copio/ incollo il tema di una discussione che ho trovato in un forum
Ho sempre pensato che in Italia gli autori dei testi dei cartoni animati (prendo in esame quelli fino all'inizio degli anni '90 dato lo schifo perpetrato poi dal trio malefico D'Avena/Vanni/Valeri Manera) siano stati pesantemente responsabili dei disturbi psicosomatici degli allora piccoli ascoltatori che, privi di alcun filtro, hanno assorbito come spugne messaggi subliminali contenuti in stralci di lyrics, apparentemente innocue ma profondamente sconvolgenti a livello di subconscio, che oggi in età adulta prepotentemente viene fuori, facendomi realizzare che tutto quello che non sono stato capace di filtrare da piccolo, non sono riuscito a spurgarlo negli anni post-adolescenziali.
Così, mentre i testi originali jap sono simili a poesie, con toni di vittoria, incitamento, coraggio, fedeltà ed altre simili positivi caratteristiche, ecco cosa ci è stato propinato dai nostri musichieri dell'epoca, peraltro illustri come in questi 3 casi che vado randomicamente ad illustrare.
Premetto che ometterò i testi idiot/style alla Cretina D'Avena in cui per fare una rima ci si infilava qualsiasi bestialità (in questa categoria, vince l'Oscar dell'Infelicità il brano "Là Sui Monti con Annette"). Procederò in ordine di importanza, sia dell'autore che della gravità del testo, a mio avviso incapace di essere tollerato da una psiche fanciullesca.
Primo Esempio - "Monciccì":
"Esco, piove a dirotto, e l'ombrello mi si è rotto. Ieri non ho studiato e il professore mi ha beccato, salgo sul motorino e andiamo dritti in un tombino"
Notare una concezione Verghiana della vita, qualsiasi cosa l'uomo possa fare, nonostante i suoi sforzi, il destino gli si avverserà contro sempre più ferocemente, riportandolo in una situazione iniziale ancor più infelice di quella di partenza. E così è scontato che, in una visione assai fantozziana degli eventi, se piove l'ombrello si rompe (badare bene, non è che non ce l'ha ma SI ROMPE nel preciso momento antecedente l'evento pioggia), se non studio guarda caso il prof. mi interroga (il fatto che si citi "IERI non ho studiato" lascia supporre che sia un fatto isolato, che solitamente l'alunno sia diligente. Ovviamente al primo errore, TAC, si viene interrogati.
Infine il motorino....emblematico il cambio di persona, si passa dalla prima singolare "SALGO" alla prima plurale "ANDIAMO in un tombino", segno che la sfiga coinvolge anche amici e conoscenti. Il messaggio, assai razzista e antisociale che si raccoglie, è quello di stare alla larga da tali elementi.
Trovo tutto questo piuttosto deprimente.
Secondo Esempio - "Alle porte della Rivoluzione - Lady Oscar":
"Piano piano il sole scende e se ne va, forse mai più sorgerà. Alla grande corte non si balla più...come sabbia al vento il regno va, cosa mai accadrà. Dalla corte Lady Oscar se ne va, forse mai più tornerà."
Qui si sfiora un messaggio cosmico di morte, angoscia e desolazione che non mi rendo conto come un profondo conoscitore dell'universo dei bambini come Riccardo Zara abbia potuto scrivere e pubblicare una canzone con un testo del genere. A sua scusante il fatto che la canzone sia stata edita solo come B-side del 45 giri di Lady Oscar.
Come nel film Terminator 3: Rise of the Machines, il buon Riccardo esordisce controvertendo una delle cose date più per scontate da un bambino: il fatto che il sole tramonti e l'ovvia alba del giorno dopo. Macchè. Qui il sole, fonte di vita umana e simbolo di luce, di gioia, di speranza, "forse mai più sorgerà". Segnali terroristici pesantissimi, che non lasciano spazio ad interpretazioni. Il bambino non percepisce al momento, ma cova dentro di sè quel senso di morte che lo attanaglierà sotto la cenere per anni. Una sorta del sepulturesco "Only Death Is Real", ma molto più letale per l'audience a cui è rivolto.
Successivamente, una scena subdolamente ancor peggiore: "Alla grande corte non si balla più, come sabbia al vento il regno va, cosa mai accadrà..."
Dopo essere stati abituati lungo tutto il cartone a balli in maschera, feste di società, palazzi lussuosi sempre pieni, luminosi e chiassosi, adesso Zara sentenzia come la signora dalla falce affilata che non si balla più. Morte e desolazione. La metafora della sabbia al vento spazza via ogni residua speranza, non c'è volontà che possa contrastare il piano del destino, un piano dall'alto a cui non possiamo ribellarci. Siamo granelli di sabbia in balia del vento. Possiamo quindi solo prendere coscienza della nostra caducità e accettare in silenzio, tristemente, l'arrivo della fine. Il fatto che anche Oscar, eroina del cartone, fugga inerme di fronte a questa situazione la dice lunga: Zara conosce l'importanza di Lady Oscar nella psiche del bambino e per questo invece di farla morire, lascia nel bimbo una sensazione ancor peggiore, quella dell'incertezza. Non si sa se Oscar tornerà mai. La caducità della vita umana in questo periodo assurge livelli siderali. Il bambino non lo sa ancora, ma dentro è già sconfitto e condannato. Praticamente, un'esistenza già morta.
Terzo Esempio - "La Giostra dei Campanelli" di Georgia Lepore:
qui non mi soffermo nella disamina data la natura del testo, oggi comprensibile in età matura, ma l'esempio è il più crudele e feroce dei tre.
Paradossalmente il messaggio è affidato alla voce più dolce e rassicurante del panorama musicale per ragazzi, ma non basta. Qui le metafore si fanno più fini, più ciniche, più taglienti. Anche il ragazzo più sveglio, attento ed intelligente in questo modo non potrà carpire il messaggio e quindi tentare di filtrarlo.
Questo il testo di tale sentenza di morte:
"A un confine di citta'
in un mini luna park
c'e' una giostra
che a girar veloce non ce la fa...
pero' la giostra dei campanelli
non e' un modello di velocita'
sono assai lenti i suoi caroselli
perche' il motore purtroppo non ha
girando sempre in tondo
costretto li' a tirar
e' un asinello che la giostra fa girar
tira tira il somarello tira;
gira gira si ferma un po' e respira
a lui nuoce andar piu' veloce
ma se un bambino ridera'
e un campanello suonera'
alzando la groppa
di colpo galoppa galoppa galoppa..."
In questo modo, la Lepore, consegna al futuro una generazione di morti viventi, di ex bambini che sentono di essere infelici ma non ne sanno il perchè, di persone che pur soddisfatte non riescono a sorridere, perchè anni prima hanno conosciuto la più terribile delle punizioni: quella di vedersi privati, incosciamente, dell'arma più grande che un bambino può possedere, quella del sorriso.
Un sorriso spezzato, un sorriso dimenticato. Un sorriso morto.
_________________ I love Ganguro Girl  I metallari non nascono, sono ricavati per ri-fusione da un metallaro più grande
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