queenhimika ha scritto:
Il sesso, violenza e la morte sono generalmente temi Tabù in Italia. Hanna è Barbera facevano si che i bambini pensassero che se cadevi da 100 metri d'altezza ti rialzavi senza un graffio. I Giapponesi no.
Con il sesso ancora peggio. non se ne parla mai. Si fa, si utilizzano allusioni sessuali anche per vendere una colla, ma ai bambini è vietato parlarne. (Non parlo di porno, è chiaro.)
quindi, qualsiasi cartone animato per bambini, secondo la nostra "cultura" è da proteggere da queste tematiche "scottanti".
Poco importa se nel periodo dell'invasione animata giapponese, tanto criticato e osteggiata, io postessi tranquillamente guardare Uccelli di rovo o Dallas in tivvù, dove di sesso e di violenza (verbale, soprattutto, e quindi ultradiseducativa) abbondavano.
Poco importa se oggi censurano i cartoni giapponesi, ma ti offrono in prima serata gli schiaffi o le scopate (e scusatemi il termine) dei concorrenti dei reality show.
I bambini son protetti secondo loro.

Sai qual'è il problema? Che anche quelli della nostra generazione, invece di ragionare sulla base di quello che abbiamo visto e fatto noi, ci lasciamo sedurre dalle ideologie e dai ragionamenti "tralatici" di chi ci ha preceduto in questo mondo, genitori, fratelli, professori, adirittura libri e giornali.
Parlavo giusto sabato scorso con un mio amico, con il quale vado molto d'accordo.
Ero in macchina, e ad un certo punto gli piazzo una canzone giapponese, "Forces", da "Berserk".
Lui non capisce. Non capisce davvero, e, sinceramente, mi chiede: «ma.. tu.. che ci trovi nei cartoni giapponesi?».
Io - che so che i genitori non gli permettevano di vedere i canali privati (è qui sta il motivo della sua ignoranza animata, perché ha potuto godere solo per pochi anni dell'invasione), ma solo la Rai - gli ricordo Goldrake, e lui mi obietta: «ma è roba per bambini!»
Sconvolto, a questo punto gli racconto la trama di Berserk, perché quella era la musica che ascoltavamo. Lui trasecola, e mi dice: «no.. no.. ecco, storie del genere non le farei mandare in onda».
Come a dire: sono da bambini? Dimenticali. Sono da adulti? Dimenticali.
Sarebbe bastato rivederli seriamente in età post-scolare, ma, già, Maurizio Costanzo e i programmi di Satira erano più "in", e più "politically correct" - paradossalmente - di Jeeg, Lamù o Lupin.
E pensare che dovremmo essere proprio noi che non dovremmo riproporre le diatribe delle generazioni precedenti con gli stessi vecchi schemi..