grennyellowcable ha scritto:
in quanto continuano ad essere trasmessi Detective Conan (le repliche, visto che ormai le nuove puntate vengono trasmesse su Super!)
Al momento Detective Conan è sospeso anche su Super, hanno esaurito il 19 giugno le puntate del blocco iniziato da Mediaset e poi più nulla.
Neron ha scritto:
Ho una domanda che mi pongo da tanto e non sapevo dove poterla porre.
Perchè costa di meno produrre una serie tv, che comprarla dagli States dove le spese di produzione vengono spalmate su una vendita a livello planetario?
Perchè costa meno comprare serie tv, di successo anche se ormai con un pò di anni alle spalle, che nuovi cartoni dal Giappone? Sono così cari?
Effettivamente sono 2 domande, ma sono molto interessato.
Grazie.
Per quanto riguarda i cartoni animati giapponesi, semplificando, le voci di costo sono essenzialmente due, la licenza e il costo di adattamento/doppiaggio.
Ci sarebbero poi anche le royalties, ma spesso queste non maturano. I giapponesi sanno bene che è meglio chiedere un minimo garantito più alto al licenziatario e sacrificare le royalties:
Produrre cartoni e venderli del resto è il loro mestiere e lo sanno fare.
Parlando di costi di licenze, sulla carta un anime potrebbe anche essere acquistato a prezzi interessanti, decisamente inferiori a quelli di film e telefilm, soprattutto se preso in blocco con altre serie piuttosto che singolarmente. Non ci sono prezzi fissi e il risultato è frutto di lunghe trattative e corteggiamenti da una parte all'altra. Acquistato il cartone va però doppiato e qui per una serie si parte dai 50000 Euro in su come minimo. E poi ci sono anche i costi per produrre la sigla.
Concretamente mi era capitata una trattativa per una serie a cartoni animati giapponese di complessivi 36 episodi (2 stagioni) del 2010-2011 per soli 90.000 Euro per l'acquisizione della licenza dopiaggio escluso. Metà alla firma del contratto e metà al ricevimento in italia dei materiali A/V.
Tutti costi che una tv come nel caso di Mediaset sopporta complessivamente comunque.
Film e telefilm invece, anche se costano di più, hanno altri canali di importazione, hanno anche altri canali distributivi forti (DVD, abbinamenti editoriali, cinema, ...) e i costi di localizzione/doppiaggio non sono sostenuti solo dalla tv ma anchhe dagli altri soggetti coinvolti.
Anche qui però è tutto anticipato e il broadcaster si assume un rischio non indifferente.
Le produzioni home made a cui si riferisce Mediaset (fiction, varietà, format vari, per intenderci Cesaroni, RIS, Benvenuti a tavola, quei programmi lì insomma) invece sono tutto un altro mondo: in questi Mediaset sostiene sì dei costi, ma poi con questi prodotti può presentarsi nei mercati internazionali anche come seller (mentre cartoni, film e telefilm la vedono protagonista solo come buyer).
In settori industriali diversi dalla tv si parlerebbe di "costruzione in economia" delle immobilizzazioni: questo modo di agire è tipico dei momenti di crisi ma è anche segno di un settore come quello televisivo e dei media che cerca nuovi modelli di business.
Quindi l'home made costa meno perché può essere rivenduto all'estero.
*PIGO* ha individuato bene la questione: i cartoni animati non sono versatili in termini di collocamento della pubblicità come film e telefilm né possono essere rivenduti all'estero (anche se AVM, in modo lungimirante, ai suoi tempi tentò pure questa via).
Esempio di quello che dice *PIGO* memorabile il telefilm Fringe, l'ho visto su Premium, l'ho rivisto su Italia1 in seconda serata e l'hanno fatto pure sempre su Italia1 censurato intorno alle 15.00-16.00 per un certo periodo!
Quindi se anche è costato di più acquisire Fringe, i costi sono stati ammortizzati rapidamente. Lo stesso non può dirsi per i cartoni giapponesi che ora come ora sono un salto nel buio.
antac90 ha scritto:
Io sono ignorante in materia e quindi non posso saperlo , ma non ho mai capito se attualmente esistono negli archivi Mediaset le versioni integrali delle loro videosigle tagliate in questi anni della gestione Tiraboschi oppure esistono soltanto le versioni rimaneggiate .
*PIGO* ha scritto:
Esistono entrambe le versioni ma una volta tagliate e incollate all'episodio, non rimaneggiano la serie per incollarci la versione full e mandano in onda sempre l'ultima edizione della serie.
Originariamente gli episodi dei cartoni e le sigle, nonché tutti i palinsesti viaggiavano su un workflow a nastro betacam.
A partire dal 2003 il play-out di Mediaset è stato automatizzato (prima si usavano i fax), i materiali sono stati convertiti e salvati su videoserver di classe top level come quelli della Seachange nel formato MPEG IMX.
Quando si decide la messa in onda, il palinsesto viene simulato attraverso questo materiale precaricato senza passare dal nastro. Come è stato scritto, in casi particolari, se si effettua un nuovo riversamento nastro digitale, vengono caricate nuove versioni del file sui videoserver.
L'automazione ha senza dubbio favorito gli inserzionisti pubblicitari, ma sfavorito le sigle. La precisione (al frame) di questa modalità di emissione, fa sì che i computer indichino agli operatori come recuperare il tempo perso (causato dai programmi in diretta, quindi per la maggior parte dai TG) e gli scostamenti rispetto al palinsesto programmato. I punti di recupero sono i fade out delle sigle, dei titoli di coda dei film, ecc...
Viene sfumata anche la sigla di Striscia la notizia per garantire l'affollamento pubblicitario nello slot ad esempio.
antac90 ha scritto:
Quindi se ho capito bene di queste serie citate ( Mila e Shiro , Holly e Benji , Un fiocco per sognare... ed altre serie ) esistono ancora le TV size integrali , solo che a Mediaset fa comodo mandare in onda le ultime versioni tagliate. Lo stesso discorso vale anche per le censure , cioè se mandano in onda tagliate serie che in passato non lo erano ( Occhi di gatto prima serie , Lupin seconda serie , Georgie , Dragon Ball Z ed altre serie ancora, è perchè a loro fa comodo mandarle in onda così .
FDiv88 ha scritto:
Credo che questo spieghi molto sulle censure in TV e sui discorsi che si fecero, in relazione al fatto che le censure dipendevano molto da pressioni esterne...
L'esigenza di censurare nasce dalle normative di settore ed in particolare dalla vigilanza di AGCOM che in caso di segnalazione può comminare sanzioni alle tv di diverse decine-centinaia di migliaia di euro fino alla sospensione/revoca della concessione delle frequenza radiotelevisive.