un secolo da questo spot:
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=_-HEtHLlXYY[/youtube]
che annunciava il passaggio di Bim Bum Bam su Italia1.
Quella Italia1 e quella di oggi sono ormai troppo diverse per essere messe di nuovo a confronto. Il rimedio sta in altre risorse, si pensi ad esempio a Boing. Piccoli passi li ha fatti, ma rimane sempre una risorsa non sviluppata. Sono 4 anni ormai che questa rete è nata, ma ancora non si è visto un programma pseudo Bim Bum Bam/Game Boat. Anzi, di programmi non se ne sono proprio visti. E' solo un'accozzaglia di cartoni. In questo caso quindi, dove non c'è share e dove Mediaset potrebbe fare ciò che vuole, cos'è che conta? Solo l'incompetenza di chi dirige. Questa rete ha un grande potenziale, basterebbe solo saperlo sviluppare.
Desty Nova ha scritto:
Margaria in realtà non ha inventato niente
Questo non lo metto in dubbio.

Invece di inventare nuove cose, ha eclissato quelle vecchie.

Desty Nova ha scritto:
Proprio per l'evoluzione che c'è stata nel modo di trasmettere cartoni mi piacerebbe sentire la Manera. Penso che dopo tanti anni ci vorrebbe un chiarimento su questa parte della storia tv italiana. Sempre che lei sia disponibile ovviamente.
Anche perché ora come ora, esente dalla sua carica, sarebbe più libera di parlare.
Gojira'54 ha scritto:
Promettendo di legegre tutto per bene ti chiedo YU:
ma la seconda canzone usata nel tuo video che titolo ha?
Scusa se rispondo solo adesso... ha comunque detto bene grezza.
Si tratta di
In un ricordo c'è, del 1988, cantata da Cristina e Ricky Belloni (con testo di Alessandra Valeri Manera e musica di Carmelo Carucci) e tratta dalla prima serie del telefilm di Cristina.
Ho scelto questa canzone non solo perché, a parer mio, è uno dei testi più lirici scritti da Alessandra, ma soprattutto per sottintendere che quella tv è solo un ricordo.
grezza ha scritto:
A parte il fatto che alla prima messa in onda di Dragon Ball in Italia non era censurato ed era stragodibilissimo anche per i bambini (andava in onda la mattina e il primo pomeriggio su Junior TV se non erro...), al contrario dell'edizione Mediaset, hai in un certo senso centrato il punto sugli adattamenti targati AVM.
Non sono affatto d'accordo su questo... di Dragon Ball ho seguito entrambe le edizioni. Premettendo che in merito al doppiaggio preferisco la seconda edizione (Pacotto e Scianca imbattibili), tra le due non ho trovato grandi differenze.
Nella prima edizione infatti sono stati doppiati solo una cinquantina di episodi e in quelli non c'è molto da censurare visto che l'idea originale di Dragon Ball era quella di realizzare un anime comico e ironico, un po' come Arale. I veri combattimenti arrivano dopo, quando la serie da comico-demenziale (come volesse perculare i cartoni di combattimento) si trasforma in un vero e proprio cartone di lotta.
Ho anche confrontato di recente, sentendo prima una e poi l'altra, il primo episodio in doppia versione, da lì non ho avuto più dubbi su quale fosse la mia versione preferita.

Di sentire Yamcha al posto di Yamco non mi importa niente. Non sono certo queste le censure.
Le vere censure sono arrivate più in là con gli episodi.
Fa.Gian. ha scritto:
Il motivo per cui ho postato, era proprio per ricordare il "meraviglioso" periodo passato a litigare con un utente cocciuto e intransigente, nella speranza che non si ripetesse
Non so proprio a cosa ti riferisci (probabilmente non ho seguito la vicenda), quindi l'ho letta come un'uscita poco inerente.

Fa.Gian. ha scritto:
io le tette di Lamù (con tanto di capezzoli) le guardavo anche a 9 anni e mi piacevano, senza per questo violentare le mie compagne o altro
Che c'entra questo co sta Mayumi? Tutti abbiamo visto le teste fatte esplodere da Ken o i vestitini succinti di Akemi Roppongi e nessuno/a è diventato/a un terrorista che fa esplodere le persone o una donna di facili costumi.
Davide Z ha scritto:
Yusaku, lo sai che Rodan sono io vero?
Ma certo che lo so!

Davide Z ha scritto:
E cioè che la situazione determinatasi attualmente è di completo stallo. Pertanto non si può importare un cartoon per adolescenti perché se gli togli un frame esplode la rabbia devastante degli otaku. D'altra parte importare quasi esclusivamente cartoon per bambini di pochi anni (come Mediaset attualmente sembra preferire in larga parte) significa impoverire il panorama generale (da cui le accuse di "come si stava meglio prima"). Chi lo fa il passo indietro?
Ecco... perfetto... hai centrato il problema in pieno. Non posso che quotarti in tutto e per tutto. Chi lo fa il passo indietro?
grezza ha scritto:
@ Yusaku: Spero vivamente non ti riferissi ai miei interventi.
Ci mancherebbe!

Mi riferivo ai post maleducati, alcuni, fortunatamente, sono stati cancellati.
clay ha scritto:
Ma in fondo... se l'erede di Creamy è Doremì
Su questo discordo totalmente.
Dal mio punto di vista la quarta serie di Doremì è migliore di Creamy.
Ojomajo Doremi infatti è secondo me l'ultimo vero bel cartone, acquistato dalla Manera, che si è visto in Tv. Mi è capitato di guardare alcuni episodi della serie in questione (la quarta appunto) e sono rimasto piacevolmente colpito. Bisogna tener presente che proprio la messa in onda della quarta serie è stata rimandata di qualche anno perché il MOIGE stava facendo di tutto per proibirne la trasmissione.
Il cartone ha subito un'evoluzione dai primi episodi che forse lo declassavano a un target più basso per poi arrivare a toccare nell'ultima parte temi importanti e significativi per un bambino che sta per abbandonare l'infanzia, tra cui il divorzio e la concezione di dover porsi di fronte a tante scelte, la sofferenza, il pianto e la possibilità della morte. Mi è piaciuto particolarmente il modo in cui gli autori hanno voluto affrontare le lacrime, ci sono stati dei momenti davvero toccanti, anche per un adulto.
Sicuramente l'evoluzione della serie è dovuta al fatto che il suo pubblico, anno dopo anno, cresceva e, quindi, affinché il pubblico rimanesse lo stesso, sono cresciuti anche i temi e anche le protagoniste.
Sta qui quindi, secondo me, lo sbaglio che molti oggi fanno. Nell'articolo volevo sottolineare infatti che la degenerazione di questa tv non sta nel fatto che vengono trasmessi, esclusivamente, cartoni per un target infantile. Non è che la degenerazione sia dovuta al fatto che in tv non c'è più uno Slayers o un Rayearth.
Per me infatti la programmazione potrebbe essere costituita anche solo da cartoni diretti a questo target, ma bisogna distinguere.
E' necessario distinguere perché sotto l'etichetta "cartoni per l'infanzia" si è soliti racchiudere sia un BeyBlade che un Doremì, appunto. Ma c'è differenza.
Il primo è demente e insegna a comprare le trottole, il secondo può, in alcuni punti, far riflettere anche un ragazzo un po’ più grande.
Pollyanna stessa non è certo un anime per adolescenti, è un cartone per bambini, ma tra questo e un B-Daman c'è la sua differenza. Mi ponevo di condannare, quindi, alcuni tipi di questo target di cartoni, legati pesantemente al merchandising.