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La Storia della Five Record e delle sigle tv http://forum.sigletv.net/viewtopic.php?f=1&t=7807 |
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Autore: | OFM [ mer 20 set 2006, 10:28 ] |
Oggetto del messaggio: | La Storia della Five Record e delle sigle tv |
Avevo pronto questo articolo da tempo, volevo pubblicarlo direttamente su SigleTV ma per vari motivi ho sempre rimandato la sua pubblicazione. Preferisco postarlo però qua in modo che se ne possa discutere tutti insieme.. C’era una volta la “Five Record” casa discografica del gruppo Fininvest nata nel 1981 con l’intento di sfruttare il mezzo televisivo per promuovere e lanciare i propri artisti nonché pubblicare tutto ciò che di “musicale” veniva realizzato dai canali televisivi stessi. Niente di rivoluzionario, infondo già la RAI stava facendo (ma in tono minore) la stessa cosa attraverso la Cetra (successivamente Fonit-Cetra oggi del gruppo Warner Music) ed in generale il "boom" delle sigle degli anni precedenti era una buona spinta per intraprendere l’avventura nel settore delle edizioni (Canale 5 Music) nonché delle pubblicazioni, attraverso appunto l’etichetta Five Record. Appoggiandosi alla distribuzione CGD (anch’essa oggi gruppo Warner Music), nel giro di pochi anni le uscite discografiche sono state tantissime portando l’etichetta di Cologno Monzese svariati dischi d’oro e di platino. Nel 1987 il singolo “Boys” di Sabrina (Salerno) arriva ai vertici in tutta europa vendendo oltre un milione di copie complessivamente. Un anno più tardi esplode parallelamente a Jovanotti (Ibiza Record / CBS) il tormentone di Francesco Salvi “C’è da spostare una macchina” premiato con il telegatto come “sigla tv dell’anno” e per mesi ai vertici delle classifiche. Sempre in quel periodo vengono prodotti i nuovi lavori di Iva Zanicchi , Giorgio Faletti e di altri artisti emergenti. Nel Febbraio del 1992 Five Record cambia volto e denominazione (ma non il nucleo originario che la compone e diventa RTI Music il cui primario obiettivo rimane quello di confermare i risultati ottenuti negli anni precedenti e nel contempo costruire un repertorio italiano in grado di competere con le altre major discografiche, sempre più in mano alla multinazionali estere. Proprio in quel periodo infatti CGD passa al gruppo Warner e Ricordi al gruppo BMG (oggi SonyBMG) . Nell’aprile 1996 il gruppo Mediaset acquisisce l’intero pacchetto azionario della casa discografica PDU di Lugano, soffiando così ad Emi l’esclusiva della più grande cantante italiana Mina nonché degli Audio 2 più tutto il restante nutrito catalogo italiano ed internazionale. Sempre di quel periodo il contratto discografico con Enrico Ruggeri. RTI inizia quindi anche a distribuire Easy Records (Etichetta di Claudio Mattone) che produce Syria e Neri Per Caso ed anche UDP e Media Records con una nutrita scuderia di artisti e gruppi dance. Sul finire degli anni 90 a completare un cast artistico che già comprendeva i lavori di: Ambra, Lorella Cuccarini, Fiorello, Fausto Leali, Massimo Ranieri, Michele Zarrillo, Federico Salvatore, Premiata Forneria Marconi, Mia Martini, Corona, Amii Stewart, Nino D’Angelo e Tony Esposito, arriva l’accordo di licenza del Clan di Celentano con il quale si assicura anche oltre il catalogo di Celentano stesso anche registrazioni di Don Backy, Al Bano, I Ribelli, Ricky Gianco, Claudia Mori ed altri artisti del passato. Siamo intorno al 1999 e qua la nostra storia si ferma perché da allora purtroppo di questa casa discografica si perdono sempre più le tracce e l’importanza di mercato scende sempre di più. Il catalogo e le licenze acquisite passano per la maggior parte a Sony Music (che ne diventa anche distributore ufficiale) ed anche i settori in cui indubbiamente Five Record prima e RTI Music dopo erano stati leader assoluti (sigle tv) diventano sempre più marginali da un punto di vista di vendite ma ancor più di popolarità. Dal mio racconto ho fino adesso volutamente trascurato di evidenziare il forte legame che dalla sua nascita lega Five Record con la produzione di sigle televisive, perché mi premeva evidenziare la storia di questa casa discografica anche sotto altri aspetti in modo che si possa capire ancor di più che il suo passato giustifica ancor meno le scelte del presente. La storia di Cristina D’Avena e di Five Record / RTI Music corrono sullo stesso filo, infondo si farebbe fatica ad immaginarsi Cristina su un’altra etichetta e nello stesso tempo si farebbe ancor più fatica oggi a capire cosa resterebbe di RTI senza i suoi lavori sia attuali ma ancor più del grandissimo catalogo che la D’Avena e gli altri artisti hanno lasciato in più di 20 anni di attività. Sul perché oggi il “fenomeno” sigle