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Samurai 7
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Autore:  Mitokomon [ gio 12 mag 2005, 9:57 ]
Oggetto del messaggio:  Samurai 7

Ho finito di vedere tutta la nuova serie di «Samurai 7» in versione fansub inglese.

E' una reinterpretazione fantascientifica (per alcuni aspetti robotica) in 26 episodi del famoso film di Kurosawa «I 7 samurai», realizzata dallo Studio Gonzo lo scorso anno, e di recente trasmessa negli Stati Uniti.

Il sito ufficiale (giapponese però) è molto bello, ma ce ne sono molti anche in lingue più accessibili, compresa la nostra.

L'opera deve aver avuto molto successo in patria, e non me ne stupisco, perché è veramente bella e ben realizzata.
E' da tanto che non vedevo una serie così piacevolmente intensa e godibile.
La qualità grafica è notevole (è stata inoltre realizzata e trasmessa in alta definizione), in tutti gli episodi (per intenderci, gli OAV più recenti che ho visto sono molto peggiori, vabbeh che erano quelli di Nagai..). Alcuni episodi poi presentano un tratto assai sperimentale, molto interessante.

Tasto dolente, perché a me non piace, è l'uso diffuso della Grafica Computer, ma è ben fatta ed utilizzata con coerenza (tanto per intenderci, non compe nell'OAV di Matsumoto Queen Emeraldas).
E' molto utilizzata infatti nelle carrellate e negli spostamenti di scena, negli effetti di luce, ma soprattutto per rendere alcuni eventi o alcuni personaggi. In particolare i Robot, che nella storia sono i banditi, sono sempre realizzati esclusivamente in CG. E' davvero l'unica cosa del cartone che non mi è piaciuta.
Il resto è, a mio parere, perfetto, mecha, ambientazioni, character design, colori, fondali.

La storia è completamente fedele al film di Kurosawa; il che fa capire che non è stato inteso come un prodotto commerciale.
Anzi, per numerosi aspetti, né è un completamento, poiché inserisce elementi ulteriori che vanno a configurare più a tutto tondo nonché ad aggiornare la famosa storia.
(Che, brevemente, è: un villaggio di contadini, aggredito dai banditi, decide di assoldare Samurai. Questi accettano in 7 - uno però era in realtà un contadino - combattono, e ne sopravvive la metà. Alla fine, come si sa, «vincono in contadini». Del film è stato fatto un remake - godibile ma, in fondo, superficiale - in chiave Western: «I Magnifici 7»)

Le figure dei sette samurai sono scavate nella roccia, molto affascinanti, e molto commeoventi sono le loro uscite di scena (fedelmente all'originale se ne salvano pochi). Lo spirito Bushido è reso talmente intensamente, che solo il manga di "Itto Ogami" (manga storico però) gli è superiore.

Rispetto alla storia originale, ed alla dicotomia contadini/samurai, nel cartone viene inserito un altro elemento: la classe dei mercanti ed il potere centrale.
E' chiaro che gli autori hanno voluto aggiornare la storia, riflettendo sull'evoluzione del Giappone moderno.
I mercanti hanno surclassato i Samurai, e commerciano con i Banditi che saccheggiano i Contadini. I Samurai sono un relitto dell'epoca delle guerre, ed in tempo di pace non servono. Difendendo i contadini, sembrano riacquistare un ruolo, ma devono scontrarsi con i Banditi, che sono il loro alter ego: in tempo di guerra molti samurai avevano infatti trasformato il loro corpo in metallo (ed infatti sono diventati dei grossi Robot, con mecha tipo Aesti Valis), ed i capobanditi appartengono proprio a questa categoria.
Ci sono anche i monaci, c'è anche l'imperatore, il cui erede al trono, un soggetto ambiguo e tormentato, dalla psicologia complessa, decide di rivolgere la struttura sociale a suo vantaggio.
Ma ci può riuscire? No: alla fine vincono sempre i contadini.

La tematica sociale e simbolica è insomma - a mio parere - il vero punto di forza dell'anime, che consiglio di vedere a tutti i fan, pregando di vedere prima il film di Kurosawa, e poi di postarmi qui le sue interpretazioni.

Come vederlo? Beh, a quanto ho capito è più questione di "quando". La Panini ne ha la distribuzione, e quindi arriverà anche da noi.

Le musiche, per lo più tradizionali, come esige l'argomento, sono belle, curate. La sigla iniziale è orecchiabile, veloce ed introduce bene il cartone, ma veramente bella è la sigla finale, lenta ed assai triste.
Concludo la recensioncella proprio con la traduzione (dall'inglese, non dall'originale) delle belle parole di questa, perfetta espressione del cartone ed in sintonia con lo spirito che se ne ricava:

Come un vecchio che, recluso in un eremo solitario
guarda fisso lontano avanti a sè,
e come un neonato che piange
per il bisogno del calore della mamma,
così noi siamo in questo mondo per espiare
i peccati di qualcun altro e prenderci la loro punizione.
Ma non c'è futuro che sia senza speranza.
Noi diciamo solo banalità, e mentiamo
con queste stesse parole pretenziose,
mentre, sotto la pioggia battente,
qualcosa emerge e scompare.

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