Nana' ha scritto:
Scusate l'intrusione nel post, ma vorrei raccontare anch'io una mia vicissitudine. So che ad alcuni di voi aggradano i miei racconti, per cui vi propino la seguente nuova avventura, che rappresenta un contributo (ad onor del vero involontario) per la riscoperta delle nostre amate sigle.
Dunque: treno per l'Abruzzo delle ore 13 e 05 da Milano, 7 dicembre. Treno non troppo affollato, il mio posto quadruplo è a mia disposizione e anche quello a fianco... che faccio? Avendo preso il treno per il rotto della cuffia non ho nenche uno straccio di fumetto, così decido mio malgrado di accendere il portatile e dare uno sguardo alla tesi... naturalmente con sottofondo siglesco! Inserisco le cuffie e mi metto solerte al lavoro... da Bologna a Rimini, un'ora e mezza circa. Durante questo tragitto noto che i passanti mi guardano e dei ragazzi della mia età mi sorridono, e penso alquanto ringalluzzita, "Beh, ti difendi ancora bene dopotutto!". Vanità, il tuo nome è donna!
Comunque, a Rimini passa il controllore. Io penso bene di togliermi le cuffie, da brava ragazza rispettosa qual sono. E, come avrete già indovinato, non noto alcuna differenza: avevo inserito le cuffie nell'uscita sbagliata. La carrozza sembrava il cartoon party, perchè il mio portatile è un rottame rispetto a qualsiasi parametro, tranne uno: la scheda audio. Dopo aver passato il resto del viaggio sprofondata in poltrona al momento di scendere ho provato l'inebriante sensazione di vedere le teste ruotare al mio passaggio in guisa di girasoli.
Segnalo anche che una bambina di pochi anni che prima piangeva e faceva i capricci, dopo l'ascolto delle sigle, era placidamente addormentata: io suppongo l'esistenza di un nesso causa - effetto.
Nanà sei UNICA!