sia sempre più lontano dai fasti degli anni 80 e prima metà degli anni 90 è un discorso lungo ed articolato che non è mia intenzione affrontare stavolta, dove voglio invece soffermarmi sulle scelte operate da RTI negli ultimi periodi, ma andiamo con ordine riepilogando appunto i successi che in questi anni hanno fruttato soldi e popolarità a Five Record. Nel 1982 “Canzone dei Puffi” sfonda la soglia delle 50.000 copie vendute e si aggiudica il disco d’oro ma è solamente l’inizio perchè da allora ne seguiranno altri 5 di platino per “Kiss Me Licia e i Bee Hive”, “Arriva Cristina”, “Cristina”, “Cri Cri” e “Fivelandia 14” (del 1996). Ho volutamente evidenziato l’anno di pubblicazione del Fivelandia 14 perché possiate di pari passo confrontarlo con le scelte e l’operato di RTI Music che vi ho raccontato prima. Non si possono considerare ovviamente solamente traguardi così tangibili nella carriera di un artista ma considerare anche l’insieme dei lavori fatti, ed anche in questo caso i “primati” non mancano, basti considerare che pochi altri artisti in italia possono vantare il numero di 45 giri pubblicati in un anno e complessivamente nella propria carriera, per non parlare delle copie vendute complessivamente dei propri lavori che si calcola nell’ordine di oltre quattro milioni venduti. Certamente, non ci dobbiamo e non possiamo scordare anche le tantissime scelte televisivo/musicali di quel periodo che hanno fatto arrabbiare (e non poco) gli appassionati di sigle con la sostituzione di grandi classici del passato (neanche troppo remoto all’epoca) come Lady Oscar, Candy Candy e svariate altre. Se i Puffi e Kiss Me Licia sono stati le icone degli anni 80, Sailor Moon dei primi anni 90, Pokèmon e Dragonball sono stati indubbiamente i primi grandi successi (non solo televisivi) del nuovo millennio che però non hanno avuto in nessun caso importanti riscontri in fatto di vendite e questo non certamente per la voce di Giorgio Vanni o per mancata promozione ma per un insieme di fattori che iniziano a farsi sempre più pressanti, il primo fra tutti la graduale scomparsa della “Tv per i ragazzi” con i relativi contenitori e, cosa ancor più grave, con la crescente abitudine di sfumare o addirittura tagliare le sigle trasmesse. E da allora la situazione non è migliorata da questo punto di vista, ma è scivolata sempre più in basso ed a niente sono servite le innumerevoli proteste pubblicate dal settimanale Sorrisi e Canzoni o inviate al responsabile della Tv dei Ragazzi di Italia Uno, Fabrizio Margaria. Ad onor di cronaca riporto qua uno stralcio di quella intervista curata da Francesca Fornario: “Perché le sigle dei cartoni animati vengono spesso accorciate?” La durata delle sigle non dipende da me che compro i cartoni, io posso solo dire alla rete se la sigla è bella o brutta ma è il direttore di rete che decide di accorciarla, mio malgrado, per non intaccare gli spazi riservati alla pubblicità. La rete mi impone delle durate massime da rispettare, e io preferisco accorciare le sigle piuttosto che tagliare il cartone stesso. Ho trovato la mediazione di ridurre le sigle a un minuto, che mi sembra una durata ragionevole, considerando che le sigle dei telefilm durano molto meno. Non a caso, ora anche molte sigle originali giapponesi sono tendenzialmente più corte. Poche durano più di un minuto, poi magari c’è la versione più lunga che esce in cd. Cerco di rispettare le sigle il più possibile, e quando posso recupero la sigla originale come per Lupin o Charlotte. Ribadisco però che dobbiamo ricordarci che ci rivolgiamo principalmente ai bambini, che non sono affezionati alle vecchie sigle delle serie giapponesi come i fan ormai cresciuti. Credo che le proteste arrivino soltanto dallo zoccolo duro dei ragazzi più grandi e patiti degli anime, che non rappresenta però la maggioranza del pubblico di Italia1. Non a caso, nessuno ha mai scritto perché abbiamo accorciato la sigla di un cartoon americano. A questi ragazzi arrabbiati per il taglio delle sigle voglio dire che a me sembra di aver portato una nuova ventata, cercando di tagliare il meno possibile, comprando tante nuove serie che piacciono molto e recuperando i vecchi cartoni cult. Tralasciando che ben poche delle promesse fatte da Margaria in quell’intervista del 12 Febbraio 2005 si sono realizzate, mi permetto di sottolineare che le sigle attualmente non solo vengono editate nel formato televisivo in blocchi di 60 secondi, ma in tivù ne vengono trasmessi si e no una manciata di secondi, troppi pochi perché qualunque giovane ascoltatore (non noi poveri “fan ormai cresciuti”) possa appassionarsi alla sigla, riconoscerla e magari per natale farsi regalare il CD. Che ci possa poi essere stata una graduale diminuzione qualitativa dei brani