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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Cristina D'Avena torna al vinile
MessaggioInviato: lun 31 ago 2015, 14:23 
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Iscritto il: ven 4 ott 2002, 10:00
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ho detto "nel 2015", non parlo dei dischi d'epoca.
Tra l'altro le incisioni in studio ora sono digitali non analogiche.
E non c'è nulla di più vicino di una copia digitale.

Tralascerei poi l'annoso discorso sull'impianto di qualità suprema.
Questo ovviamente vale per ogni singolo elemento, dal cavetto in oro, al diffusore e naturalmente vale anche per i cd, ne ne sono da 50 euro e da 10000.
Ma su 10 persone che normalmente comprano un cd di Cristina D'avena (in questo caso), quanti di questi hanno un impianto da diverse migliaia di euro?


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 Oggetto del messaggio: Re: Cristina D'Avena torna al vinile
MessaggioInviato: lun 31 ago 2015, 14:31 
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Iscritto il: lun 6 ago 2007, 15:04
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I vinili di oggi, se incisi come si deve e provenienti da un master 24 bit, suonano meglio di quelli "analogici al 100%"; ascoltare per credere.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cristina D'Avena torna al vinile
MessaggioInviato: lun 31 ago 2015, 14:41 
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Iscritto il: ven 4 ott 2002, 10:00
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il "suonano meglio" secondo me è relativo e comunque vuol dire che suonano "diverso". A molti piace di più, forse a ragione, ma se vuoi il suono più uguale possibile al master digitale, beh non è quello.
A meno che qualcuno non dica che riesca a distinguere ad orecchio un wav copia digitale a 16 bit da master a 24 bit, da un wav a 24 bit copia dalla stessa fonte.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cristina D'Avena torna al vinile
MessaggioInviato: lun 31 ago 2015, 15:11 
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Iscritto il: lun 6 ago 2007, 15:04
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I 24 bit servono solo a livello tecnico per ottenere un solco con frequenze meglio campionate.
L'orecchio umano sente molto di più il suono impastato e il fruscìo dei solchi dei vecchi vinili, che non la mancanza di frequenze che gli esseri umani non sono in grado di udire.
Quindi meglio perdere le frequenze che tanto non sentiremmo, a vantaggio però di non avere più quei "rumori di fondo" che sentiamo benissimo che, come sai, con un master digitale fatto come si deve sono del tutto assenti. Poi ovvio che se usi un vinile non nero, con compressori sparati a mille e stereofonia attenuata per paura del controfase il disco suona di cacca... Alla fine la vera differenza la fanno le sorgenti usate e il tecnico del suono, e non la tecnologia in sè.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cristina D'Avena torna al vinile
MessaggioInviato: mar 1 set 2015, 10:39 
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Iscritto il: gio 14 feb 2013, 18:47
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landberk ha scritto:
Un disco d'epoca nuovo,con un impianto adeguato,suonerà sempre meglio di un vinile o del cd corrispondente prodotto ora, anche se adeguatamente rimasterizzato,anche perche' i master originali si usurano con il passare del tempo

Dipende anche da come e quando è stato stampato il disco d'epoca, eh: io ho la prima stampa inglese di Ziggy Stardust di Bowie e suona decisamente male rispetto alla recente ristampa, per qualche ragione tecnica che ora non ricordo (la scritta sul retro "to be played at maximum volume" non fu solo un vezzo, pare).
Durante la crisi del petrolio degli anni '70, poi, si utilizzava vinile di scarsa qualità e i dischi stampati in quel periodo non sono eccezionali (con la solita eccezione delle stampe giapponesi, ovvio).
"Disintegration" dei Cure, per citarne un altro, nel 1989 uscì in vinile con quasi 30 minuti di musica per lato e si sentiva davvero male (per non parlare dell'edizione in picture disc!), mentre immagino che la recente riedizione in doppio vinile 180g abbia una qualità superiore.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cristina D'Avena torna al vinile
MessaggioInviato: gio 3 set 2015, 13:54 
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Iscritto il: mer 20 mag 2015, 17:21
Messaggi: 34
Probabilmente ci saranno delle eccezioni,ho scritto male ad asserire che un vinile d'epoca suonerà sempre meglio del vinile ristampato oggi.Ma dagli esempi fatti sono delle situazioni contingenti:durata del vinile,incisione sbagliata.Per quanto riguarda le ristampe da 180 grammi non sono d'accordo; solo una mossa commerciale in questo periodo di revival del vinile:scarsa qualità audio spesso remixando i suoni,prezzi assurdi.Un esempio sono le ristampe di rock progressivo italiano della bft cd e lp dal suono pessimo.Ma anche le ristampe di rock classico presentati nel formato doppio lp con aggiunta di inediti e prezzi fino a 60 euro non reggono il confronto con gli originali,con le dovute e rare eccezioni che hai giustamente rilevato


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