Prendo spunto da 2 articoli di Ciak, quelli di Luglio e di Settembre di quest anno, il 2009. Quello di Luglio riguardava un inchiesta del giornale di cinema in cui 50 critici cinematografici denunciavano ciò che non sopportavano più nei film italiani; quello di Settembre dava spazio agli autori dei film per dire cosa non va nella critica. Vorrei riportarvi integralmente 2 commenti che personalmente ho fatto miei, riportati a pagina 54-55 della rivista di Settembre. Ce ne sono altri, ma questi sono quelli che in toto ho amato maggiormente.
Francesca Comencini: "Quello che non sopporto è una recensione che non sia una recensione. Purtroppo ci siamo abituati ad un tipo di comunicazione rapida, ad effetto, gratuitamente rissosa o, al contrario, banalmente adulatoria. Io invece vorrei semplicemente che un critico facesse il proprio mestiere. Posso accettare una recensione che fa a pezzi un mio film, anzi può essere una cosa perfino stimolante. A patto che questa recensione entri veramente nel merito, smonti veramente il film, analizzandolo in tutti gli aspetti, da quello cinematografico a quello narrativo e magari etico. Solo in questo modo una critica è utile non solo al pubblico, ma anche all'autore."
Cristina Comencini: "Vorrei che i critici non dicessero più quello che non hanno voglia di vedere nei nostri film. La critica non dovrebbe essere l'espressione di un gusto personale nè di un giudizio, ma un'analisi di coerenza del film. Se questo accadesse si eviterebbero gli insulti, quegli aggettivi offensivi per autori e attori. Ritengo però che un corretto dialogo a distanza tra critici e registi sia molto importante e necessario per noi che stiamo dietro la macchina da presa".
Secondo voi, esiste la critica nel mondo di/delle sigletv? A che livello è ora? Intendo sia le sigletv propriamente dette ( italiane o straniere ) ma anche tutto ciò che le circonda o in qualche modo ne fa parte. Quindi sia i telefilm, gli sceneggiati, i cartoni, il doppiaggio, le cover band, questo stesso sito internet e i loro forumisti... Mi riferisco alla nostra situazione italiana. Possiamo affermare che questo "microcosmo" sia ancora in qualche modo acerbo o immaturo, rispetto al cinema e/o alla letteratura?
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