stessi è anche riscontrabile sempre più frequentemente (daltra parte sono diminuiti anche i budget stanziati per realizzarle) anche se in periodi molto recenti è vero che c’è stata un inversione di tendenza, inserendo fra gli autori anche noti nomi come Cheope, Dati e Pozzoli migliorando e variegando non poco l’offerta e lo stile musicale dei brani stessi. Siamo quindi alla crisi del settore, gli ultimi volumi di Fivelandia ed affini raccolte RTI non varcano le soglie delle classifiche, e così come si fa per i grandi nomi della discografia cosa si fa ? si attinge ovviamente al passato cercando in esso la base solida per rimanere a galla. E’ una cosa “naturale” lo hanno fatto anche Madonna (con il tour realizzato al seguito del semifiasco dell’album American Life decisamente incentrato su i suoi cavalli di battaglia del passato) e più recentemente anche Renato Zero che (piaccia o meno) continua a fare il tutto esaurito in prevendita ovunque cantando anche solamente brani di 30 anni fa. A Novembre del 2005 la prima svolta, Fivelandia 23 non esce, al suo posto due raccolte triple dal titolo “Cartoonlandia” che sembrano proprio voler far capire gli intenti di RTI di andare in questa direzione ovvero sfruttare il più possibile il back-catalog per contornare le poche cose nuove che ci sono. Il costo è invitante perché si tratta di 15 euro a cofanetto, ma da questo momento in avanti del mio racconto inizierò a tener traccia anche delle spese. Per adesso siamo a quota 30 Euro spese per 6 CD contenenti per la maggior parte sigle già edite anche recentemente e 5 sigle pubblicate per la prima volta su questo supporto. Ma iniziamo anche a parlare di “Qualità” dei ripescaggi, perché sono già alcuni anni che i vari volumi di Fivelandia e di “I tuoi amici in tv” contengono brani inediti su CD ripescati qua e la purtroppo con una costante: pessima qualità del suono data dalla saturazione dei suoni (quando va bene) oppure da incomprensibili tagli o sfumature (quando va proprio male). Spiccano poi in mezzo a questa lista due casi clamorosi come “L’Incantevole Creamy” ed “Occhi di Gatto” due pietre miliari delle sigle tv italiane che per anni sono stati ristampati solamente in versione Monofonica e che, nel caso di Creamy, attendono ancor oggi una stampa stereofonica ufficiale su CD. Il perché di così tanti scempi non è purtroppo facile saperlo, capisco che master di 20 anni fa e più possano presentare delle imperfezioni, ma soprattutto per i lavori più recenti il problema sembra legato ad una certe leggerezza nelle fasi di riequlizzazione e mixagio dei brani stessi in quanto anche brani in passato pubblicati bene (esempio su tutti “Mila e Shiro”) nelle recenti uscite è devastato da un suono saturo che lo rende quasi inascoltabile non solo ad un “puritano” del suono ma anche ad un ascoltatore medio. Ma andiamo con ordine ed arriviamo a qualche mese fa, quando i “rumors” che da tempo echeggiavano fra gli appassionati diventano realtà ed un sogno si realizza: vengono ristampanti tutti i primi 10 volumi di Fivelandia su CD! Prima delusione (ma potrebbe essere trascurabile) usciranno su CD doppi costo di ogni doppio Fivelandia 10 Euro circa, riprendiamo quindi la calcolatrice e sommiamo 30 Euro che già avevamo ai 50 Euro spesi in questa occasione, totale 80 Euro. Anche in questo caso è bene evidenziare che i brani realmente inediti su CD si potevano limitare ad un solo CD ma va anche detto che la bellezza di poter aver sulla propria mensola un CD con scritto Fivelandia 1 per un collezionista / appassionato non ha valore. Anche non aver riacquistato licenze per i pochi brani del Fivelandia 1 di cui non RTI non deteneva i diritti è un po’ deprimente, anche perché voglio immaginare che chiedere a Warner Music un brano come “Sbirulino” possa non compromettere il budget di una casa discografica dato che altre case discografiche (come ad esempio BMG) hanno fatto lo stesso per CD con stessa fascia di costo (Linea Kids). Penso però che alla fine si sarebbe potuto sorvolare su tutto quanto se solamente la qualità sonora di questi CD si fosse avvicinata almeno alla sufficienza invece di rimanere (su alcuni brani soprattutto) a dei livelli imbarazzanti. Non mancano anche le nuove uscite e circa un mesetto dopo ecco arrivare un nuovo monografico interamente dedicato a Mirmo (per la prima volta ne contiene la sigla attesa inizialmente nel Cartoonlandia). Il CD è molto carino, ben realizzato, e finalmente con la sigla originale al suo interno peccato che la concorrenza ne avesse fatto uscire una versione “cover” diversi mesi in anticipo bruciandosi di fatto gli acquirenti più distratti. Costo del CD, 12,90 euro che sommato ai precedenti porta ad un totale di 92,90 Euro, ma almeno stavolta abbiamo in mano diversi