Il Patto di Sanremo: Stanca contro la pirateria di mp3.
Domani ( 02-03-2005 )al teatro Ariston i tre ministri Stanca, Urbani e Gasparri firmeranno un protocollo redatto sulla base degli studi della Commissione interministeriale Vigevano sull’e-content.
Oltre a loro una cinquantina di altri firmatari per il patto sulla condotta per la diffusione dei contenuti nell’era informatica.
La pirateria musicale è un problema che preoccupa molto il nostro governo, soprattutto quando il veicolo della pirateria è il web. Nonostante non ci siano prove concrete dei danni che le major e la Siae abbiano subito negli ultimi anni, c'è tutto un gran darsi da fare per arginare quella che sembra essere una delle peggiori piaghe del nostro tempo. L'mp3, il famoso formato di compressione musicale (che tra l'altro fa molto discutere gli esperti del settore per la sua scarsa qualità) è diventato oggetto di discussione e di uno studio interministeriale.
E la condivisione con altri di file musicali è improvvisamente diventata una cosa talmente grave da far rischiare il carcere, grazie al ministro Urbani e al suo decreto legge, che ancora fa discutere per la sua inadeguatezza (e l'apparente impossibilità di modificarla).
Ma l'impegno di Urbani non si è limitato all'assurda normativa, infatti Giuliano Urbani, Lucio Stanca e Maurizio Gasparri (ministri rispettivamente "dei Beni Culturali", "dell'Innovazione e delle Tecnologie" e "delle Comunicazioni" per l'attuale governo Berlusconi) hanno messo tutto il loro impegno per trovare nuove soluzioni per sviluppare il mercato dei contenuti digitali, mettendo un fermo alla diffusione illegale.
Partendo da uno studio della Commissione interministeriale sull'e-content, per lo sviluppo del mercato dei contenuti informatici, presieduta da Vigevano, si è giunti all'elaborazione delle "Linee Guida per l'adozione di codici di condotta ed azioni per la diffusione dei contenuti digitali nell'era di Internet", un protocollo che verrà prontamente firmato dai tre ministri e da una cinquantina di rappresentati di aziende ed enti che aderiranno. La firma verrà apposta il 2 marzo al teatro Ariston in occasione del Festival di Sanremo.
I tre ministri terranno poi una conferenza stampa per illustrare a fondo i contenuti dell'iniziativa.
Ma di cosa parlano queste linee guida?
Questi codici di condotta dovrebbero disciplinare l'utilizzo del copyright nel web e nelle reti informatiche in genere, anche se per ora non si parla di vere e proprie normative, In realtà non si conosce ancora a fondo il contenuto di questo protocollo ribattezzato "Patto di Sanremo", ma si sa che richiederà l'adesione degli Isp (Internet service provider) e di clausole contrattuali per cui si prevede la sospensione dei servizi di connessione a Internet, qualora vengano usate per violare il diritto d'autore.
Anche se Stanca, prima titubante e ora primo promotore del patto, ha assicurato che verrà fatta la differenza tra i pirati di professione e i comuni utenti, la "punizione" di non dare più accesso a Internet a chi viene riconosciuto reo di violare i copyright (anche se Stanca ha sottolineato "a scopo di lucro") non è di certo una mossa rassicurante e convincente.
Varie associazioni, tra le quali la Free Software Foundation Europe e l'Italian Linux Society, hanno organizzato una conferenza stampa preventiva nella quale chiederanno che il problema venga ben ponderato; inoltre queste associazioni sostengono che lo studio interministeriale non abbia sentito tutte le campane e che ci siano ancora parecchi punti vuoti.
Le domande che sorgono spontaneamente sono: perché in un Paese con tante problematiche insolute si trova e si spende tanto tempo a cercare di risolvere le questioni digitali? Perché tanta pervicacia nel perseguire la cosiddetta "pirateria informatica" quasi solo esclusivamente per quel che riguarda il diritto d'autore (e non, per esempio, per quel che riguarda la diffusione di virus o simili) ?
In quale modo tutto ciò tutela i rivenditori autorizzati di musica? E per la maggior parte dei musicisti, che riceve guadagni irrisori dalla Siae su ogni copia venduta, è un vantaggio o uno svantaggio la diffusione della propria opera?
Visto che, anche volendo regalare un pezzo musicale a qualcuno, l'autore deve apporci l'apposito bollino Siae (e pagare), perché, invece di difendere a spada tratta le vecchie metodologie con sistemi restrittivi e punitivi, non vengono promosse le nuove forme di tutela come le Creative Commons (ritenute, non si sa perché, poco praticabili dalla Commissione Vigevano)?
Aspettiamo con ansia (crescente) il Patto di Sanremo...
( da
www.ydea.com)
Quoto toscana....
CHE SCHIFO....