Ragazzi, ecco i brani del repertorio dei fratelli Fabrizio utilizzati per il “confronto” vocale:
http://www.youtube.com/watch?v=XYds65t3C54 (“Malattia d’amore”, 1977);
http://www.youtube.com/watch?v=8Fh3pkW5_yE (Maurizio&Fabrizio, “La prima volta”, 1971);
http://www.youtube.com/watch?v=ic3cNYwcBWI (Maurizio&Fabrizio, “Come il vento”, 1970);
http://www.youtube.com/watch?v=3yyMtCWw0LA (“Segui Me”, 1980);
http://www.youtube.com/watch?v=ZdOKn_UFSKQ (“L’amore non è una canzone”, 1980);
http://www.youtube.com/watch?v=yhFaxkfx4g4 (“Candy”, 1976);
Premessa fondamentale di questo genere di “esperimenti”, naturalmente, è che per quanto “fine” ed educato possa essere l’orecchio di chi ascolta, registrazioni “da studio”, “effettate” e per giunta di scadente qualità (come nel caso dei brani da me reperiti sul “tubo”, v. soprattutto “Candy” e “L’amore non è una canzone”), non potranno mai dare risultati “sicuri”. Ciò detto, anche per ragioni di praticità (di lui si trovano più brani), la comparazione ha riguardato anzitutto M. Fabrizio; tuttavia, ho preso in considerazione anche suo fratello Popy, che ha un colore molto simile (di lui, purtroppo, si trova pochissimo). La somiglianza vocale tra i due fratelli è, ovviamente, da tenere in debita considerazione.
Terza Ottava: Maurizio Fabrizio.
La conclusione cui siamo giunti è che, a livello di colore, nella fascia del cantabile corrispondente a tutta la terza ottava (DO3-SI3) e anche all'inizio della quarta (DO4-RE4), la voce del cantante misterioso e quella di M. Fabrizio presentino una somiglianza di colore davvero notevole. E quando dico “notevole”, intendo che le percentuali di corrispondenza potrebbero essere certamente superiori al 50%. Confrontiamo l’inizio della prima strofa di “Candy” (M. Fabrizio), da 0’:20”-0’:23”, con 0’:21’-0:23” di “Lamù”: le note sono praticamente le stesse (SOL3-LA3-LA#3-DO4), e rientrano quasi tutte (a parte il DO4) nel predetto intervallo DO3-SI3. Il colore è simile; e si noti, in corrispondenza del DO4, il passaggio dal registro "di petto" a quello di "testa piena", effettuato in modo sostanzialmente identico (ben fatto, in entrambi i casi non si sente quasi il cambio). Confrontiamo ora “Candy”, 0’:28”-0’:33”, con “Lamù”, 0’:14”-0:18”. Qua si sale un po’, entrando nella quarta ottava (limite massimo: RE#), e la rassomiglianza continua a essere apprezzabile.
Veniamo ora ai confronti forse più interessanti: quello tra “L’amore non è una canzone”, “La prima volta”, e “Lamù”. Stesso procedimento giù utilizzato con “Candy” (la metodologia non cambia): si paragonano le voci su pitch analogo (o molto simile). Prendiamo perciò “L’amore non è...”, 0’:16”-0’:19”, e “Lamù” 0’:14”-0’:18”: sembrano le stesse voci (e siamo già, in buona parte, oltre il limite della terza ottava...). Entrando un po’ sul tecnico, sembra quasi che Fabrizio canti la propria frase in head voice piena, mentre il cantante misterioso solo in parte, ma il timbro è simile. Per intenderci: in un comune blind listening, non avrei tanti dubbi. Per completezza, confrontiamo le due voci anche su un pitch un po’ più basso: “L’amore non è...”, 0’:24”-0’:27”, con “Lamù” 0’:21”-0’:24”: stesso risultato. Per quanto riguarda “La prima volta”, essendo la maggior parte del cantato compreso entro il limite della terza ottava (eccezion fatta per un paio di note nel ritornello), basterà prendere un punto qualsiasi e raffrontarlo con “Lamù” 0’:21”-0’:24”.
Terza Ottava: Popy Fabrizio.
Di P. Fabrizio abbiamo considerato invece soprattutto “Malattia d’amore”, e il risultato è stato anche in questo caso “degno di nota”. Confrontiamo perciò 1’:07”-1’:11”, e 1’:15”-1’:27”, con “Lamù”, (di nuovo) 0’:21”-0’:24”. Notevole. Ed ecco un’ulteriore somiglianza: in questo brano, infatti, Popy mostra una pronuncia delle C e G “dolci” analoga a quella del cantante di “Lamù”: ascoltate bene “Malattia d’amore”, 0’:14”, “... incomincia...”; e poi, di seguito, “Lamù” 1’:12”-14”, “... pace non ce n’é...”!