brani inediti e la qualità è molto buona. Se una tradizione, quella del Fivelandia, a Novembre si era presa quantomeno una battuta d’arresto (ma voglio vedere se e quando uscirà Fivelandia 23) il volume 19 di “Cristina D’Avena ed i tuoi amici in TV” esce regolarmente con 6 tracce inedite più un ripescaggio dal monografico di “Mio Mini Pony” niente da dire sulle tracce inedite, stessa qualità dei Fivelandia ristampati per gran parte dei ripescaggi, costo del CD 12,90 euro. Saliamo quindi ad un totale 105,80 Euro spesi in raccolte di sigle RTI usciti in meno di un anno. Ma purtroppo la storia non finisce qua, a circa due mesi dalla ristampa dei Fivelandia doppi, con un colpo di scena degno di una puntata di Don Tonino, ecco riuscire i Fivelandia su CD in edizione a singolo disco! Perché questa scelta ? Che siano stati ristampati privi di errori ? Assolutamente no, sono drammaticamente identici alle edizione precedente (qualcuno afferma che sono ancor più scadenti) ma se anche così non fosse stato ed i vari errori fossero stati corretti penso che qualunque acquirente che avesse acquistato neanche due mesi prima lo stesso CD inciso in quel modo sarebbe stato autorizzato a sentirsi preso in giro non trovate ? Insieme all’edizione a singolo disco dei Fivelandia sono uscite anche altre compilation, molte delle quali trascurabili perché ristampe di album monografici e/o tematici molto più recenti: Hamtaro, Cristina D’Avena canta Disney, Cristina Dance, ecc per i quali non ho interesse a soffermarmi e non so qualitativamente quali siano i risultati (ma posso dire di aver un po’ di paura anche in questo caso ?) ci sono altri titoli da citare: Mundial Goal (contenente il monografico di Palla al Centro per Rudy più un po’ di sigle di Holly e Benji et simili), Puffiamo all’avventura (ristampa su CD del monografico dei Puffi), e il Valzer del Moscerino (contenente i brani più conosciuto dello Zecchino D’Oro interpretati da Cristina D’Avena. Costo di ogni CD 5 Euro circa, che sommato ai precedenti porta ad un totale di 120,80 Euro spesi in un anno per avere su CD sigle inedite oppure pubblicate su CD per la prima volta. Per questi ultimi titoli sarei ripetitivo nel segnalarvi la qualità dei brani (è chiaro che il ripescaggio dai master del passato è stato fatto in modo unitario ai Fivelandia), mi dispiace invece segnalare che un idea molto carina come quella di far ricantare a Cristina dei brani dello Zecchino D’Oro (infondo se non lo fa lei chi lo deve fare ?) sia stato inserito in una edizione così povera priva praticamente di libretto, di testi e di curiosità che avrebbero potuto rendere il CD leggermente più costoso ma molto più appetibile probabilmente. Arrivo quindi alle conclusioni, comprendo perfettamente (ed ho già spiegato prima il perché) la scelta di RTI di realizzare una linea economica con quasi tutto il suo “catalogo”, infondo già altre etichette (BMG in testa) hanno già fatto altrettanto, quello che non riesco a capire è perché se spendo 4,90 Euro per Tivulandia 1 di BMG ho in mano un CD di quasi 20 tracce TUTTE perfette o comunque qualitativamente molto buone, se ne spendo 5,00 per Fivelandia 1 ho fra le mani un prodotto che qualitativamente non è neanche lontanamente paragonabile da quanto è scarso. Altra cosa che mi sfugge sia di RTI, ma non è solo loro questo ragionamento (vedi intervista a Fabrizio Margaria), perché si continui a pensare che i fans di queste sigle debbano essere una minoranza rispetto ai bambini di oggi. Ne siamo sicuri ? Case discografiche che risparmiano sulla licenza di un brano come Sbirulino sono in possesso di analisi di mercato che gli dicono con esattezza chi acquista i loro prodotti ? Personalmente ne dubito. Se nel 1995 RTI Music cercava di far concorrenza alle grandi Major nel 2006 mi pare che la concorrenza sia palesemente verso i CD di cover che si trovano al supermercato per pochi euro, ma quello che mi chiedo, se si punta verso il basso invece che verso l’alto non si rischia di fare ancora peggio ? |
Autore: | DEMETAN [ mer 20 set 2006, 13:08 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Ciao OFM, ho letto con attenzione tutto il tuo racconto: complimenti! ![]() Molto ben dettagliato, preciso e ahimè veritiero. Voglio precisare che sono d'accordo con te su tutto cio' che hai scritto, sul fatto che noi appasionati non siamo una minoranza, sul fatto che da qualche anno le sigle vengono ridotte a pochi secondi di tv, (a volte un cartone inizia direttamente con il titolo della puntata), concordo sulla qualità deprimente delle ultime raccolte.... Sinceramente mi sono rassegnato, mi spiace ma è così. Dopo la delusione dei cofanetti "Fivelandia", ho deciso che non comprerò MAI PIU' un prodotto RTI, basta essere preso in giro, basta col