Ho ritrovato il post della mia "analisi", ma prima apro tre piccole parentesi:
1)
Una spada per Lady Oscar fu composta da Ninni e scritta da Alessandra per essere cantata da Cristina, ma, a causa di timore nel confronto con la prima sigla, Cristina si impuntò affinché la sua sigla non venisse mandata in onda. Così fu proposto a Enzo di cantarla, la sua versione però durò solo un anno perché, notando che la sigla aveva avuto un discreto successo, Cristina acconsentì alla sua versione.
E' molto probabile che lo stesso sia accaduto con
Cuore, un brano così dolce è anomalo tra le sigle cantate da
Daldello adulto, è chiaro che sia stato scritto per Cristina ma, secondo me, lei si rifiutò come per Oscar. Quella di Cuore è una mia opinione, mentre di Oscar ne parlò Draghi in radio.
2) Ripropongo la versione in duetto che ho mixato (male lo riconosco, ma quattro anni fa non seppi fare di meglio):
Una spada per Lady Oscar (Enzo Draghi & Cristina D'Avena).
3) Concordo con Rinzesagit sul fatto che la
sigla tedesca sia estremamente bella, la migliore mai prodotta per Oscar, è vero. Ecco la traduzione del testo tedesco (che ho ritrovato sempre in un vecchio topic, se non sbaglio però Mitokomon aveva postato una versione corretta, che però non sono riuscito a ritrovare):
Lady Oscar!
Wartet immer auf ein neues Abenteuer
Attende sempre una nuova avventura,
will aues wagwn
vuole osare tutto.
Lady Oscar!
Ganz allein geht sie durch Dunkelheit un Feuer
completamente sola affronta l'oscurità e il fuoco,
ohne zu zagen
senza esitare.
Lady Oscar!
Was sie will ist immer whareit un gerechtigkeit
Ciò che vuole sempre è verità e giustizia.
Lady Oscar!
Fur die schwachsten und die Armen
Per i più deboli e i poveri
wurde sie ihr Leben geben
darebbe la sua vita.
Lady Oscar! Lady Oscar!
Mit dem wind der gro#en freiheit in den Lockenhaaren
con il vento tra i capelli.
Lady Oscar! Lady Oscar!
Wie ein engel der die welt von angst und hab befreit
Come un angelo che libera il mondo da paura e odio
zu jedem Kampf bereit
e nonostante ciò
und trozdem ist sie immer Lady Like
rimane pur sempre una donna.
Dicevo, ho ritrovato il post di 3 anni fa, che vi ripropongo qui sotto (con qualche variante, soprattutto nella sintassi). Questa analisi mostra solamente come percepisco io questa sigla di Oscar in riferimento alla serie e cosa vuole esprimere il testo.
Penso, infatti, che il
non cambiare del testo non si riferisca al modo di agire di Oscar e alle sue vicende, ma più semplicemente alla sua interiorità, al suo esser donna. Come fa notare anche la sigla tedesca, adattata dal
Novelist•Drama Architect•Playwright•Lyricist tedesco
Michael Kunze,
e nonostante ciò rimane pur sempre una donna, c'è proprio questo
rimane pur sempre.
Ecco comunque, qui di seguito, il mio punto di vista.
Il
non cambiare è riferito al modo di essere interiore di Oscar. Oscar è e si sente donna dentro di sé, perciò non deve cambiare. Se cambiasse adotterebbe un modo di essere che non sarebbe il suo. Questo pezzo della sigla, più generalmente e in riferimento all'utenza infantile che si ritrova in Oscar, vuole essere un incitamento generale a restare, sempre e comunque, se stessi, anche se spesso le condizioni esterne non lo permettono, come nel caso di Oscar, che è costretta a vivere contro la sua natura. Per questo il
dovrai riuscire, perché, nonostante l'ambiente che la circonda le sia avverso, lei deve riuscire a rimanere se stessa, a rimanere donna. L'unico che scopre fin da subito cosa c'è dietro la maschera che Oscar è costretta a portare è André, che in un
punto struggente e altamente lirico della storia esclama:
Oscar: Dal momento che ho deciso di vivere come uomo volevo dirti che non intendo più continuare ad avere il tuo aiuto, André. (...)
André: Anch'io ti devo dire una cosa. Una rosa è una rosa anche se essa sia bianca o rossa. Una rosa non sarà mai un lillà, Oscar.
Oscar: Vorresti dire che una donna resta sempre una donna in ogni caso? Questo vuoi dire? Devi rispondere Andrè! Lo voglio sapere, è importante per me. Così mi fai male. Lasciami André o chiamo aiuto. *STRAP*
Bene e adesso, adesso che cosa vorresti farmi André? Cosa vuoi provare?
André: Perdonami Oscar, giuro che non ti farò mai più una cosa come questa. Una rosa non potrà mai essere un lillà. Ascolta Oscar, non potrai mai cancellare di essere nata donna, per vent'anni ho vissuto con te Oscar e ho provato dell'affetto per te, solo per te. Io ti amo Oscar. Credo di averti sempre amato.
Io credo che il punto centrale della serie non sia un cambiamento di Oscar (che non ho riscontrato), ma il fatto che Oscar non deve e non può cambiare, come dice chiaramente André ad Oscar.
Una rosa non potrà mai essere un lillà, non potrai mai cancellare di essere nata donna: nonostante Oscar voglia convincersi, apparentemente, di vivere come un uomo dedicando se stessa alla Guardia Reale, André le mostra la sua vera natura strappandole la camicia e mostrando il petto femminile, la sua vera natura che il ragazzo ha già scoperto da vent'anni e che alla fine lo premierà. Il finale della serie, da questo punto di vista infatti, non denota un cambiamento della damigella, ma al contrario un'accettazione del suo vero essere: affida il suo cuore all'unico uomo che l'ha considerata per quello che è sempre stata, una donna.
