Anch'io ho la mia personale esperienza con giapponesi, e non posso che confermare tutte le vostre impressioni.
Anch'io, come voi, appena ho conosciuto qualche giapponese mi sono all'inizio trattenuto, e poi, quando non ce la ho fatta più, ho cominciato a parlare di anime e cartoni animati. E loro.. beh, loro tendevano a minimizzare.
Posso però vorrei aggiungere una cosa, sulla quale riflettevo di recente.
In primis, la questione generazionale: paradossalmente, per trovare giapponesi che abbiano la nostra passione, bisogna andare, come dice Tarrasque, tra i giovanissimi, per i quali vale il discorso che può valere per gli adolescenti nostri, ma moltiplicato all'ennesima potenza (e cioé bisogna avere la fortuna di trovare l'argomento che per loro è "figo" o di moda), o tra quelli di una generazione più anziani di noi.
Io ebbi, a tal proposito, la soddisfazione di parlare di cartoni con un medico giapponese (frequentavamo entrambi un corso di lingua a Colonia), padre di famiglia, che avrà avuto venti anni più di me). E che, all'inizio, non mi dava granché ascolto quando gli parlavo non solo di cartoni, ma neanche di Kurosawa. Ma vi assicuro che la faccia che ha fatto quando gli ho fatto ascoltare la sigla di Mazinga Z (che lui ricordava benissimo) è stato qualcosa di indescrivibile..
In secondo luogo, c'è l'elemento femminile. Io ho avuto una storia sentimentale (intensa, ma molto breve, perché lei era.. ehm già impegnata in patria) con una giapponese, totalmente disinteressata alla animazione. Ma più che altro, in realtà (quando parlava con gli amici me ne rendevo conto), faceva un po' la parte di quella che non si interessava ai ricordi del passato.
Questo per dire che come da noi, anche da loro c'è molto "nascosto", gente che in realtà non ha avuto il coraggio o l'opportunità o semplicemente il tempo di riscoprire la passione per i cartoni.
C'è poi un fattore culurale: gli italiani sono più espansivi forse, e tendono a mostrare subito quale sono le loro caratteristiche, ma i giapponesi, soprattutto le donne, sono l'esatto contrario, e tendono a nascondere tutte le caratteristiche che all'estero vengono loro affibbiate.
Non ho mai sentito un giapponese parlare di arti marziali o samurai o vantarsi delle foto fatte, se non vi è proprio appassionato o è sua professione. Non è che se ne vergognano, ma preferiscono non mostrarsi così "maniaci" o semplicemente non così "popolari".
Ma, gratta gratta, quando sono sicuri che tu sei come loro, e possono "gettare la maschera", rivelano tutte le caratteristiche che noi gli attribuiamo. A questo aggiungete che i giapponesi che vengono in Italia sono i più motivati culturalmente, e i cartoni sono pur sempre cultura "popolare"
Detto questo, concordo con OFM!
_________________ Inchinatevi di fronte al simbolo dello Shogun Mitsukuni Mito. Inchinatevi!
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