L'ascolto delle sigle veicola, per me, il periodo più intirgante della vita, laddove la scoperta era avventura di ogni giorno, laddove l'aneddotica rappresenta, ancora oggi, un insieme sempre vivo di brividi.
Benchè io mi trovi in linea con molte delle osservazioni presentate da Hiroshi su questo argomento, il mio vissuto è un po' diverso dal suo. Sarò banale, ma anche quando un po' della nostalgia va perdendosi, basta un ascolto particolare in un momento particolare di una qualsiasi sigla (magari una di quelle che amo maggiormente) che tutto un mondo si risveglia. E' lì che si aprono le stanze della mente, è lì che la nostalgia ritrova spessore si anima, è lì che la nostalgia, che spesso è considerata avere un alone negativo, diventa lietezza. Io adoro la mia nostalgia, e innamorato come sono, poi, di qualche mia solitudine, ho le mie sigle a darmi controno e colonna sonora... La colonna sonora della mia vita, perchè primo tratto di melodico richiamo e, pian piano, un mescolarsi di fantasie e ricordi che solo la nostra generazione ha avuto. Per prima. Per prima... Noi l'invasione di sigle l'abbiamo vissuta in pieno. Ci è stato scaraventato addosso un Univesro di cui ancora oggi, in tutti i minuti della vita, traggo spunti di divertimento, solidarietà, accesa confusione. E mi chiedo dove sarei senza la possibilità di acceedere con il ricordo ai Raggi Delta, al Pulsante Rosso o alla Formazione Sigma...
Istantanee di una vita? Proviamoci un po'...
Se dovessi fare un video sulla mia vita, di sicuro vorrei che ci fosse "Goldrake" come canzone di fondo...
Se dovessi andare da Marzullo a essere intervistato, chiederei di eseguire "Gundam" o "Daitarn III" a Giovanna Bizzarri...
Se dovessi riprendermi da un periodo difficile, vorrei "Ken Falco", "Jeeg Robot" o "Trider G7", per darmi forza...
Se dovessi ribadire a me stesso qual è la mia natura più vera, vorrei "Teppei" o "Sasuke"...
Se dovessi o volessi sognare, vorrei "Capitan Harlock", oppure "Tekkaman", o anche "Kyashan", per inchinarmi davanti alla lucentezza della forza che ne proviene...
Se volessi un compagno di lotta nel pensiero, vorrei sentire le note imponenti e le parole tuonanti di "Mazinga Z" o di "Devilman"...
Se voglio, invece, sorridere alla vita col disincanto di chi sol col disincanto sorride, vorrei "Lo scoiattolo Banner" o Belfy e Lillibit", o anche ... Se voglio ricordarmi qualcosa di non particolare, vorrei "Forza Sugar", se magari il ricordo da cercare è più netto, allora vado a "Pat la ragazza del baseball"...
Come mi accade per Francesco Guccini (presente in qualsiasi brano di mia vita con i suoi testi, le sue ballate malinconiche e la sua musica) m'accorgo, lieto e trasognato, che c'è una sigla per ogni momento dell'esistenza. Ogni convinzione di idea ha la sua protesi in una sigla, e le divien quasi lineare, naturale, ovvia... C'è ovunque un personaggio (che questi pezzi celebrano) che rimane. Rimane... Le sigle rimangono, già. E divengono il tessuto base di crescita da cui sono partito, da quando ebbi la felicità di capire (senza saperlo) che quei 45 giri erano a misura di bambino e mi sarebbero stati addosso per una vita intera. E quando ognuno di noi parla di vita intera, si riferisce alla propria accidentale eternità. Quando Actarus gridava <<Alabarda Spaziale!>>, io lo sapevo che era per me, che lo diceva per me; e le sigle del cartone animato non facevano che sottolineare quella sicurezza che noi bambini riuscivamo a percepire, di questo cosone armato e bellissimo. Quando vedevo Teppei che chiudeva gli occhi in montagna, nella videosigla, mi piaceva pensare teneramente a lui come un terremoto di ragazzo nell'improvvisa quiete di ciò che lo rende quieto, e lì mi sentivo pieno di quietezza pure io... Quando, ancora oggi, vedo il Cammello del Tempo farmi l'occhiolino nella videosigla favolosa di "Calendar Men", non posso ritrovarmi il sorriso sulle labbra... Quando vedo Kento, Mita, Tanosuke, Shiro, Dani, Manabù, Sanae e il maialino Jimmy ballare sul mondo nella videosigla di "Daltanious", la nostalgia mi ritorna... Ed è quella che voglio.
E' quella, la nostalgia che voglio...
E non la lascerò mai andar via...
WATTA Old Style TAKEO
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
|