Continuo a sostenere quello che ho detto, che ho ampliato all'infinito da altre parti.
Si è voluto fare un cartone animato partendo da visioni standard, di massa, che più non si può!
Il motore di ispirazione per la Stranemani è Winx, ecc, cioè cercare di attaccarsi al carrozzone che ha dimostrato di rendere qualcosa anche in economico, senza ben capire i meccanismi creativi, che decretano cos'è una cosa bella e cosa non lo è. C'è dello scarsissimo gusto a fare i cartoni animati alla Stranemani.
E' gente che cerca di applicare la visione economica a tutto, e a leggere tutto da quel punto di vista, ma la creatività non si può riprodurre con delle forme codificate, mica è un tipo di pane, che lo fai un tanto al chilo, seguendo la ricetta, e un paio d'accorgimenti personali.
Una cosa è stare con i piedi per terra nel fare un cartone (lo produce la RAI, dev'essere vendibile), un'altra cosa non avere un po' di Arte dietro, cercando di standardizzare tutto, di trasformare tutto in catena di montaggio.
Secondo loro bisogna capire quali sono le formule (standard) "per fare un cartone", invece di chiedersi "come bisogna essere per fare un cartone".
Fanno un (cito)"cartone che dev'essere esportato", piuttosto hanno queste visioni, progettano questo, ma dietro che è un prodotto vuoto, che appoggia sul niente, non riescono a vederlo!
E ci sarà pure Leo, ma è palese l'impronta dello "stile creativo", della regia, della banalità della Stranemani, che ritrovi pari-pari in cose terribili come i videoclip degli 883 (quello di Sam il ragazzo del West), e nell'ancora più terribile "La regina del Celebrità", che è così brutto che io non avrei messo fuori il naso di casa per una settimana. CHE NOIA! Proprio come i cartoni di Rat-Man!
Almeno il primo prodotto lo devi fare col botto (un film qualitativamente notevole, una manciata d'episodi, anche perchè il primo trampolino su cui t'appoggi, è lo "zoccolo duro", così te lo assicuri, non come la serie di Rat-Man, che ti fa perdere per strada il pubblico di fan), poi eventualmente gemmi delle cose di qualità minore. No! Ammorbarci con una serie di più di cinquanta episodi (50!), spalmati sulla nostra pazienza.
E' terribile vedere Shinchan allo stesso orario, che ridi a paletta, e poi la puntata di Rat-Man che sbadigli 3-4 volte!
Fra l'altro uno dei mali è proprio il comicdom che oramai è ben definito (forum, mostre-mercato), che permette a queste persone di partire da un mondo super, super, protettivo l'uno con l'altro, dove tutti applaudono o al contrario sparano a zero un po' acriticamente (senza avere punti di vista veramente legati al normale mondo che va), perciò critiche da queste fonti, uno se ne liquida facilmente.
Poi invece questo cartone esce, e ci rimangono di sasso perchè gli piovono critiche.
Lo credo, oramai siamo in un sistema che la gente si tutela dalla cattiveria fuori (nelle mostre i cosplay sono festa, mentre tutto il mondo fuori come gli commenterebbe? Ma non stiamo parlando di buzzurri, ma come lo definirebbero anche persone in gamba!), come dire, produce delle cose che partono con una formazione fatta in fumetterie, poi si scontrano col mondo vero; si vuole partire senza passare dal via.
Gente come Leo riesce a fare fumetti a tutto tondo, perchè disegnava sì da quando aveva 4 anni, ma dato che non esisteva tutto questo mondo tutelato, si è fatto la vita normale, naja, si è laureato, ha fatto l'esame di stato, cose che, o sai stare a ritmi del mondo o sei fuori. Per questo mi fai Rat-Man.
Leo non è un qualcheduno che s'inveta regista, direttore dell'animatozione, capo colorista, perchè, chessò, è un figlio di papà che non riesce a fare impresa bene come il padre (perchè io sono un creativo), ma allora mette su una società di cartoni, ma poi deve dimostrare a papà che riesce a fare profitto, che non è buono a nulla. Eh!