E sono sicuro che proprio a questo si riferisca il
non cambiare della sigla, come del resto denota anche e più esplicitamente l'adattamento tedesco.
Guarda il lampo che laggiù attraversa il cielo blu.
Lady Oscar, Lady Oscar, è una luce abbagliante,
dura solo un instante, poi c'è il rombo del tuono,
che tremendo frastuono! Ma in un attimo il silenzio c'è.
La quiete dopo la tempesta e la tempesta stessa sono due topoi ricorrenti in letteratura, in questo caso credo che quella della tempesta sia un'analogia con la vita di Oscar.
Il lampo e il tuono sono, infatti, due entità che a molte persone fanno paura, sono devastanti, ma durano pochissimo, solo un istante. Allo stesso modo la vita falsa di Oscar, un vita dove lei non può mostrarsi, una vita devastante in cui non può vivere com'è realmente ma è costretta a portare una maschera, in fondo è solo un istante se paragonato a ciò che attenderà Oscar una volta liberatasi dalla sua croce.
Il tuono e il lampo sono la vita terrena di Oscar, il tremendo frastuono è la morte della ragazza che la libera dal peso della falsità e il lunghissimo silenzio che arriva subito dopo costituisce finalmente la vita eterna che vedrà Oscar vivere così com'è, così come ha sempre desiderato ma non ha mai potuto fare, con l'unico uomo che l'ha sempre considerata una donna.
Lady Oscar, tutto questo è proprio come una battaglia! E tu lo sai!
Lady Oscar, la tua grinta come un lampo tutto abbaglia! Ma come fai?
Lady Oscar, tu combatti con destrezza e non ti arrendi mai!
Lady Oscar, nella mischia la tua spada brilla più di una medaglia!
Un'analogia con la battaglia, una battaglia continua che impegna Oscar dall'inizio alla fine, una battaglia contro una condizione di ipocrisia e malessere che si conclude con l'accettazione della propria natura, con la liberazione dal proprio malessere.
Lady Oscar, Lady Oscar, nell'azzurro dei tuoi occhi c'è l'arcobaleno!
Lady Oscar, Lady Oscar, chi lo sa se un giorno poi tu l'attraverserai!
Dovrai riuscire sai a non cambiare proprio mai!
Quella dell'arcobaleno è una figura molto bella, soprattutto se inserita in questo contesto di analogie e similitudini con la condizione di madamigella Oscar. Se la tempesta rappresenta la vita effimera e amara di Oscar e il silenzio la sua vita eterna e serena, l'arcobaleno (che di solito segue la pioggia portando il bel tempo) non può che essere il ponte che separa la vita terrena di Oscar da una vita nuova, il ponte che separa una condizione di infelicità dalla pace raggiunta.
Per riuscire ad attraversarlo, raggiungendo la serenità interiore, Oscar non dovrà cambiare, ma accettare e ostendere finalmente se stessa, proprio come fa alla fine della sua storia.
Oltretutto, il cielo sereno che fa da sfondo all'arcobaleno non è altro che il colore degli occhi di Oscar; da sempre gli occhi esprimono l'interiorità di ogni individuo, nel caso di Oscar l'essenza femminile. La serenità può essere raggiunta, quindi, solo accettando se stessa, superando la costrizione esterna espressa già a partire dal titolo ossimorico: la spada è tipica di un guerriero, non di una Lady.
Trovo quindi che il testo di
Una spada per Lady Oscar sia uno dei più azzeccati e, sicuramente, è tra i testi scritti da Alessandra che preferisco. Le figure usate sono molto belle (alcune, come ho già scritto, sono dei topoi della letteratura, non nuovi, ma è pur sempre emozionante ritrovarli per una serie animata che esprime un'assoluta liricità classica) e tutto il testo si basa chiaramente su un'analogia astratta e metaforica alla quale si può arrivare solo conoscendo trama e psicologia dei personaggi.
E' chiaro, infatti, che in un testo descrittivo le figure del lampo, del tuono e, ad esempio, dell'arcobaleno contestualizzate in questo modo non hanno alcun senso, ma trovo banale da parte del lettore sporadico e poco attento basarsi sul significato apparente delle parole senza uscire, per un attimo, dal loro campo semantico.
Nel
Lampo di Pascoli il lettore superficiale non può che considerare
la terra ansante, livida, in sussulto per quello che le parole esprimono, un terreno ansimante e in sussulto; il lettore attento (che, conoscendo vicende e psicologia del poeta, sa leggere oltre) invece sa che le stesse parole esprimono l'agonia della morte paterna, nonostante il padre non venga citato nell'intera lirica.
E' evidente che Alessandra volesse scrivere un testo migliore del precedente, impegnandosi a creare un testo allusivo e astratto riferito a temi ben più importanti della serie pur continuando a usare figure semplici ma d'effetto. Proprio per questo motivo reputo che il testo di
Una spada per Lady Oscar, ben studiato e strutturato dalla prima all'ultima analogia, sia nettamente superiore alle parole della prima sigla, che si limita a proporre una descrizione delle vicende dei personaggi (inventandone alcune) e ad esaltare le doti della protagonista (
anche nella mischia vincere tu sai;
tutti fanno festa quando passi tu;
la tua spada fischia, non delude mai), proponendo un testo nettamente inferiore allo spessore artistico di un'opera come
Versailles no bara, che propone diversi spunti per riflessioni importanti. Neanche fosse la sigla di
Hamtaro piccoli criceti, grandi avventure, perché il testo della prima sigla è più o meno dello stesso target.