Sigletv.Net / KBL Forum

Non vado matto per le sigle jappo, ma siccome questa è stata anche la sigla italiana di Kyashan, vi segnalo il video.

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A questi formidabili nostalgici che hanno compreso il segreto della vita: "rimanere sempre un pochino bambini" (Stefania Mantelli)

Ci rendiamo realmente conto come vengono cantate queste sigle dopo decenni dai loro interpreti? in maniera impeccabile, con voci che non cambiano mai, senza un briciolo di fatica e con un pubblico meno nicchia, ma con una partecipazione del tutto diversa.
altro esempio:

Grazie per il video, Ingek!
Io invece vado pazza per le sigle originali giapponesi, spesso anche più belle di quelle italiane!!!
Isao Sasaki è sempre talmente perfetto da farmi venire il perfido dubbio che canti in playback, dubbio fugato però dal fatto che non trovo un video in cui sia leggermente al di sotto dello standard cui ci ha abituati...
O canta sempre in playback o è un mostro sacro che mentre canta e tira fuori quella voce straordinaria si permette anche di sorridere!!! Propendo per la seconda ipotesi e lo venero da lontano....

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se c'è tanto pubblico, si guadagnano tanti soldi... se ci sono tanti soldi in ballo, c'è convenienza economica a organizzare seriamente i concerti... se i concerti sono organizzati seriamente con intenti economici così evidenti, i cantanti si devono preparare alla perfezione...

finchè in italia il pubblico è di nicchia, le cose non possono cambiare...
inutile dare la colpa ai cantanti...
quelli ci rimettono solo la faccia a fare concerti senza preparazione davanti a tante persone...
e non è questo che gli porta via i pochi guadagni...

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anzi, le versioni live sembrano migliori di quelle discografiche... i cantanti jappo sono come il vino: più invecchiano e più migliorano.

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A questi formidabili nostalgici che hanno compreso il segreto della vita: "rimanere sempre un pochino bambini" (Stefania Mantelli)

secondo me il ragionamento di dancasti sarebbe anche sensato, però ho una considerazioen da fare a riguardo:
parli, giustamente, di guadagni che stimolano l'artista a dare il massimo, ma a me risulta che a gente come fidenco o gli oliver onions siano stati dati dei bei soldi per fare quelle boiate di concerti a lucca 2007. quindi non è sempre valido quello che dici. se uno se ne frega di un certo tipo di esibizione lo fa anche se lo pagano tanto.
secondo me oltre al discorso economico c'entra anche un discorso che definirei più "cuturale", mi spiego: io sinceramente non ce lo vedo un giapponese che fa le cose a cazzo solo perchè lo pagano poco, piuttosto secondo me non le fa, cosa che non si può di certo dire degli italiani, ma magari la mia potrebbe essere solo una considerazione un po' stereotipata.

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http://www.yattaband.com - Cartoon Cover Band

quoto Wally; penso anche che nessuno artista sarebbe disposto ad auto-sputtanarsi per qualche dollaro in meno.... se non si preparano bene è solo perché le prime volte sottovalutano l'evento.

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A questi formidabili nostalgici che hanno compreso il segreto della vita: "rimanere sempre un pochino bambini" (Stefania Mantelli)

Oltre a tutte le considerazioni già fatte, a cui mi accodo, c'è anche da dire che diversi di questi artisti: non sono mai usciti dal giro delle sigle. Le fanno e cantano ancora. Anzi, a volte ci hanno costruito sopra l'intera propria carriera, pluridecennale.

Insomma, difficilmente sono paragonabili ad un Fidenco che ha fatto una manciata di sigle, tutte concentrate in pochi anni, un trentennio fa, e da allora non le ha più nemmeno sentite.

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4/4/1978. Io c'ero.

Aggiungo che, oltre alla disciplina che contraddistingue gli artisti giapponesi, in Giappone c'è una considerazione differente degli anime e delle relative sigle rispetto a quella italiana.
Molti artisti italiani hanno utilizzato pseudonimi per cantare sigle di cartoni animati, ritenuti cose per bambini e dunque da tenere in minor considerazione. Gli stessi artisti, anche quelli che hanno inciso dischi con il loro vero nome, erano famosi per un altro genere di canzoni e temevano di venir 'bollati' come cantanti di sigle di cartoni.
La parentesi cartoonesca per molti non è durata tanto, e riesibirsi in qualcosa che non viene masticato tutti i giorni non è facile se non ci si prepara come si deve, anche se tale preparazione secondo me è dovuta al pubblico a prescindere dal compenso.
In Giappone invece non c'è questo rifuggire dal genere sigle di anime, anzi... e gli stessi cartoni sono considerati ben diversamente!