copertine orrende, basta frequenze tagliate. Per quel che mi riguarda potrebbero anche far uscire "Doremifive" su CD, ma da me personalmente, non avrebbero un centesimo di tasca mia. Nella mia vita da collezionista di sigle, ho visto nel corso degli anni tante compilation di questo genere e TANTE di buona qualità ("Ufo robot & Co.", "Tivulandia 1 2 3 4 5", "Le Sigle D'Oro Meeting", "JM Compilation" e tante altre)...in poche, di queste menzionate, riuscivo a trovare difetti e tutt'oggi le preferisco alle porcherie proposte da RTI. Se solo la RTI fosse stata assorbita dalla Warner o dalla BmgRicordi all'epoca, forse oggi avremmo buona parte del repertorio di Cristina D'avena & Co di buona qualità audio. Io oggi, preferisco le versioni ripulite da Kbl o da me all'immondizia della RTI e consiglio a chiunque abbia un po d'orecchio, di non acquistare i Fivelandia recenti usciti per la suddetta casa discografica(se così si può ancora chiamare). E comunque sempre meglio 10 ripescaggi già stampati su cd di buona qualità audio, che 2 inediti mai usciti su cd con frequenze da 78 giri. E ripeto: preferisco spendere 20 euro per un buon prodotto di qualità che 5 euro per una compilation scarsa e povera di contenuto. Lo so, sono argomenti che abbiamo trattato e discusso migliaia di volte, ma se può servire a migliorare la situazione, non finirò mai di ripeterli. Complimenti di nuovo a Lorenzo per il "riassuntone". ![]() Demetan/Daniele W la SonyBgm, W la Warner e W la Universal... |
Autore: | dancasti [ mer 20 set 2006, 19:20 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La Storia della Five Record e delle sigle tv |
non posso fare un confronto di opinioni perchè della storia di questa etichetta non ne so nulla e, inoltre, non ho mai accettato la politica di dovermi comprare delle compilation di canzoni che non mi piacciono, solo per averne un paio che mi appassionano... potrei tornare su un vecchio dibattito a proposito dei cd-single, di cui sono favorevole (se proprio non si può tornare ai 45giri!)... ![]() senza contare che mi fido delle voci che ne parlano male qualitativamente, se queste voci sono così insistenti e frequenti... ![]() OFM ha scritto: Avevo pronto questo articolo da tempo, volevo pubblicarlo direttamente su SigleTV [...]Preferisco postarlo però qua in modo che se ne possa discutere tutti insieme
ho trovato molto interessante quello che hai scritto... personalmente, l'impaginazione da articolo, per sigletv.net lo farei, magari con in calce il link a questa discussione, per permettere a tutti di dire la propria, senza che, facendo finire questo topic in decima pagina del forum, passi inosservato... ![]() |
Autore: | ingek [ mer 20 set 2006, 19:39 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La Storia della Five Record e delle sigle tv |
dancasti ha scritto: personalmente, l'impaginazione da articolo, per sigletv.net lo farei, magari con in calce il link a questa discussione, per permettere a tutti di dire la propria, senza che, facendo finire questo topic in decima pagina del forum, passi inosservato...
![]() si infatti... secondo me sarebbe da mettere in Tvlandia, ben impaginato, suddiviso in paragrafi e con qualche illustrazione, perché onestamente vedendolo così di botto sembra un mattone. Tuttavia l'ho letto, ma non mi sento sufficientemente colto da commentarlo. ![]() |
Autore: | Annunziato [ mer 20 set 2006, 20:12 ] |
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Complimenti vivissimi a Lorenzo. L'unica cosa che aggiungerei è che del Clan vennero stampati solo alcuni long - playing di Adriano Celentano (serie TuttoAdriano). Annunziato |
Autore: | Hiroshi [ gio 21 set 2006, 8:44 ] |
Oggetto del messaggio: | |
Aggiungo un commento mio a questa storia della Five Records, a proposito della involuzione che ha portato alla vendita di quasi tutto il catalogo ad altre case discografiche e alla pessima qualita' degli ultimi CD di sigle. Il punto, credo, e' che la Five Records/RTI e' una delle tante societa' Fininvest/Mediaset, e quindi come una delle tante societa' del gruppo viene gestita. Al di la' delle aspettative dei fondatori della Five Records, per la Fininvest e' piu' conveniente avere al Festivalbar Ramazzotti, e quindi gli spettatori che lui procura, e quindi vendere ad alto prezzo gli spazi pubblicitari relativi, piuttosto che usare il Festivalbar per promuovere il terzo album di Sabrina, Tracy Spencer o Sandy Marton (che infatti credo non abbiano mai visto la luce) perdendo pero' spettatori e introiti pubblicitari. Ignoro ovviamente come si bilancino gli introiti discografici e quelli pubblicitari e dove quindi stia l'equilibrio, ma mi pare chiaro come la crisi del mercato discografico degli ultimi anni abbia portato al ridimensionamento della