Speranza ha scritto:
no, non sbagli, però c'è da dire una cosa: le canzoni che usano per le sigle, hanno poco a che vedere con l'anime.
Non sono d'accordo. Al 90%, anche se sembra che abbiano poco a che fare con la serie, le sigle giapponesi sono state realizzate per quell'anime, per quella storia, per quei personaggi. Ad esempio, tornando a citare Maison Ikkoku, per
Alone Again e
Get down non è così, ma per le 9 sigle restanti sì. Che poi la sigla non racconti la storia è un altro conto.
Anche in Italia abbiamo esempi del genere, da
Prendi il mondo e vai a
Questa allegra gioventù, passando per
Piccoli problemi di cuore etc. etc. e per me (mi sorprendo che per altri non lo sia) il risultato è ottimo.
Certo, questo si può fare per cartoni più adulti, ma per un Mirmo sia in Italia che in Giappone che in qualsiasi altro paese la sigla parla della storiella del cartone animato... il problema è che in Italia abbiamo troppi cartoni infantili e le sigle si adeguano. Ma son sicuro che se avessimo continuato ad avere i fattori di metà anni '90 (Manera, cartoni adulti) ancora oggi ci sarebbero sigle adulte come
Cantiamo insieme o
Curiosando nei cortili del cuore.
All'inizio anche in Giappone le sigle parlavano della storiella del cartone, vedi Stilly, Sally, Carletto, Doraemon, Bia... e così pure in Italia. Poi in Giappone le sigle hanno cominciato a distaccarsi dalla serie e alla fine degli anni '80 la Manera si adeguò a questa tipologia... Il problema è che oggi siamo regrediti invece che evolverci.
Le premesse per avvicinarsi alla tipologia giapponese c'erano tutte.
Speranza ha scritto:
ma chiamano veri e propri cantanti e autori non legati al mondo animato come potrebbero essere Ramazzoti o la Pausini che si prestano a farlo utilizzando delle vere canzoni.
Ma non c'entra assolutamente niente questo. E te lo confuto subito.
Di cantanti "veri" ne abbiamo avuti anche noi, Gianna Nannini, Marco Masini, Gabry Ponte e si sono limitati a raccontare la storiella. Al contrario la D'Avena di turno, per molti cartoni, ha cantato una sigla realizzata a mo' di quelle giapponesi.
Ciò che è diversa è la mentalità.
E questa mentalità, da parte della Manera e della D'Avena di turno, di creare sigle e canzoni avulse dalla storia del cartone, c'è da metà anni '80. E ti cito splendidi pezzi come
Quando un giorno tu crescerai,
Chi trova un vero amico,
Oh luna amica mia,
Ale o-o,
Le scarpe al chiodo appenderai,
La strada d'argento etc. etc. (realizzati per serie tuttavia infantili come Maple Town, Rudy, Mini Pony) che non raccontano la storiella. Canzoni che possono essere prese benissimo da sole, così come può essere presa da sola una sigla giapponese, e allo stesso modo essere apprezzate come un qualsiasi pezzo di musica leggera. Oggi invece che ti fanno questi bravissimi e nuovissimi produttori e direttori artistici? Quella cazzata di CD di Mirmo con quattro canzonette che ti raccontano la stessa storiella con parole diverse.
La mentalità di considerare i cartoni non come roba per bambini ce l'aveva la Manera, e sembra paradossale che tutti pensino l'esatto opposto (purtroppo perchè i prodotti più belli che ha realizzato sono i più sconosciuti), mentalità che non aveva assolutamente un Petrossi di allora o un Paltrinieri oggi in Mediaset o un Tibaldi oggi in Rai.
Lo stesso Petrossi, lo stesso Tibaldi, lo stesso Paltrinieri non avrebbe MAI e poi MAI concepito come brani dedicati all'infanzia pezzi estremamente poetici e stranamente adulti quali
Rimboccata dalla luna la città già dorme. Solo io vedo l'allusione al sesso, mascherata dal sogno, in questa goccia di poesia? Eppure mi sembra più che palese:
"Rimboccata dalla luna la città già dorme,
l’aria è intrisa di dolcezza, il buio è vellutato
ed in punta di piedi parliamo io e te,
nel silenzio che ci avvolge sempre più.
Con le mani nel sogno adesso siamo noi
e la notte presto si addormenterà...
Una stella si dischiude e brilla tutto il cielo
e la quiete della luna unisce i nostri cuori
e per mano prendiamo la notte io e te,
sul sentiero dei sogni ci accompagnerà.
In silenzio l’amore e il sogno salirà
ed il buio un bacio ci regalerà.
[...]
Con dolcezza nel tuo abbraccio il sogno si rifugia
e la luna sorridente splende nella stanza,
accarezza i pensieri di chi dorme già,
dona ad ogni cuore la tranquillità.
Sbadigliando la notte adesso se ne va
e nel buio l’alba ormai traspare già..."
Ora, due che stanno a letto di notte, si abbracciano, si baciano... se questa non è allusione al sesso, non so cosa sia. Mi piacerebbe che anche altri dessero la propria interpretazione.
E questo testo è stato partorito come un
brano per una serie per bambini (Kiss me Licia non poteva essere considerata diversamente all'epoca) dalla stessa Alessandra Valeri Manera nel 1988.
La stessa Alessandra Valeri Manera che nel 1986 per un cartone quale è
Memole dolce Memole scriveva questo testo:
"Voglio bene a tutti quanti però,
io qui lo dico solo a te!
A me lo sai piacciono di più
sì senza dubbio: le femmine!
Sono dolci sai, molto belle sai
come me perchè anche io una bambina son.
Se mi sento sola io,
te lo dico a voce bassa sai,
allora con un bimbo giocherò
ma le bimbe però valgon di più!"
Non voglio essere malizioso, ma è tutto chiaramente allusivo... una femmina a cui piacciono di più le femmine, perchè son belle, femmina che però, in caso di solitudine, può anche permettersi di "giocare" con un maschio, rimanendo comunque dell'idea che le femmine "valgon di più".
"Te lo dico a voce bassa sai"... e perchè mai?
Poi ognuno la interpreta ovviamente come vuole.
Ciò che mi conforta, però, è che nella sua avanguardia la Manera sia stata e sia ancora malconsiderata dai più, è paradossalmente confortante perchè nella storia è sempre stato così, gli avanguardisti, disprezzati nella loro epoca, sono stati in seguito rivalutati.
Vabbè... potevo risparmiarmi tutto questo, sono andando fuori tema.