Si dice che Leo abbia molto voluto mettere parola sul prodotto, OK, ma forse se si aveva una selezione vera, forse si era un regista, direttore dell'animazione, che un po' di carisma e qualità l'aveva guadagnata, e in modo naturale si faceva notare in quello che c'era da dire a Leo nelle fasi di produzione.
Le pubblicità di Leo per il Ministero dell'Ambiente sono proprio belle, semplici-semplici, vendibilissime, a me un cartone di Rat-Man così mi andava più che bene. E' che lì c'è un'animatore che non è mediocre, e conosce il linguaggio del mezzo. Ma come tutti quelli che ci sanno fare, la cosa tende manco a notarsi, e rimane una piccola cosa piacevole da vedersi.
Sono visioni con cui si giusticano la Stranemani, dire che o ci sono quelli che gli va bene il commerciale, o quelli che vogliono il cartone ad alti livelli artistici. E si, le persone in gamba come Leo non esistono. Di nuovo, pensiero fermo.
Hanno formato tutta una serie di persone, come ad un corso di marketing, che ripetono tutti come macchinette formule pronte per difendere il cartone, cito: "Ritroverete il Rat-Man dell'inizii, quello che faceva solo ridere e che molti chiedono", "Non bisogna paragonarlo al fumetto, se cerchi il Rat-Man fumettistico e là, nel fumetto", "Dobbiamo capire che è prodotto per la RAI, perciò dovremmo rispettare paletti, ecc" (lì a farsi dei trip mentali se mettere quella battuta o no, a perdersi nella pagliuzza, ma chettefrega, ma fammi una-puntata-una che sia VERAMENTE bella!), "E' necessario fare questa prima serie, per poi rodare il mercato" (mercato! Non settore!), "E' un fumettto che è difficile da rendere uguale in animazione" (è 30 anni che i giapponesi riescono a fare queste trasposizioni, anche in produzioni minori e datate, di nuovo, guardare in modo schematico), "Avverà un processo di abituazione, prima vi sembrerà brutto, poi pian-piano vi abituerete, anche alla voce, e a quelli che prima consideravate difetti" (appiattimento della volontà, di fronte alle regole di mercato, e questo è presentato come un valore!) ecc, ecc.
Cioè avevano da quel dì la coda di paglia: Più un prodotto è valido, meno ha bisogno di questi tentativi di lavaggio del cervello allo spettatore, perchè la qualità parla da sè!
Avevano Rat-Man che è un miniera di potenzialità, invece...
Rat-Man è uno dei più importanti fumetti degli ultimi 20 anni in Italia, e il più importante degli ultimi 10, è un capolavoro, un grande fumetto, mentre il cartone non va oltre ad essere un "cartoneanimatino".
E sono sicuro che Leo ha voluto allargarsi la dove non aveva le visioni necessarie (si sa che è un accentratore per i suoi prodotti, si fa pure il lettering da solo!), diffidenza legittima in chi voleva impastare il suo personaggio con un tratto "commerciale", e che lui si sia espresso meglio con uno stile quale quello delle pubblicità ambientali.
Ma sono sicuro altrettanto di molte riproponimenti lodevoli di Leo nel progetto, perchè è uno che tende a voler distribuire la grande fortuna che ha avuto, vedi con Ampollini & Cavalli (di cui mi piaccono molto gli scritti), o il suo bravissimo fratello colorista. E perciò ad essere con piacere "testimonial" di progetti come la fanzine del Ragno, piuttosto che il cartone, che è potenzialmente fonte di lavoro per i molti intercalatori del nostro Paese, soprattutto se s'instaura un mercato (ricordiamoci che questi manovali del cartone, sono sotto-pagati e sotto-tutelati, come la totalità del precariato in Italia; scandaloso!), perciò capisco a chi difende una sua possibilità di lavoro.
Perciò io sono vicino a queste persone, ma non mi sento così motivato come per quelli che devono lavorare per mangiare, o chi è ingeniere e viene sottoimpiegato, non riesco ad essere motivato nello stesso modo per quella gente che è precaria, perchè vuole fare i cartoni animati, o ha scelto una strada che dire impossibile è poco.
E se dici queste cose sui vari forum di Rat-Man/Stranemani, pure se ci giri intorno al massimo, la censura e che la piglino sul personale, e che t'ammorbino a morte, è sempre ad un passo.
|