Quarta Ottava.
Veniamo all’esame dell’estremo “alto” della tessitura. Premesso che Popy, a livello di “prestanza”, sembri una spanna sopra Maurizio (maggior potenza e rotondità, probabilmente anche superiore estensione, intonazione precisa, mai calante), il confronto tra “Lamù”, “Candy” e “Malattia d’amore” è abbastanza indicativo poiché il registro vocale impiegato dai cantanti è il medesimo (senza allungare eccessivamente il brodo, una voce “piena” rigorosamente intesa come mix di risonanze “di petto” e “di testa”; percentualmente più “petto”, in Popy). L’inghippo, tuttavia, sta altrove. Come ben sappiamo, infatti, all’altezza del ritornello, spostandosi stabilmente sulle note della quarta ottava (il climax è rappresentato dal FA#4 del “non me ne andrò...”), il cantante di “Lamù” comincia a nasalizzare; caratteristica non facilmente riscontrabile né in P. Fabrizio, né in M. Fabrizio, neppure al livello delle “note alte” (P. Fabrizio, in “Malattia d’amore”, raggiunge un ottimo SOL#4, acuto più alto di un tono rispetto al FA#4 raggiunto dal cantante misterioso ; M. Fabrizio, in “Candy”, prende la stessa nota, SOL#4, con notevole sforzo – si tenga presente che la qualità dell’audio è pessima – prima di effettuare un tentativo di cambio di registro, o “passaggio”, a una tenue voce “di testa” che assomiglia più che altro a un break in falsetto, fino al SI4...). Ciò sembra indicare che:
1) I due fratelli Fabrizio, all’altezza della decade ‘70-80 (epoca cui risalgono le canzoni analizzate), possedessero entrambi una corretta tecnica vocale; e poiché è presumibile che “Lamù” sia posteriore a tali incisioni, qualora uno dei due fosse l’interprete misterioso, per logica sarebbe da escludere che l’eventuale “spostamento” della voce all’altezza del naso sia stato determinato da carenze tecniche (la tecnica, una volta acquisita, non si perde);
2) Soprattutto Popi, era perfettamente in grado di raggiungere le note alte toccate dal cantante misterioso in “Lamù” (acuti fino al Fa#4), in “voce piena” e senza dover ricorrere all’ “aiutino” rappresentato dell’emissione “nasalizzata” (addirittura, in “Malattia d’amore” sale fino a un SOL#4, con corretta emissione orale). Discorso un po’ diverso per Maurizio, dotato di un cantabile certamente meno generoso rispetto al fratello, che in “Candy” abbiamo udito un po’ in difficoltà nello spingere fino alla quarta ottava (tanto che la voce diventa un bel po’ “raspy”...); sebbene, comunque, in grado anch’egli di sfiorare (almeno a livello di studio) note perfino più alte del FA#4 di “Lamù”.
C’è tuttavia da notare un particolare che lascio quasi a margine delle nostre considerazioni: in “Candy” (02’:47”: “...Candy...”), la voce di M. Fabrizio diventa per un attimo nasale, niente di eclatante, per carità... ma provate a confrontarla con quella dell’interprete di Lamù...
Problematicità.
Il punto, in definitiva, è il seguente: ipotizzando che uno dei Fabrizio (o tutti e due?) abbia cantato “Lamù”, come spiegare quell'emissione "nasalizzata" nel ritornello? Magari, per “mischiare” un po’ le carte in tavola e rendere meno riconoscibile il proprio timbro? Per scelta stilistica? Oppure, nel caso di Maurizio, per un limite di tessitura? Alternative teoricamente possibili, ma... quanto probabili? Difficile dirlo. Sicuramente da escludere ipotesi-limite come un "problema fisico occasionale"(ad es. un raffreddore, che peraltro determinerebbe un suono -ipo, e non iper-nasale); in generale, va anche detto che sia abbastanza raro che cantanti correttamente impostati abbandonino, sia pure sporadicamente, la retta via per seguire un modo d’esecuzione peculiare ma fondamentalmente scorretto.Considerato quell’ “indizio” di nasalità cui si è accennato, e il cantabile meno ampio, si potrebbe forse sostenere che la voce di Maurizio sembri più predisposta alla nasalizzazione rispetto a quella di Popy (al contrario, sempre aperta e oltremodo risonante); ma anche così, basandoci su ciò che sentiamo e andando “per logica”, dovremo concludere che la percentuale di corrispondenza tra le voci dei due Fabrizio e quella del cantante misterioso, sui toni alti, sia certamente inferiore al 50% nel caso di Popy, e un po’ più alta nel caso di Maurizio. Eppure... ascoltando bene la normale voce “orale” di entrambi, provando a immaginare come potrebbe “suonare” spostata verso l’alto e resa “nasale”, per quanto manchi la controprova, ho quasi l’impressione di udirla non tanto dissimile dal “Com’è difficile stare...” di “Lamù”... Semplice suggestione?