EDIT: Ho letto ora quanto ha scritto Tarrasque, che in sostanza esplica ancora meglio quello che intendevo dire!

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Buah ah ah!!

Ninja'ed!!!

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4/4/1978. Io c'ero.

non hai capito quello che intendevo dire, evidentemente...
quando circolano i soldi, gli artisti non cantano bene per avere più soldi... ma cantano bene perchè è la produzione che li obbliga a impegnarsi in modo professionale, sennò anche la produzione ci rimette la faccia...

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Qui c'è il nocciolo della questione..pochi cazzi
ve lo immaginate un evento super robot spirits qui da noi, con superobots e co? apparte la nostra cerchia, il resto delle persone sarebbe indecisa tra questi o "la sagra della panzanella".

Poi c'è un'altro discorso da fare, riguardo le capacità canore dei singoli artisti,...i giapponesi sono dei mostri vocalmente parlando, e la fedeltà con cui ripropongono le sigle dal vivo è disarmante...

karaoke jappo

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non è sasaki ma è un grande pure lui

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giuste e sagge parole!

comunque, quanto al paragone con l'italia, bisogna sempre tenere presente che, per quanto noi siamo appassionati e per quanto i cartoni abbiano attecchito da noi, restano pur sempre un prodotto fatto in giappone per i giapponesi.
È quindi ovvio che loro vivano in piena qualità tutto il contesto economico, culturale e artistico che accompagna un anime.

È vero che il fenomeno delle sigle da noi come altrove non si esaurisce con l'animazione nipponica, ma quello di cui stiamo parlando (e che ci fa morir d'invidia) in questo topic è il tipico frutto del modo di intendere la sigla ed il cantante di sigla come espresso dalla animazione giapponese.

Senza, anche noi non avremmo reagito diversamente da quanto fanno in altri paesi... e purtroppo il fenomeno - pur sempre straniero - non ha saputo radicarsi come avrebbe potuto...

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Inchinatevi di fronte al simbolo dello Shogun Mitsukuni Mito. Inchinatevi!

Mi fa invidia vedere gli stadi pieni per concerti di sigle che sogno...

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Il mio medico dice che ho la ghiandola del dovere malformata e una deficienza congenita della fibra morale e che quindi sono esentato dall'incarico di salvare universi. (Douglas Adams)

Questa è una di quelle, assieme a "Imaga no Toki Da", che ho cantato dall'inizio alla fine ...

Sarebbe bello se si facesse anche qui in Italia, una cosa del genere, ma credo che potrebbe essere possibile solo se il concerto si svolgesse all'interno di una fiera bella tosta e stra-testata tipo Lucca Comics & Games o Romics (eventi che richiamano già di loro un bel numero di persone) almeno per le prime edizioni... Dopo si potrebbe iniziare a pensare in grande,anche in questi termini.

Alla prossima (e spero di non far passare tutto 'sto tempo )!

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Il truce Amon...terrore dei Demoni,giustiziere degli Inferi!,con la volontà e l'intelligenza del giovane Akira...sembra ancora più temibile di un tempo...

Ma io non devo temerlo...

...Non devo temerlo...

... E NON LO TEMO!

Il video postato da Ryoma me lo guardo almeno una volta alla settimana: è la mia terapia antidepressiva...

Per gli amanti delle corazzate spaziali invece consiglio questo video d'epoca del 1977: sembra una roba tipo Sanremo, ma col cazzo che alla manifestazione nostrana vedremmo mai una sigla di un cartone...

Probabilmente non si porrebbero manco il problema: "alla Sagra della panzanella se magna aggratisse, v'oi mette'?"
Io e il mio fiancé insegneremo ai nostri eredi ben altri valori, altro che storie...

E comunque, c'è da rimarcare anche un altro fatto: a parte sporadiche eccezioni, i testi delle sigle originali sono di qualità infinitamente più alta rispetto a quelli italiani, soprattutto se il confronto lo si fa in questi ultimi anni!

Forse, solo se si fa in questi ultimi anni.

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"Io non sono un 'cattivo'. Sono solo virile." Finestra sul vuoto, R.Chandler
"Un uomo a cui non piacciono Stanlio e Ollio non vale un cazzo." Preacher, G.Ennis, S.Dillon

Hai ragione...

Eh, beh, in effetti se consideri perle come

"contatto! bam bam bam bam
contatto! bam bam bam bam
ba ba ba ba ba-bam bam
ba bam ba bam bam bam bam ba-bam bam"

non è che abbiano tanto da gioire pure loro.

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4/4/1978. Io c'ero.

di che perla stai parlando?
forse jeeg?

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A questi formidabili nostalgici che hanno compreso il segreto della vita: "rimanere sempre un pochino bambini" (Stefania Mantelli)

e c'è pure da chiederlo?

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