Five Records. E fin qui, puo' spiacere a chi ha creduto e investito nella Five Records, ma di per se' questa evoluzione si colloca fra le scomparse di tutte le altre case discografiche minori. Negativa per molto ragioni, ma non necessariamente per le sigle, e il discorso diventerebbe un altro. Il problema pero', per noi cultori di ricordi e sigle, non e' la porzione di catalogo Five passato alla Sony, ma la porzione rimasta a Mediaset! Piu' che le strategie commerciali attuali della Five/RTI, che non mi metto certo a valutare o criticare, il problema vero e' la pessima qualita' audio dei loro attuali CD. Ma temo che in una RTI del 2006, ridimensionata come sappiamo, non ci sia piu' nessuno che capisca di cosa stiamo parlando o che lo avverta come un problema. Se la Sony pubblica un CD di sigle, per quanto possa considerarle musichette di serie B solo per bambini, affida comunque il lavoro a tecnici del suono che per mestiere, professionalita' o passione sanno cosa e come fare. Se RTI pubblica un CD di sigle, al di la' della considerazione che possono avere della propria musica, il lavoro e' affidato a... ops, temo sia finiti tutti in Sony con il catalogo PDU, Clan, etc. P.S. Sbaglio, o mancano gli 883 fra i gruppi di successo della Five Records? |
Autore: | Freccia [ ven 22 set 2006, 11:13 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La Storia della Five Record e delle sigle tv |
OFM ha scritto: i vari volumi di Fivelandia e di “I tuoi amici in tv” contengono brani inediti su CD ripescati qua e la purtroppo con una costante: pessima qualità del suono data dalla saturazione dei suoni Purtroppo questo è un problema comune della maggioranza degli odierni cd di tutte le case discografiche, sia le stampe di cose nuove, sia i ripecaggi di vecchie registrazioni vengono stampati con una compressione dinamica del suono verso gli alti livelli.... In pratica se si guarda il grafico dell'onda con un programma tipo cooledit si vede che mediamente l'ampiezza non scende mai sotto l'80% (quando va bene... ) Questo puo' magari far sembrare il suono piu' bello all'ascoltatore (sotto-)medio, perche' si sente a volume piu' alto e omogeno... in realta' cio' uccide la dinamica. (Se si prende un cd dei primi anni '90 si vede che difficilmente l'ampiezza sale oltre l'80%-90%) Una rara eccezione a questa tendenza è per esempio il cd "C'erano una volta i CDR", bravo KBL! OFM ha scritto: per Tivulandia 1 di BMG ho in mano un CD di quasi 20 tracce TUTTE perfette o comunque qualitativamente molto buone,
Vabbè se si eccettua qualche bella traccetta tagliata all'inzio (Tipo "il fantastico mondo di Paul" o "Tamagon", tanto per dirne un paio, che comunque non sono sul Tivulandia 1, ma su dischi affini successivi) poi il resto della traccia è registrato abbastanza bene. Comunque anche sui Tivulandia si nota, seppur in maniera minore, il discorso che ho fatto poco sopra basta prendere i tvlandia 1 o 2 (io ho le versioni vecchie, non so se nelle ristampe coi brani bonus di linea kids abbiano ritoccato i livelli) e confrontarli con quelli piu' recenti. |
Autore: | fireman74 [ mar 26 set 2006, 21:39 ] |
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Il Problema del maltrattamento che le sigle stanno ricevendo oggi nasce con la "diretta" che mediset ha ottenuto agli inizi degli anni '90. In passato, con le registrazioni, mediaset ideò delle vere sit-com per programmi televisivi per ragazzi che hanno avuto un enorme successo (Bim Bum Bam, Ciao Ciao). C'era più inventiva e più rispetto per la Tv dei ragazzi, che rappresentava una ricchezza per una rete come Italia 1. Con l'avvento della "diretta", Mediaset si è occupata di programmi ritenuti più importanti, quali i telegiornali ed altri programmi giornalistici (e non solo). Da quel momento la Tv dei ragazzi ha assunto un valore sempre meno importante. I cartoni delle 20 che per anni sono stati il cavallo di battaglia della sopra citata Italia 1, diventano ingombranti in quanto si scontrano con i telegiornali e sono stati spostati alle 19, su Rete 4. Da lì la morte della serie televisiva "Cristina, l'Europa siamo noi" e di altri cartoni che sarebbero andati in onda in seguito all'interno dello sfortunato contenitore "I Cartonissimi". La "diretta" aveva cancellato la novità delle favole e degli avventurosi momenti lieti dei vecchi contenitori per ragazzi, omolongandoli a tutti gli altri della Rai, dove vigevano i ripetitivi giochi telefonici. Ormai anch'essi fuori moda. Il tutto muore poco a poco. All'inizio Bim Bum Bam ha ancora qualche piccolo spazio pubblicitario, fino a quando non scompare del tutto. Siamo ad oggi. La tv è governata dai Reality, sempre più noiosi e vacui, e non c'è più tempo per altro. Le sigle, che tanta ricchezza erano per il