C’è inoltre da considerare un’altra piccola differenza. Qua e là, nelle loro canzoni, i Fabrizio sembrano rivelare una certa inflessione regionale (anche se, curiosamente, non “milanese”; laddove, al contrario, il “cantante misterioso” fa sfoggio di buona pulizia); in questo caso, però, il fatto che “Lamù” sia (presumibilmente) successiva in ordine temporale, renderebbe plausibile l’ipotesi di un graduale affinamento della dizione da parte di entrambi.
Conclusioni.
Nessuna “certezza”, ovviamente. Resta l’impressione di una somiglianza di colore notevolissima, forse la maggiore mai riscontrata, al livello del pitch “medio”; qua deve fermarsi un confronto a “orecchio” (condotto peraltro su file di qualità scadente e su un repertorio invero limitato), laddove, ovviamente, un’analisi effettuata da tecnici competenti e basata su stime della frequenza, algoritmi di pattern-matching ecc., qualora tecnicamente possibile (di questo non mi intendo tanto), potrebbe rivelarsi ben più dirimente.
P.s.: poiché, come noto, un vecchoio post di Hadrill sembrò escludere un coinvolgimento di Popy, ritengo utile svolgere una breve considerazione finale di carattere “metodologico”. È molto probabile che Hadrill abbia svolto più che correttamente le proprie verifiche, e, semplicemente, magari per mancanza di tempo, abbia omesso di darne conto qua sul forum in forma “estesa”; tuttavia, conviene forse seguire un approccio il più possibile “scientifico” (beninteso, stiamo sempre parlando di qualcosa che non è un affare di stato
). Una “segnalazione” completa su un cantante potrebbe perciò includere: a) l’autore della verifica; b) le modalità con cui è stata effettuata (se tramite e-mail, o per telefono, o attraverso un dialogo di persona); c) la data (almeno approssimativa) di acquisizione delle informazioni; d) l’esatto contenuto della domanda (ad es.: si è domandato all’artista se sia stato lui a interpretare/comporre la sigla? Oppure, gli è stato chiesto un semplice “parere” sulla vicenda?); e) il contenuto della risposta (se positivo, o negativo; se ricevuto tramite terzi, o in modo “diretto”). Tipico esempio di “segnalazione” che non ammette “repliche” (tra le tante effettuate da voi nel corso degli anni, beninteso): quella che Ingek fece su Alex Damiani (se rivediamo il suo post, notiamo che dopo aver spiegato quando e come avvenne il contatto, diede conto di quanto chiesto a Damiani, e di cosa questi gli rispose; in più, aggiunse anche un succoso particolare relativo a un’ipotesi formulata dall’artista sul perché, a distanza di trent’anni, non si conoscano ancora gli autori di “Lamù”). Ovviamente, ripeto, non sempre un utente può avere il tempo e/o la voglia di fare il resoconto puntuale di un’ “investigazione”; in tal caso, tuttavia, è bene da parte nostra non dare per scontata la fondatezza dell’indicazione “approssimativa” (un errore o un’omissione possono sempre capitare), bensì chiedere spiegazioni all’autore stesso e, nel caso, riavviare l’iter daccapo. Perciò, se ci stai leggendo, Hadrill, mi permetto di domandarti un piccolo ragguaglio circa quella famosa “esclusione” di Popy Fabrizio: se potessi postare cosa gli fu chiesto esattamente (e, naturalmente, ciò che lui rispose), sarebbe davvero molto utile! Solo a quel punto potemmo davvero chiudere (o riaprire...) il capitolo (nel caso, qualora potesse/volesse, potrebbe occuparsene Starsky, che ha seguito bene la vicenda e ha scoperto che M. Fabrizio fece parte del coro di P. Orlandi...) Grazie!
Ciao!