Fa.Gian. ha scritto:
IL pezzo in questione, ame è sempre piaciuto tanto, al punto che comprai perfino il 45 giri, di cui era b-side
Da qui a dire che è un capolavoro di poesia ce ne corre
Come NON lo dico dei testi di Mitzi
Proprio così, è esattamente quello che ho detto io.

Fa.Gian. ha scritto:
Sono siigle, le contestualizzo come sigle e le giudico nell'ambito delle sigle
E Mitzi Amoroso batte AVM 100 a 1, pur rivolgendosi allo stesso IDENTICO target
Eh no, aspetta. Il mio discorso verteva su
L'Europa siamo noi, nello specifico, e sui brani dei telefilm in generale, visto che di questi si parlava, il che è molto diverso da una sigla.
Mitzi, nello scrivere Anne, doveva raccontare il cartone animato, al contrario i brani dei telefilm erano inseriti in un contesto pedagogico, pertanto i brani inseriti in questo contesto
dovevano essere pedagogici, mirati a diffondere un concetto educativo.
Ripeto che se qualcuno pensa di trovare nel disco di
Cri Cri o
L'Europa siamo noi un brano come
Freeway, ha semplicemente sbagliato disco.
Non si può accusare un brano di essere pedagogico se il suo intento è dichiaratamente quello di diffondere un concetto precettivo ben preciso.
I brani del cartoon avevano uno scopo chiaro, quelli del telefilm un altro.
Sono due cose diverse, questi ultimi dovevano dire al bambino che conta la bellezza interiore, ecco nascere il pezzo
Belli dentro; dovevano dirgli di rimanere se stessi, ecco nascere
Rimani te stesso; dovevano dirgli di uscire dal proprio guscio, ecco nascere
Esci dal tuo guscio.
Mi chiedo quindi: «Come si può accusare un brano pedagogico di essere pedagogico?!?»
I dischi dei telefilm sono esplicitamente e imprescindibilmente dei dischi pedagogici, con l'intento preciso di educare il bambino.
Non sono dei dischi qualsiasi di musica leggera, né di sigle, è come se si accusasse un disco d'amore di parlare... d'amore!
Wally ha scritto:
se ti interessa yusaku, le canzoni dei beehive versione cartone mi facevano cagare anche a 10 anni
Così dicendo mi fai capire che non sai di cosa stai parlando, visto che i brani del cartoon hanno poco a che fare con i pezzi di
Cristina, l'Europa siamo noi, sui quali verteva principalmente il mio discorso.
sandy ha scritto:
Non ho letto fino in fondo il commento di Yusaku (mi sono fermata alla passera, Yusaku sei un genio nello scrivere

)
Ma grazie!
venusia ha scritto:
E finiamola che ogni volta che qualcuno critica la D'avena o le sue canzoni partono le crociate dei difensori!
MarMa ha scritto:
ma ogni qualvolta si osa parlare, male, della D'Avena spuntano fuori i seguaci..
Ma finiamola cosa?

Un utente può criticare e un altro non può esprimere il parere opposto?
Cercate di accettare che se scrivete qualcosa, ci potrà sempre essere chi ribatterà sostenendo il contrario.
E ancora con sette, seguaci, pro-cazzari etc. etc.
Robe da bambini.
Siamo persone adulte che stanno discutendo su dei concetti porca paletta, che c'entrano i pro-leporiani o le sette?
Si chiede solo un po' di maturità, che vuol dire anche capire di sbagliare.
Se si fa critica adulta su un album per l'infanzia, si sta categoricamente sba-glian-do.
venusia ha scritto:
....però ho anche senso critico e sono perfettamente cosciente che è musica scarsa con testi ridicoli.
Per l'appunto, non è un disco di musica leggera destinato a una trentacinquenne.
E' un disco pedagogico per bambini.
Ma ci vuole tanto per capirlo?
MarMa ha scritto:
i testi di mitzi, di riccardo per quanto rivolti sempre ad un pubblico "infantile" sono di ben più alta poesia.
Non sono poesia, non lo sono, nessuna delle nostre sigle, nessuno di questi pezzi è poesia.
Qui si rasenta veramente l'assurdo.
Chi pensa a una sigla come alta poesia, chi a 40 anni prende dei dischi pedagogici per bambini e fa "autocritica" come fossero diretti a loro.
Siamo ai limiti della razionalità.
Ripeto per l'ultima volta che si tratta di dischi pedagogici per bambini di 10 anni, inseriti in un contesto pedagogico.
Se un quarantenne li ascolta per nostalgia o per amore verso la cantante è un conto ed è più che accettabile, ma se la prima persona adulta che passa viene a fare la critica dei testi come fossero dischi di musica leggera per adulti, beh, è chiaro che il critico ha sbagliato reparto, sempre che non sia un esperto in psicologia infantile, ma qui mi pare che non ce ne siano.
Ma guarda tu se a 40 anni uno deve farsi piacere dei dischi pedagogici diretti a un pubblico infantile, facendoli passare come dischi di musica leggera per adulti e, addirittura, accusandoli di diffondere un messaggio quando la loro natura primaria è proprio quello di educare il bambino!
Magenta ha scritto:
Sarà per questo che non riesco a digerire le Mele Verdi... ho conosciuto i loro pezzi da grande, e non li trovo poetici ma solo molto noiosi...
Sì, l'elemento nostalgico è fondamentale per noi, non si può negare
Ma quanto ti quoto? Il concetto è esattamente questo! Come si può pretendere di far piacere
La banda dei ranocchi a un cinquantenne?
O c'è l'elemento nostalgico, o non c'è.
Sono pezzi per l'infanzia, nati per essere canzoni per bambini, quindi se non c'è l'elemento nostalgico tu, persona adulta, devi necessariamente cambiare disco. Se non li hai vissuti nel periodo in cui ti erano destinati non li potrai mai e poi mai capire, perché non sono pezzi diretti a te.