Carissimi, vi informo che il 10 novembre esce al cinema il nuovo film di Michel Ocelot, presentato in anteprima al festival del cinema d'animazione di Annecy.
Leggendo la scheda critica pubblicata su 'Vivilcinema' (bimestrale della Fice, Federazione Italiana Cinema d'Essai), viene una grande voglia di andarlo a vedere subito al cinema perchè si presenta come un'ottimo film.
Fa piacere notare sulla rivista che il pubblico ha votato, come miglior film d'essai dell'anno, due pellicole d'animazione (al 7° posto troviamo 'La sposa cadavere', al 9° 'Il castello errante di Howl').
Nel mio cinema, com'è consuetudine con l'animazione di qualità, faremo delle proiezioni per le scuole di 'Azur e Asmar'.
Mi raccomando, consigliatelo a tutti.
--------
AZUR E ASMAR
Sceneggiatura, regia e direzione artistica di Michel Ocelot
Animazione: Studio Folimage - Musiche di Gabriel Yared
Produzione: Nord-Ouest Production, Mac Guff Ligne, Studio O, France 3 Cinema, Rhones Alpes Cinema, Artemis Productions, Lucky Red, Zahorimedia, Intuition Films
Distribuzione: Lucky Red - Francia 2006 - colore, durata 99 minuti
L'animazione francese ci ha abituati ad apprezzare una produzione più autonoma rispetto agli standard dominanti nippo-americani, e in particolare Michel Ocelot, capostipite della riscossa del lungometraggio d'oltralpe. Combinando stile, qualità e credibilità, ha raggiunto il successo
presso il grande pubblico con Kirikù e la strega Karabà, aprendo la strada ad altri compatrioti nonché ad altri animatori europei. Dopo Principi e principesse e l'anno scorso Kirikù e gli animali selvaggi, "che non è il seguito del primo", come tiene a precisare il regista, ecco un
racconto morale fantastico che è innanzitutto una delizia per i sensi.
C'erano una volta...due bambini belli, il biondo Azur dagli occhi blu e il moro Asmar dagli occhi neri. Il primo era figlio di nobile e il secondo figlio della balia Jenane, bellissima madonna maghrebina, che allevava entrambi con lo stesso amore. Nonostante la contrarietà dell'austero padre bianco, che marca continuamente le differenze sociali (e di razza, di civiltà), i due crescono come fratelli e come tali giocano, lottano, competono e si aiutano, finche non vengono separati brutalmente. Azur parte per gli studi mentre Asmar e Jenane, ormai "inutili", tornano al loro paese africano d'origine. Con gli anni, posizioni e ambienti si rovesciano, ma le differenze restano fino a trovare una inedita e felice ricomposizione che passa per il perseguimento di un sogno e la ricerca della leggendaria Fata dei Djins - elfi della tradizione nordafricana - dei racconti infantili.
Fiaba narrata con la consueta maestria pacata e sicura, quello che incanta di Azur e Asmar è la raffinata cura dedicata a colori e dettagli. Solo guardare i fini mosaici, riprodotti in digitale (ed è la prima volta per Ocelot) con rispettosa meticolosità, e i lussureggianti giardini di
palme e fiori dei fondali, è uno spettacolo gratificante.
Il regista, che ha vissuto la sua infanzia in Guinea, coglie i minimi particolari che fanno la differenza: i piccoli protagonisti ricevono un'educazione bilingue, le spezie dettagliate - coriandolo, zenzero - di cui si percepiscono odori e sapori attraverso gli occhi, le varietà di
babbucce, di dolci, di frutti mai standardizzati.
Qui l'educazione alla tolleranza si fa esaltando le piccole diversità che, ognuna con il proprio apporto, compongono l'intero con eleganza e armonia. Ciò vale tanto per i personaggi ben caratterizzati, quanto per i luoghi di culto - moschea, chiesa e sinagoga - decorati, e per la
favolosa fauna.
Thomas Martinelli
|