Io dico che il discorso è più ampio, come al solito, dl resto. Un discorso, dove fosforo, petrolio, uranio e così via sono concause, cause orrende, bruttissime, ma spesso nemmeno le più "importanti". La guerra è quasi sempre fatta "per" le armi. Se le armi vengono create (di qualunque tipo esse siano, dalla pistola al bazooka, dalla fionda al missile), occorre che vi sia un mercato pronto ad accoglierle, pronto a non essere saturo della loro presenza o mancanza. Un mercato che approvigiona sia l'esercito che gli eserciti paralleli, che trae profitto sia dalla guerra ufficiale che da quella parallela e, spesso, clandestina. L'Iraq è teatro di un sacco di magagne, anche negli ultimi giorni, è solo che la frenesia ce lo fa scordare, mi sa, ed è divenuto quasi normale accogliere le notizie di attentati, massacri e roba simile. Ma è l'Iraq, solo l'Iraq. Nel mondo tante sono le brutture legate alle guerre... Le armi vendute agli eserciti, storicamente, non bastano (ovviamente) mai a trasformare in attivo il blancio delle produzioni ed ecco che, insieme ad altri miliardi di interessi (tra cui quello della speculazione edilizia, culturale e politica) uno spazio importante lo occupano le armi. Armi come momento politico, come interesse politico, come causa ed effetto delle guerre.
Così, almeno, è come la penso io...
MARCO
_________________ <<Senti ragazzo: nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi, lasciagli un posto perchè tu, da grande, di lui ti ricorderai...>> - Superobots, "Ken Falco"
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