La Sindrome di Peter Pan è uno specchio per le allodole... Appartiene a quel ramo della Piscologia Diagnostica capace e voglioso soltanto di affibbiare categorie alle persone e alle cose... Già, mentre io penso che le sigle siano, loro stesse, una cosa enorme, un'intera categoria del pensiero, per metterla non sul filosofico di bassa lega, ma di alta, altresì, Ultralega Z
Le sigle dei cartoni animati, come i cartoni stessi, danno e hanno dato dimensione a una generazione, ne sono colonna sonora, toccano e hanno toccato l'ispirazione di un'epoca col loro solo esserci. Il loro stesso prepotente e pacifico esserci. Divinamente capitate in un momento storico che ha fatto di una generazione (la mia, e mi va di dirlo) un pezzo unico di vita, un segmento precipuo e imprescindibile, un bruscolo essenziale che ha cambiato cilturalmente (e in meglio, fatemelo dire) la struttura di un popolo tutto, esse esigono l'esegesi nostra e l'ascolto nostro perchè poetico rituale. Mistero e ricordo, ricordo e condivisione, condivisione e piacevolezza, piacevolezza e fantasia, fantasia e rifugio, rifugio e armonia, armonia e conoscenza.
Ogni trentenne di adesso, secondo me, è un potenziale amante di sigle, va solo un po' stimolato (o stimolata) nel non prevedersi asettica persona, ma nel concepirsi memoriale persona. E in che modo? Con lo stupore del ricordo, con la semplicità che vien dal buttarcisi addosso, prima, e dentro, poi. Prima c'erano le favole, ok. Prima c'erano i libri di fornazione, ok. Prima c'erano i fumetti, ok. Prima c'erano alcune canzoni, ok pure questo. Ok, ok. Tutto ok. Un insieme di esperienze di crescita che, ognuna, trascinava con sè la possibilità, per chi le viveva, di percorrere la vita, con tappe in qualche modo prestabilite, ma che avevano una fine. Non c'erano molte possibilità di rivivere quelle esperienze particolari, erano vertci della crescita che lì erano e lì, il più delle volte, rimanevano. Noi però, i nati dal 1970 al 1980, siamo stati i primi a poter godere di un panorama televisvo del tutto creato per noi, in un'ottica di meravigliosa sovraesposizione di quei serial che ci ha portato sin qua. Qua, sulle ali della musica che li caretterizzava. Abbiamo vissuto l'invasione, e le generazioni successive, per quanto certamente più furbe, scaltre, di saggia sorte e istruite di noi, si son trovate (e si troveranno) innanzi a una invasione già vissuta. Ahiloro, ma, anche, buon per loro...
Niente, poi, era più esatto rituale delle videosigle, per noialtri mocciosi, cosiddetti "teledipendenti". Più dei dischi 45 giri, più del cartone stesso, più dei giocattoli di contorno, c'erano le videosigle. Musica e immagine, d'un botto, ogni giorno da condividere, ogni giorno a celebrare nella mente un tessuto che sapevamo sarebbe andato avanti e si sarebbe consolidato negli anni. Le videosigle, sì, fatte apposta per noi. Una performance che trovavamo sempre geniale, e di altissimo livello. Nuova, soprattutto, per noi. Non c'è e non c'era solo la bellezza delle sigle. No, niente affatto. Arrivarono i serial nipponici? Sì, arrivarono. Ma non da soli. Vennero accompagnati da sigle entrate a far parte dell'immaginario collettivo italico, sontuoso commento melodico ai personaggi, a costituire la caratterizzazione esatta per un pubblico di bambini finalmente coinvolto non nelle solite benevolenze da "Famiglia Cristiana", ma in qualcosa di grande, e "da grande". Ebbene, la carica emotiva di quel mondo nuovo e fantastico ci permetteva (ci permise), per la primissima volta, di confrontarci con argomenti "seri" e fin lì inesplorati per gli infanti tutti. Quella era la forza, la vera forza, dei cartoni animati & delle sigle, divenuta, ma in un secondo momento, delle sigle & dei cartoni animati. Due realtà d'insieme (il cartone e la sua sigla) che si completarono a vicenda poichè a vicenda si appartenevano. Si influenzano a vicenda e sono state l'una complice dell'altra.
E oggi, io ne godo. Oltremodo, ne godo...
Mentre ascolto le sigle, e qui mi rivolgo direttamente alla bellissima quanto diabolica Devilman, avrò sempre otto o nove anni, ma anche sette, ma anche quattro, ma anche undici... <<Ci sono le sigle? Evviva... Addio, forza di gravità, stasera si balla sulle stelle, Dio Bono. Tanto c'è il mio Big Shooter, mi porta con sè... Anche se, a pensarci bene, il Big Shooter nello spazio non ci è andato mai... Ma va beh, chi se ne frega, siam bimbi: occorre crederci...>>
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
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