Dei finali avevamo già parlato tempo fa, sicuramente. Lo ricordo bene.
Ribadisco la mia. "General Daimos", Daltanious", "Conan", "Gaiking, il robot guerriero", "Daitarn III", "Starblazers", "Zambot 3" e "Gundam" sono una spanna sopra tutti gli altri, poco da fare. Le puntate finali sono di un bello che illumina.
Cominciamo dallo Zambot? Ma sì... Il kamikaze di Uchuta e Keiko (due piloti dello Zambot, insieme a Kappei) è stravolgente, così come lo è il capire, da parte dell'unico sopravvissuto dei tre, chi era il perfido Gaizoku. Io mi tengo ancora le registrazioni della prima versione, con Kappei che ha una voce orrenda, ma ci son troppo affezionato, che volete farci...
Nella serie dedicata al mio Gaiking, il mio meraviglioso Drago Spaziale Gaiking, il dramma dei Grandi Quattro a paragone con il popolo della Stella Zela è sintomatico di un incancrenirsi della situazione per il troppo potere affidato a Daryus il Grande, un vero figlio di putt... ehm... un autentico malvagio dittatore alla stregua della tirannia hitleriana.
Di "Gundam", poi, che dire? Le ultime puntate fanno luce, i combattimenti ti fanno essere lì dentro, a fianco di Peter Rey. Da allora prende un'altra piega il modo di vedere e considerare i cartoni animati e ciò che essi possono veicolare come contenuti.
Signore e Signori, giù il cappello. Entra ora in scena Sua Divina Maestà "Daltanious". Bellissimo. Tutto bellissimo. Antimilitarista, al centro dei giochi ci son sempre l'amicizia, la ribellione agli schemi e alle regole di Kento, la voglia di combattere ogni tirannia, la critica indiretta fatta nei confronti dei "biodroidi" sul cui sfruttamento si basa l'Impero di Elios... Il finale è un susseguirsi di colpi di scena, per culminare negli ultmi due episodi dove si scopre che Ormen non è altri che il clone del vecchio Imperatore Mishimura di Elios... (Detto tra noi, comunque: Mishimura è un nome giapponese del cacchio per un Sovrano Galattico... Mah...)
La prima serie di "Starblazers" mi emoziona ogni volta che la vedo, con il Capitano Avatar che si dedica al guardar la Terra dall'Argo mentre, vittorioso dall'impresa compiuta, si appresta al suo consapevole crepuscolo. C'è da dire che, in questa serie, il pathos, la lieve pesantezza della storia, la dolce crudeltà sottostante e una colonna sonora a dir poco eccezionale non sono elementi che giocano a sfavore di un giudizio positivo. Ad ogni modo, un gran bel finale anche qui.
<<Po, popopo... popo... Un due tre, Daitarn III!!!>> Queste son le parole di Garrison Tochida, quelle che nel quarantesimo episodio del serial nipponico "Daitarn III" siglano la genialità di una serie che comincia forte, va avanti alternandosi fra il piano e il forte e che pure non ha mai ritardi... La luce nella finestra che sottolinea (almeno questo è ciò che ci leggo io) un Banjo che si gode un triste (tutto sommato triste) riposo, dopo aver tanto lottato e fatto ridere ed emozionare, è roba d'alta classe...
Dicevo... E "General Daimos"? Dove lo mettiamo? Serie dall'intensità straordinaria, con Kazuya Ryosaki glorificato dal sacrificio di colui che è stato suo acerrimo nemico per tutta la serie, ovvero il fratello di Erika. Egli, resosi conto di essere stato strumento di morte e, soprattutto, marionetta in mano a politici piani, dona la vita per il suo nemico. Notevole.
Il finale di "Conan" me lo lascio per ultimo di quelli inviolabili... E' unico, ragazzi miei. E' di una letizia che fa bene alla vista, al cuore, al pancreas, alla bile e a tutte le arterie... La risoluzione (non tanto ovvia come si può supporre) del conflitto in favore di Hayarbor non è solo un prendere atto di chi ha vinto, è soprattutto l'affermazione della solidarietà nei confronti della sopraffazione dell'uomo sull'uomo (ossia Indastria), la fortuna dell'andare verso l'altro rispetto all'andare contro l'altro... E' la contrapposizione di due modelli di vita che si respingono, insomma: la pacifica e verde Hayarbor e la ferrosa e militarizzata Indastria... E io sto con Hayarbor... Sto con Hayarbor anche se parto volentieri sul Barracuda per dirigermi sull'Isola Perduta al ventiseiesimo episodio...
Una nota ovvia la lascio per la prima serie di Lupin e per Polimar.
Signori miei, non ci scordiamo mai delle lacrime di Zenigata quando gli vien fatto credere da Lupin e soci che essi si son suicidati in un'esplosione. Non ci scordiamo la faccia a metà fra il felice e il tenace che l'ispettore fa, invece, quando si accorge che invece quell'esplosione non era che un trucco...
Altro finale carino è quello di "Hurricane Polimar", dove Barone (il cane di Takeshi Onikawara, unico a sapere quale sia l'identità di Polimar) recupera il casco e lo porta fra mille pericoli al suo padrone incatenato e prossimo alla morte, consentendogli di trasformarsi davanti al padre (l'ispettore Onikawara dell'Interpool), a Joe Kuruma e a Teru...
Vediamo... Ho detto tutto? Per ora sì, va'...
WATTA
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
|