passato, oggi non hanno più nessuna importanza. Il cartone lo si trasmette solo perché fa ascolto (n.d.r Dragon ball) e risponde alle necessità attuali. I protagonisti sono sempre dei combattenti. La storia, la magia di superbi racconti, sono ormai fuori moda e nessuna importanza sembra avere per il mondo della Tv che continua a snobbare ricche storie del passato da "Piccole donne" a "Il Tulipano nero" a "Candy Candy". Persino Holly e Benji è cambiato diventando pessimo!!! L'inutilità delle sigle è evidente nella canzone che apre le avventure di "Dragon Ball Z". La sigla è quella della prima serie; la seconda la si sente raramente. Una volta a settimana è pure troppo:))) Oggi c'è l'audience che è la vera lama sulla televisione italiana. Questa spada di damocle decide del successo e dell'insuccesso di programmi televisivi che muoiono anche dopo solo un giorno o una settimana (vedi il quiz di Amadeus). Tutto questo sta uccidendo la Tv. I problemi non riguardano solo la RTI, ma l'economia nella sua interezza. Altro nemico delle case discografiche è Internet che ci permette di realizzare i cd di Fivelandia di gran lunga migliori di quelli originali appena usciti. Non prendiamocela solo con la RTI, che è solo una pedina nelle mani di grandi "Capi" che decidono cosa dobbiamo guardare, ascoltare, comprare! La Tv dei ragazzi sembra non far parte di questo gioco, almeno non quelle che ci ha cresciuti:( |
Autore: | OFM [ ven 29 set 2006, 16:57 ] |
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Ciao, sinceramente non mi trovo d'accordo con te, ovvero non credo affatto che sia stata la "diretta" ad uccidere la tv dei ragazzi ma il fatto che il suo avvento in Mediaset sia giunto con l'avvento della fine di questo fenomeno sia una casualità. La RAI già negli anni 80 con Big e poi con Solletico ha sempre fatto trasmissioni anche in diretta e per quanto non particolarmente ricche di "sigle" e di cartoni animati non si possono che ricordare con altrettanto piacere. E poi internet che colpa avrebbe ? E' vero i CD si vendono meno, ma la crisi non è certamente dovuta a noi collezionisti, feticisti e maniaci delle sigle che spesso spendiamo cifre da capogiro per un 45 giri o che compriamo più e più volte anche lo stesso CD nella speranza di trovare una sigla incisa in qualità DIGNITOSA! hai letto quello che ho scritto ? hai letto quanto in un anno RTI ha fatto spendere a gran parte di noi per l'acquisto di quei CD ? Il fatto che un appassionato di sigle riesca da un 33 giri a fare una versione stereofonica di Occhi di Gatto o Creamy INFINITAMENTE meglio di quella disponibile su CD originale non mi pare un reato ![]() fireman74 ha scritto: Il Problema del maltrattamento che le sigle stanno ricevendo oggi nasce con la "diretta" che mediset ha ottenuto agli inizi degli anni '90.
In passato, con le registrazioni, mediaset ideò delle vere sit-com per programmi televisivi per ragazzi che hanno avuto un enorme successo (Bim Bum Bam, Ciao Ciao). C'era più inventiva e più rispetto per la Tv dei ragazzi, che rappresentava una ricchezza per una rete come Italia 1. Con l'avvento della "diretta", Mediaset si è occupata di programmi ritenuti più importanti, quali i telegiornali ed altri programmi giornalistici (e non solo). Da quel momento la Tv dei ragazzi ha assunto un valore sempre meno importante. I cartoni delle 20 che per anni sono stati il cavallo di battaglia della sopra citata Italia 1, diventano ingombranti in quanto si scontrano con i telegiornali e sono stati spostati alle 19, su Rete 4. Da lì la morte della serie televisiva "Cristina, l'Europa siamo noi" e di altri cartoni che sarebbero andati in onda in seguito all'interno dello sfortunato contenitore "I Cartonissimi". La "diretta" aveva cancellato la novità delle favole e degli avventurosi momenti lieti dei vecchi contenitori per ragazzi, omolongandoli a tutti gli altri della Rai, dove vigevano i ripetitivi giochi telefonici. Ormai anch'essi fuori moda. Il tutto muore poco a poco. All'inizio Bim Bum Bam ha ancora qualche piccolo spazio pubblicitario, fino a quando non scompare del tutto. Siamo ad oggi. La tv è governata dai Reality, sempre più noiosi e vacui, e non c'è più tempo per altro. Le sigle, che tanta ricchezza erano per il passato, oggi non hanno più nessuna importanza. Il cartone lo si trasmette solo perché fa ascolto (n.d.r Dragon ball) e risponde alle necessità attuali. I protagonisti sono sempre dei combattenti. La storia, la magia di superbi racconti, sono ormai fuori moda e nessuna importanza sembra avere per il mondo della Tv che continua a snobbare ricche storie del passato da "Piccole donne" a "Il Tulipano nero" a "Candy Candy". Persino Holly e Benji è cambiato diventando pessimo!!! L'inutilità delle sigle è evidente nella canzone che apre le avventure di "Dragon Ball Z". La sigla è quella della prima serie; la seconda la si sente raramente. Una volta a settimana è pure troppo:))) Oggi c'è l'audience che è la vera lama sulla televisione italiana. Questa spada di damocle decide del successo e dell'insuccesso di programmi televisivi che muoiono anche dopo solo un giorno o una settimana (vedi il quiz di Amadeus). Tutto questo sta uccidendo la Tv. I problemi non riguardano solo la RTI, ma l'economia nella sua interezza. Altro nemico delle case discografiche è Internet che ci permette di realizzare i cd di Fivelandia di gran lunga migliori di quelli originali appena usciti. Non prendiamocela solo con la RTI, che è solo una pedina nelle mani di grandi "Capi" che decidono cosa dobbiamo guardare, ascoltare, comprare! La Tv dei ragazzi sembra non far parte di questo gioco, almeno non quelle che ci ha cresciuti:( |
Autore: | Mitokomon [ sab 7 ott 2006, 13:17 ] |
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Bell'articolo, e interessante discussione. Beh, sono meno esperto di voi; concordo con OFM, ma mi pare che anche le argomentazioni di fireman74 non siano sbagliate. Certo, la diretta non ha di per sé "ucciso" la tv dei ragazzi, ma è vero che con l'avanzare degli anni '90 la tv commerciale ha gradualmente cambiato volto. E con loro la società. Rai e fininvest, in effetti, si sono sovrapposte mutuando ognuna qualcosa dall'altra, che non era quello che facevano negli '80. La tv dei ragazzi è una tv per bambini che passavano davanti alla televisione molto tempo. Adesso siamo in un periodo in cui ai bambini si richiede di passare molte ore in più a scuola, tra attività complementari e doposcuola, e li si carica di altre attività (nuoto, palestra, etc.) che in pratica impediscono loro di stare (come noi) davanti alla Tv per giornate intere. Aggiungiamoci i videogiochi. In questo modo, l'idea di un sano contenitore/intrattenitore con le sue sigle intere è troppo inadeguato alla (per noi) situazione di "stress" in cui i bambini sono catapultati. GLi anni '90 sono stati, credo, la transizione tra il "vecchio modo" degli '80 e questa nuova realtà, forse più interattiva.. ma queste sono ovviamente considerzioni sociologiche che non toccano la questione "tecnica", che in effetti rimane.. |
Autore: | dancasti [ dom 8 ott 2006, 1:05 ] |
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Mitokomon ha scritto: Adesso siamo in un periodo in cui ai bambini si richiede di passare molte ore in più a scuola, tra attività complementari e doposcuola, e li si carica di altre attività (nuoto, palestra, etc.) [...] Aggiungiamoci i videogiochi
ai miei tempi (odio dire ai miei tempi!) si andava a scuola anche il sabato... oggi non più, dalle mie parti... ![]() si andava anche al doposcuola e a fare sport (io andavo proprio nuoto, che citi, 5 volte alla settimana)... per questo mi ero perso l'ultima puntata di danguard e quasi tutto ken il falco, al suo primo passaggio... ![]() non c'erano i videogiochi... ![]() oggi, tutta la fiction è inglobata proprio da questi ultimi e se in tv vanno alla grande i reality show è perchè l'unica cosa che attira l'attenzione è quella morbosa voglia di sapere i fatti degli altri, sperando di scoprire cose scabrose... ![]() |
Autore: | Mitokomon [ dom 8 ott 2006, 20:02 ] |
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dancasti ha scritto: Mitokomon ha scritto: Adesso siamo in un periodo in cui ai bambini si richiede di passare molte ore in più a scuola, tra attività complementari e doposcuola, e li si carica di altre attività (nuoto, palestra, etc.) [...] Aggiungiamoci i videogiochi ai miei tempi (odio dire ai miei tempi!) si andava a scuola anche il sabato... oggi non più, dalle mie parti... ![]() si andava anche al doposcuola e a fare sport (io andavo proprio nuoto, che citi, 5 volte alla settimana)... per questo mi ero perso l'ultima puntata di danguard e quasi tutto ken il falco, al suo primo passaggio... ![]() non c'erano i videogiochi... ![]() oggi, tutta la fiction è inglobata proprio da questi ultimi e se in tv vanno alla grande i reality show è perchè l'unica cosa che attira l'attenzione è quella morbosa voglia di sapere i fatti degli altri, sperando di scoprire cose scabrose... ![]() eh eh, ma tu non fai testo, sei un super-eroe.. Comunque, è vero, i reality occupano un sacco di tempo nella mente delle persone... chissà cosa rimarrà.. .. ma stiamo andando ot... |
Autore: | dancasti [ lun 9 ott 2006, 17:12 ] |
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beh, non credo che si sia poi così ot: alla fine si sta cercando di capire il perchè del poco interesse verso le sigle tv da parte degli addetti... ![]() |
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